venerdì 22 Novembre 2024

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Caffellatte: “Amo mescolare generi con la mia indole di scrittura” – INTERVISTA

A tu per tu con la giovane cantautrice pugliese, fuori dallo scorso 21 gennaio con il nuovo singolo intitolato “TSO

Tempo di nuova musica per Giorgia Groccia, alias Caffellatte, artista classe ’94 poliedrica e in continua evoluzione.TSO è il titolo del suo nuovo singolo, prodotto da Riccardo Scirè e disponibile per Warner Music Italy dallo scorso 21 gennaio. Approfondiamo la sua conoscenza.

Ciao Giorgia, benvenuta. Partiamo da “TSO“, com’è nato e come si è svolto il processo creativo di un brano così particolare?

«E’ un brano particolare anche perchè è nato in maniera un po’ diversa rispetto agli altri brani che ho scritto in precedenza. In genere tendo ad eviscerare le situazioni, le emozioni, le cose belle e le cose brutte a posteriori, in un momento in cui sono paradossalmente tranquilla e rilassata. In questo caso ho immortalato i miei stati d’animo in una nota audio, che ho girato alla mia migliore amica, durante un attacco di panico avuto alle sei di mattina lo scorso agosto. Mi trovavo in una condizione mentale completamente alterata, ma quando ho riascoltato e mi sono soffermata sul testo, mi sono resa conto che quello non era un semplice sfogo e che avevo scritto una canzone».

Dal punto di vista musicale, che tipo di lavoro c’è stato dietro la ricerca del sound insieme al producer Riccardo Scirè?

«Una volta trovata la giusta melodia, sono entrata in studio con Riccardo e tutto si è sviluppato con empatia ed estrema facilità. In quattro ore, poi, la produzione era esattamente come me l’ero immaginata nella mia testa. E’ stata un’operazione immediata, tra i vari provini che avevo realizzato, lui si è innamorato subito di questo brano e lo ha scelto. Devo dire che è stato un bel lavoro di collaborazione, a me piace molto lavorare spalla a spalla con i produttori, non riesco ad avere distacco, ma non voglio nemmeno più di tanto mettere bocca. Diciamo che è bello creare insieme, ragionarci, remare nella stessa direzione».

Come e quando hai scoperto la tua passione per la musica?

«Sai, in fondo credo di averla sempre avuta. Sin da quando ero piccola, i miei genitori mi raccontano che cantavo tantissimo, di continuo. La musica mi ha sempre appassionato, a livello di background devo moltissimo a mio papà perchè mi ha fatto ascoltare tanta qualità, dal cantautorato di Fabio Concato, Franco Battiato, Lucio Battisti e Carmen Consoli a roba più sperimentale, dalle produzioni elettroniche alla musica classica. Sicuramente tutti questi ascolti mi sono rimasti addosso, crescendo li ho mescolati con i miei gusti, in modo particolare con il rap».

Quindi, a livello di ascolti, non tendi a cibarti di un solo genere e ti reputi piuttosto onnivora?

«Sì, sono estremamente onnivora, proprio perchè tendo ad ascoltare la musica in base alle sensazioni che provo in quel momento. Faccio un esempio: ieri ero nel mood Blue e Backstreet Boys, perchè ci sono giorni in cui necessito di cose più leggere, tipo anni ’90 e ’00, e altri in cui mi concentro su cose pesantissime, tipo mi è capitato di andare a seguire concerti di musica psichedelica per il puro gusto di capire che sensazione potessi provare in quel contesto. Mi piace scoprire i suoni e le parole, devo dire che il filo di tutto è sempre stato il rap, perchè effettivamente è il genere che ascolto da quando ho più o meno undici anni e che non ho mai abbandonato. Per il resto, mi piace sempre scoprire roba nuova e andare a rivangare cose vecchissime che non si ricorda mai nessuno».

Per concludere, a proposito di questa tua ecletticità, nel futuro a breve termine ti piacerebbe più sperimentare oppure consolidare lo stile espresso in “TSO“?

«Credo che tutti i brani usciti finora e quelli che dovranno ancora uscire abbiano un filo conduttore, alla fine credo che sia necessario distinguere gli ascolti da quello che fai. Sicuramente tutto può influenzarmi, ma poi c’è comunque una mia indole e un mio stile di scrittura con cui confrontarsi. Questo non toglie che, magari tra un po’ di anni, vorrò sperimentare qualcosa di totalmente diverso, ma ciò che sono oggi è frutto di tanti anni in cui ho cercato di spogliarmi di vari orpelli che non mi permettevano di farmi sentire me stessa. Oggi mi ritengo soddisfatta a livello personale, a prescindere che possa piacere o meno la mia musica, questa sono davvero io».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.