Le pagelle a tutte le esibizioni del quarto live show
Anche in questo quarto live assistiamo alla dipartita di ben due talenti. Cadono stavolta Versailles ed i Mutonia, due che erano sempre rimasti sul filo nelle puntate precedenti. Ormai si va avanti per inerzia con i talenti che potenzialmente ci sarebbero ma che non rendono quasi mai al 100%. Le polemiche che la settimana scorsa hanno infiammato la giuria si son già spente. La manche si divide in due parti: nella prima, denominata La Giostra, sentiamo una versione velocizzata degli inediti. Al termine dei quali c’è la prima eliminazione seguita dalla classica manche di cover.
Erio – London Calling (Clash): Un brano punk-rock di rottura e di protesta affidato ad Erio, che non è di certo la persona più adatta a cantarlo. Erio porta il brano nel suo mondo, con la sua delicatezza e la sua voce ed uno stile unico ed irripetibile. Peccato che sembra essere comunque fuori posto. Va anche al ballottaggio. Magia già finita? Voto: 5.5
Nika Paris – Derniere Danse (Indila): L’eleganza e la grazia che la contraddistingue si vedono anche in questo caso con un ritorno al francese. Lei riesce sempre a tenere il palco e la voce pulita e senza sbavature. Vediamo fino a che punto potrebbe arrivare, per ora è probabilmente la più capace a stare sul palco di tutti. Voto: 8
Le Endrigo – Malamente (Rosalia): Rosalia diviene un inno rock LGBT, urlato e rivisitato completamente dall’interno. Spiazzano ma restano comunque coerenti con il loro stile. Sono una rivoluzione rumorosa ma efficace. Se cercate le esibizioni pulite e da scuola canto non dovete guardare in questa direzione, altrimenti siete i benvenuti. Voto: 7+
Baltimora – Un uomo che ti ama (Lucio Battisti): Un’esibizione da vero crooner, sentita e cantata con la giusta forza ed il rispetto che serve a Battisti. Note basse, perfetta attitude da frontman e maestosità nell’esibizione sul palco. L’esibizione della svolta? Voto: 8.5
Mutonia – Gigantic (Pixies): Il loro stile è quello di un rock che non incide mai troppo. Vogliono essere di rottura e distruggere il palco come Jimi Hendrix con le chitarre ma fanno sempre e solo quello che ci si aspetterebbe da loro, il compito, l’ABC della rivoluzione. Peccato, una grandissima occasione sprecata. Ed è un peccato che invece il pubblico abbia eliminato prima i Karakaz che, in questo annoso compito, erano riusciti. Voto: 5
gIANMARIA – Stella di mare (Lucio Dalla): Gianmaria affronta con serietà ed emozione un pezzo storico in un’esibizione drammatica ma non forzata. Il brano arriva come un pugno nello stomaco. Intenso. Voto: 8.5
Bengala Fire – Evil (Interpol): Una piacevole esibizione fuori dal tempo. I Bengala rappresentano tutto quel tipo di musica alternativa e di un certo tipo che andava di moda tanti decenni fa. Il perfetto esempio di una garage band, che riesce a cavarsela con questi brani rock sporchi ed imperfetti. Se trovano la casella in cui stare sono forti. Voto: 7-
Fellow – Anche fragile (Elisa): Un potenziale vincitore che si brucia con un’esibizione non così precisa. Stonato, poco preciso, senza convinzione. Non riesce a rendere al meglio il potenziale di Elisa che si muove tra le alte e le basse in maniera convincente, emozionando. Fellow ci prova ma non basta la buona volontà per splendere. Voto: 5
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