venerdì 22 Novembre 2024

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“Telefonami” è la luce accesa di Malika Ayane – RECENSIONE

Recensione del nuovo singolo della cantautrice

Viviamo nella società della comunicazione. Un mondo in cui farsi sentire è importante ma dire qualcosa, qualsiasi cosa, lo è ancora di più. Vale nella società, nella politica, nell’arte ma vale, addirittura, nell’amore. Lo ha ben raccontato Malika Ayane con il suo ultimo estratto radiofonico da ‘Malifesto’ (di cui qui la nostra recensione), Telefonami.

Un amore finito fa da sfondo alla storia che la cantautrice milanese di origini marocchine ha voluto mettere su carta (o meglio, su note) avvalendosi della collaborazione di Pacifico, Dimartino, Colapesce e Luca Serpenti. Il punto di partenza è proprio quello di una lucida analisi delle cose. “Imparato che siamo diversi, assodato che siamo complessi” non potrebbe che portare alla logica conclusione che, evidentemente, non siamo fatti l’uno per l’altra. Eppure, “non riesco questa sera a fare a meno di sentire la tua voce” e per questo continuo a sperare, in cuor mio, che tu mi senta dire “telefonami”.

Quante volte, d’altronde, ci è capitato di chiudere una storia d’amore, piuttosto che qualsiasi altro tipo di relazione, e, sotto sotto, sperare che ci sia ancora lo spazio per ricucire lo strappo e la distanza accumulato? Forse ci capita continuamente e solo il tempo ci appare, in quei momenti, poter possedere il potere curativo di distrarci il pensiero, di aiutarci a capire che, in realtà, c’è la possibilità di andare avanti, di superare quell’apparentemente irrefrenabile bisogno di rimanere attaccati ad un passato che non tornerà malgrado tutti i nostri tentativi di rimanerci, in qualche modo, aggrappati.

Malika Ayane si rivela essere l’interprete perfetta. La sua malinconica e suadente vocalità porta l’ascoltatore sulle rive della Senna e, tra una Parigi che si spegne per addormentarsi, rimane una luce rassicurante. Come se ce ne fosse bisogno il risultato è una conferma che per soddisfare quell’incredibile bisogno di farsi sentire non sempre è necessario urlare. Malika Ayane in questo è abile ad usare la sua ‘Telefonami’ per regalare al pubblico una nuova prova di concretezza pur senza strafare. Per cantare può essere sufficiente non urlare e per fare il pop basta parlare con la pancia di quanto viviamo tutti, ogni giorno.

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Telefonami | Testo

C’è un ricordo che porta il tuo nome
Ogni tanto mi viene a bussare
Non ti scrivo per farmi del male
Sarebbe autoreferenziale
C’è un silenzio c’è scritto il tuo nome
Come un altro da collezionare
Sei la frase che appunto ogni giorno
Su un foglio mentale
Lo sai pensarci troppo non fa bene
Come quei turisti tristi incontrati mille volte
Giro a vuoto e senza voglia e direzione quando chiama la tua voce

Telefonami
Tanto non lo facciamo più
Di quanti argomenti che non sono noi due
Potremmo parlare per ore
O anche per sempre
Telefonami

Imparato che siamo diversi
Assodato che siamo complessi
L’attitudine è troppo prudente
O troppo sentimentale
Raddoppiando riuscite e difetti
Agitandoci per mescolare
La somma a volte non torna
Ma almeno è spettacolare e tu
Dall’altra parte del mondo
Forse ormai ci credi poco
Alle promesse maledette
Ma non riesci a non fidarti e non cascarci quando senti la mia voce

Telefonami
Tanto non lo facciamo più
Di quanti argomenti che non sono noi due
Potremmo parlare per ore
O anche per sempre

Telefonami
Anche se non si usa più
Domandare se è tardi
Quando ripartirai
Se a Parigi c’è ancora quel thai
Che costa niente
Come le canzoni tristi
Riascoltate mille volte
Non riesco questa sera a fare a meno di sentire la tua voce

Telefonami
Tanto non lo facciamo più
Di quanti argomenti che non sono noi due
Potremmo parlare per ore
O anche per sempre

Telefonami
Telefonami
Di quanti argomenti che non sono noi due
Potremmo parlare per ore

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.