La Federazione Industria Musicale Italiana chiede di spostare il Festival in un luogo diverso
Già da anni si parla di un Festival di Sanremo lontano dalla cornice rassicurante ma limitativa del Teatro Ariston. Lo ha fatto, in tempi recenti, Paolo Bonolis che più volte ha dichiarato che non accetterebbe un nuovo incarico alla guida della kermesse se continuasse ad essere confermata la cornice dello storico teatro della città dei fiori, troppo piccolo e datato per reggere il confronto con i grandi show internazionali e con le nuove possibilità tecnologiche di cui la televisione potrebbe disporre.
Nelle ultime ore dello stesso avviso è stato anche Enzo Mazza, presidente di FIMI e, quindi, rappresentante del mondo discografico italiano che, in un’intervista al Corriere della Sera ha avanzato l’ipotesi di spostare il Festival della canzone italiana al di fuori del Teatro Ariston anche per ovviare alle numerosissime polemiche riguardanti la presenza del pubblico.
“È stato costruito negli anni Cinquanta e già in periodi normali ha mostrato i suoi problemi strutturali” – ha dichiarato Mazza facendo riferimento alla struttura dell’Ariston – “Si potrebbe pensare ad allestire una tensostruttura in un’altra zona della città. Il teatro è sostituibile. Per il pubblico la gara di inediti non è inficiata dalla location che la ospita. Un evento televisivo come questo può essere realizzato ovunque. Penso ad esempio al Forum di Assago”.
In realtà, le dichiarazioni di Enzo Mazza, sono soprattutto volte alla tutela del mondo degli artisti e dei discografici. Rumoreggia, infatti, con sempre più forza un certo malcontento del lato artistico per quanto riguarda l’ancora totale assenza di un protocollo sanitario da seguire in quei giorni. E intanto tra Rai e discografia continua un braccio di ferro per il coinvolgimento degli artisti nella settimana festivaliera su più fronti.
“La sicurezza è il primo punto per noi: dobbiamo tutelare la salute degli artisti, dei dipendenti e dei collaboratori e anche tutelare le aziende da un punto di vista giuridico” – ha raccontato Enzo Mazza – “Era necessario darsi delle regole per organizzare il lavoro, prenotare le strutture ricettive e gli spostamenti. Le nostre proposte sono una base e ovviamente ci rimettiamo alle decisioni del Cts e a quello che sarà il protocollo Rai. Quello che conta è il risultato discografico dopo la manifestazione: il pubblico importante per noi è quello dello streaming. E speriamo che questo sia un anno migliore dello scorso con solo 6 album e 8 singoli sanremesi nelle top 100. Sanremo è importante più per lanciare nuove carriere che per il fatturato: vale l’1-1,5 per cento del mercato”.
Ilario Luisetto
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