venerdì 22 Novembre 2024

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C’è sempre una canzone (d’amore): Ridere

Raccontiamo l’amore con una canzone

Ho letto e riletto l’oroscopo circa cinque volte questa mattina e recitava più o meno così: “Leone, esamina a fondo ogni situazione: se è un ex, ci sarà una ragione o nel tuo cuore non è ancora ex?” Con questa domanda nella mia testa, un po’ alla Sex and the city quando Carrie scrive davanti alla sua finestra affacciata su New York, io scrivo dalla mia finestra che invece si apre sul Naviglio Pavese a Pavia e sul parcheggio con le macchine ghiacciate. Con un po’ di fantasia potrebbe essere quasi la stessa cosa.

Poi mi sono ricordata di quanto può far male scorrere una storia su Instagram che non dovevi vedere o trovarti davanti una foto che l’iPhone decide di metterti in evidenza senza nemmeno avvisarti e tu, furba, che non l’hai cancellata. Allora penso che, forse, l’oroscopo non ha tutti i torti, anzi, è una freccia diretta proprio al centro del bersaglio e al centro di quel bersaglio cosa c’è? Il cuore.

Ci sono canzoni che si lasciano in disparte come quella bottiglia di vino che tieni per le occasioni speciali e non sai se sarà buono o se saprà di vecchio o come quel vestito che hai lasciato per mesi nell’armadio e che hai paura di provare per vedere se va ancora bene. Il mio vestito l’ho indossato una sera di settembre, ad un oceano di distanza, quando veramente potevo scrivere da una finestra su Manhattan e poi non l’ho messo più. Il mio vestito si chiama “Ridere” e voi lo conoscerete benissimo, forse parlarvi di questo pezzo oggi risulterà un po’ superfluo, ma esiste un momento giusto per fare qualsiasi cosa ed ora è il momento di parlarvi di lui.

Ed un po’ mi fa ridere
Se penso che ora c’è lì un altro che ti uccide i ragni al posto mio
Ma ci dovrò convivere
Maledetto cuore che ti sciogli ogni volta che dico addio

Non ho ancora capito se il ridere dei Pinguini sia un ridere di cuore o un ridere sarcastico. Il mio più la seconda opzione. Le storie finiscono, le giornate passano e le persone che abbiamo accanto cambiano, ma tutto ciò che abbiamo vissuto non può venire dimenticato così facilmente. Ridiamo perché è impossibile che il nostro posto sia già stato occupato da un’altra persona che, certo, magari saprà anche sciare, cantare o salvare il mondo meglio di noi, ma era un posto in cui noi ci sentivamo a casa. Quanti ragni avremmo ancora ucciso pur di starcene lì e invece siamo stati sfrattati e accompagnati alla porta, senza nemmeno una spiegazione.

E ti cantavo Fix You
Per farti dormire quando il mondo ti teneva sveglia
Ed ora sono solo un tizio
Che se lo incontri dalla strada gli fai un cenno di saluto e via

Il nostro cuore si scioglie ogni volta in cui in qualche modo entriamo in contatto con quell’altra persona, come se fossimo spettatori del film su una vita che poteva essere benissimo la nostra e invece siamo seduti al cinema senza neanche i pop corn perché con il Covid non si può più mangiare. E quante canzoni abbiamo sprecato, cantandole in macchina o sussurrandole alle orecchie perché pensavamo di fare del bene, pensavamo che quei momenti rimanessero per sempre. Sono rimasti davvero per sempre, ma solo per noi, evidentemente. Perché lei? Perché non io?

E non ho voglia di cambiarmi
Uscire a socializzare
Per stasera voglio essere una nave in fondo al mare
Sei stata come Tiger
Non mi mancava niente
E poi dentro m’hai distrutto
Perché mi sono accorto che mi mancava tutto

Gli altri voltano pagine, mentre noi siamo ancora fermi a scorrere le foto che avremmo dovuto cancellare ma le teniamo perché “non si sa mai”. Storie che nascono in silenzio, di nascosto e spesso un po’ per caso, storie delle quali pensavamo benissimo di poter fare a meno. Storie che teniamo dentro per anni, che si insinuano nelle nostre smagliature e nelle nostre rughe e non se ne vanno più via. Siamo quelli forti, quelli indipendenti, quelli che non si lasciano fregare ma poi quando spalancano anche solo una porta si accorgono che non era vero niente. Ripensare all’amore che se n’è andato è come entrare da Tiger per l’ennesima volta. Sei una persona forte se riesci ad uscire senza aver comprato niente. Ed io ho sempre il carrello pieno.

Però tu fammi una promessa
Che un giorno quando sarai persa
Ripenserai ogni tanto a cosa siamo stati noi
Alle giornate al mare
A tutte le mie pare
Alle cucine che non abbiam potuto compare
Alle mie guerre perse
Alle tue paci finte
A tutte le carezze
Che forse erano spinte
Giuro che un po’ mi fa ridere

Ridere mi sembra la soluzione migliore per mascherare i sentimenti che dentro bruciano ancora, la seconda opzione sarebbe isolarsi dal mondo intero ma non la vedrei molto fattibile. E allora ridiamo di tutte quelle piccole cose che negli anni sembravano inutili ma a guardarle adesso, sembrano le più importanti. Le giornate al mare, le confessioni alle tre di notte, le guerre perse e poi quando si faceva pace, le carezze e tutti i piani disegnati con la matita. 

Sorridere verso ciò che è stato e verso a ciò che abbiamo vissuto con ingenuità ma anche con la speranza di chi ha il cuore pieno di amore. Rimaniamo così, soli, a scorrere le istruzioni per il montaggio di un mobile dell’Ikea, per quella cucina che insieme non siamo mai riusciti a comprare e che ora abbiamo ordinato da soli, senza l’aiuto di nessuno. Ridere non fa ridere, ma fa pensare e allo stesso tempo ci fa venire voglia di gettare gli ultimi ricordi fuori dalla finestra. Ma i ricordi sono come boomerang, possono sempre tornare indietro e possono essere ancora più veloci.

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