venerdì 22 Novembre 2024

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Luca Capizzi lancia “Vicino a te”, apripista del suo primo album – INTERVISTA

Il singolo anticipa l’uscita del primo omonimo album del giovane artista svizzero, ma di origini italiane, che uscirà il prossimo 27 ottobre.

Si intitola Vicino a te la nuova canzone di Luca Capizzi, in rotazione radiofonica da venerdì 29 settembre, che arriva a quasi un anno di distanza dal successo riscosso con il precedente singolo Estasi. A supporto del pezzo, è disponibile il videoclip promozionale diretto dal regista Salvatore Billeci e girato tra Cagliari e New York. Il giovane cantautore torna sulla scena discografica con un brano che anticipa il suo primo album di inediti, in uscita il prossimo 28 ottobre, seguito il giorno dopo da un atteso concerto allo Sprisse di Pratteln, nel cantone svizzero di Basilea Campagna.

Ciao Luca, partiamo dal tuo ultimo singolo “Vicino a te”, in radio dal 29 settembre. Cosa rappresenta per te questa canzone?

«Questa canzone rappresenta molte cose per me. A partire dal fatto che sarà il singolo che anticipa l’uscita del mio primo album. Poi il brano in se mi rappresenta particolarmente, visto che mi sono trovato in una situazione molto simile e quindi è un brano che sento particolarmente ancora più vicino».

Il brano anticipa l’uscita del tuo primo album, previsto per il prossimo 27 ottobre. Cosa puoi anticiparci a riguardo?

«L’album è composto da otto brani, sette in italiano ed uno in spagnolo. Questo disco parla di me, della mia vita e delle persone che ho intorno a me. Mi piace molto raccontarmi e mettermi a nudo attraverso le mie canzoni».

Nel difficile mondo discografico di oggi, lo vivi più come un traguardo o l’inizio di un percorso artistico?

«Ma, guarda, i primi tempi ne ho fatta una malattia vera e propria per la crisi discografica. Pensando che fosse inutile provare ad entrare nel mondo della musica. Ma poi un bel giorno mi son detto: ‘Ma che te frega, buttati!!!!!’ È così iniziai a scrivere i mie pezzi e nacquero così i primi brani».

Facciamo un salto indietro nel tempo, quando e come è nata la tua passione per la musica?

«La passione per la musica me l’ha trasmessa mio padre. Per oltre 30 anni mio padre è stato il batterista di una band affermata nel nord della svizzera. Infatti all’età di 4 anni mi rifugiavo in camera mia con il mio piccolo stereo, le cassettine ed una penna usata come microfono».

Quali artisti o generi musicali hanno ispirato e accompagnato la tua crescita?

«Sono cresciuto con la musica italiana. Non c’è niente da fare, ne sono completamente innamorato. Son sempre stato poco attratto dalla musica inglese, anche se ascolto parecchie cose in inglese, non mi affascina particolarmente. Sono cresciuto con artisti italiani di tutti i tipi, da Giorgia ad Eros Ramazzotti, Venditti, I Pooh, Nek, Baglioni, Elisa, Mannoia, Nek. L’artista che mi ha ispirato di più era ed è tutt’oggi Laura Pausini».

Sei nato e cresciuto in una cittadina della Svizzera tedesca, ma da sempre sei attratto dalla musica leggera italiana. Cosa ti lega alla nostra tradizione musicale?

«Nato e cresciuto in svizzera, sono grato alla svizzera e lo sarò sempre, ma senza dimenticare mai da dove vengo, chi sono. Io sono italiano e anche se non sempre nel nostro paese le cose vanno come dovrebbero, ne sono innamorato. Sono cresciuto con il Festival di Sanremo, che per me è quasi una religione. Sono nati artisti importanti su quel palcoscenico».

Dopo anni di cover, nel 2015 pubblichi il tuo primo inedito “La mia canzone”. Cosa ti ha spinto a raccontarti attraverso la stesura delle canzoni?

«In realtà la cosa era nata per gioco. Un mio amico mi inviò una melodia e mi disse che sarebbe stato bello poterci incidere qualcosa sopra. Ma non avevo idea che avrei dovuto scrivere io il testo, non l’avevo mai fatto ed avevo paura. Lui con molta tranquillità mi disse che non avrei dovuto avere paura e scrivere ciò che sentivo e raccontare di me. È così con molta semplicità arrivò ‘La mia canzone’».

Da cosa trai principalmente spunto per le tue produzioni?

«In realtà prendo spunto dalla mia vita, dalla mia quotidianità, dalle persone che mi stanno intorno. Ho davvero molto da raccontare, infatti una cosa che non rinuncerò mai nella mia vita e di scrivere canzoni».

Con quali artisti ti piacerebbe collaborare?

«Ho molti sogni nel cassetto, tra cui un centinaio di collaborazioni. La collaborazione che sogno da sempre è con Fiorella Mannoia. Poi si aggiungono Pausini, Mengoni, Ferro, Emma e tanti tanti tanti altri».

Cosa rappresenta per te la dimensione live?

«Cantare dal vivo, poter interpretare le tue canzoni di fronte alla gente è bellissimo. Potrei farlo per tutta la vita».

Quali sono i tuoi progetti per il futuro e/o sogni nel cassetto?

«Il più grande sogno si chiama SANREMO. L’ho sempre detto. Il Festival è la mia meta principale. Poi come già detto, le collaborazioni rappresentano anche un bel sogno del cassetto. I miei progetti futuri sicuramente saranno il lancio del mio primo album il 27 ottobre e poi il 28 ottobre si terrà in svizzera per la prima volta un concerto tutto mio».

Alla luce di tutto quello che ci siamo detti, per concludere, quale messaggio vorresti trasmettere al pubblico, oggi, attraverso la tua musica?

«Ciò che voglio trasmettere attraverso le mie canzoni sicuramente è l’assoluta trasparenza di me e di ciò che canto, come anche l’amore e la positività».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.