giovedì 21 Novembre 2024

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C’è sempre una canzone (d’amore): I love you

Raccontiamo l’amore con una canzone

Ci sono domande che entrano nella nostra testa la sera prima di addormentarci. Domande senza un senso, che ci troviamo a googlare alle tre di notte per trovare una risposta se vogliamo provare a dormire, altrimenti il dubbio ci potrebbe rubare preziosissime ore di sonno. Una di queste sere la mia domanda era “Ma come fanno gli inglesi a capire la differenza tra ti amo e ti voglio bene?”. Insomma, come facciamo a capire se qualcuno ci sta dichiarando il suo amore o, come succede nella maggior parte dei casi, ci sta friendzonando? Esiste davvero una differenza? Cari inglesi, perché dite “I love you” in qualsiasi circostanza?

Google non mi ha restituito una risposta vera e propria, perché la risposta esatta è sempre “dipende”. Dipende dall’intonazione, dalla circostanza, da quanto ti batte il cuore, dalla velocità del vento, dal tuo segno zodiacale. Un gran caos, insomma. Così ho pensato alla canzone di oggi, ripescandola dall’album “La teoria dei colori” di Cesare Cremonini, uscito nel 2013. Un titolo semplice ma che racconta una storia complessa “I love you”.

Cesare ci regala questo pezzo all’apparenza allegro, ma che nasconde il sapore agrodolce dell’incontro, dopo tanto tempo, con una persona che ci ha fatto battere il cuore. La storia di un amore finito ma che lascia dentro di noi una fiamma invisibile che crediamo di aver spento e invece è lì, pronta a diventare fuoco.

Un giorno, non so dirti quando
Ci rincontreremo io e te
Tu per la strada coi dischi, la spesa
Io ancora ubriaco al cafè

Non esiste un manuale da seguire per una perfetta storia d’amore. Sarebbe troppo facile se ci fossero delle regole come, ad esempio “se lui mette quattro like di fila a quella lì, allora lascialo perdere” oppure ancora “dopo due settimane che non si fa vivo, sparisci dalla sua vita”. No, non esiste nulla di ciò, quindi seguiamo quello che ci dice la pancia, prendiamo decisioni azzardate e rischiamo di sbagliare. Chiudiamo alcune storie per salvare l’ultimo pezzo rimasto del nostro cuore, anche se soffriamo, anche se sarebbe stato più facile non iniziarle nemmeno. Confidiamo nel tempo che passa, perché si dice che sia la cura migliore, ma un sabato mattina mentre camminiamo felici con mascherina e occhiali sa sole, ci troviamo davanti il nostro passato. Lo troviamo che abbraccia quella della quale non ci dovevamo preoccupare e allora diventiamo di ghiaccio. La vita va avanti, ma a tornare indietro ci mette un attimo.

Sai, certe volte ci passo il mio
Tempo a invecchiare con te
Vivere per le abitudini
Come due inglesi all’ora del tè

La nostra mente e il nostro cuore mettono la retromarcia e riavvolgono il nastro. Davanti a noi diapositive di giorni felici che sappiamo non torneranno più, o almeno, non torneranno più insieme a lui. Allora pensiamo a come sarebbe stato se avessimo avuto la possibilità davvero di provare ad invecchiare insieme, perché a trent’anni può essere solo un inizio e non una fine. Pensiamo a tutti quei piccoli programmi che fino a qualche giorno prima ci sembravano perfetti per poi trasformarsi in una manciata di parole inutili e infine svanire in un attimo. Come tutte quelle piccole abitudini, come la camminata in centro il sabato, la pizza il venerdì sera, XFactor il giovedì, l’odore del caffè al mattino, le tisane dagli effetti discutibili prima di andare a dormire. Abitudini che qualcuno prenderà al posto tuo.

Un uomo e una donna
Non sanno pensare una vita a metà
Ma quando finisce davvero l’amore
Ancora nessuno lo sa

Una vita a metà, ecco cosa ci fa paura. Una vita sospesa tra la voglia di ricominciare e una storia che non sa finire e non sa finire perché spesso non è mai iniziata davvero. Una storia che vive nelle canzoni, nei ricordi, nelle vie di una città. E quando finisce l’amore, dove va? Forse non se ne va mai per sempre, rimane rinchiusa nello sgabuzzino insieme ai libri impolverati delle medie. Rimane nei biglietti dei concerti lasciati sul tavolo, nei viaggi pianificati nel minimo dettaglio per i quali non partiremo mai, rimane nel locale sotto casa e in una valigia blu.

Pensare per un attimo di averti ancora
Se avessimo una vita in più
Chiamarti prima di dormire come allora
Solo per dirti una volta in più
I love you

Se solo potessimo tornare indietro e vivere quei momenti ancora per un attimo, se solo potessimo cambiare il passato e agire diversamente, come quando chiami il cameriere per cambiare l’ordinazione al ristorante perché forse, la pizza tonno e cipolle è troppo pesante la sera. Quanti messaggi abbiamo letto e abbiamo cestinato, senza dar loro importanza, quante telefonate alle quali non abbiamo risposto o che abbiamo attaccato di fretta. Cosa daremmo per riceverne una ora del tutto inaspettata o per vedere sullo schermo del cellulare il suo nome. Custodiamo le parole in una teca preziosa, abbiamo paura di sprecarle, ma forse un “I love you” non è mai sprecato se lo sentiamo davvero.

Cesare ammette che per uno dei due protagonisti l’amore continua, trasforma il pezzo in una vera e propria dichiarazione romantica. Restiamo a cavallo tra la realtà e la vita che avremmo potuto vivere con chi amiamo, ma che al momento non sembra voler condividere la sua con noi. Allora ci lasciamo trasportare dalla malinconia di un passato che non riusciamo a dimenticare, con la speranza di poter, un giorno, rincontrare quella persona, guardarla negli occhi e ridere davanti alle stesse parole. Che potrebbero essere benissimo quelle riportate nel titolo di questa canzone.