venerdì 22 Novembre 2024

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XFactor 11: Bellezza, baldanza e Bellanza

A due mesi di distanza dalla finale di X-Factor 11 riviviamo insieme questa edizione

Non sarei io se non infilassi qualche gioco di parole nel titolo e, siccome con Licitra non me ne veniva in mente nessuno, ho deciso di dedicare questo mio pagellone a colei che, nel bene e nel male, è stata senza dubbio la protagonista assoluta di questa edizione di X-Factor. Un’edizione che di sicuro sarà indimenticabile per molti versi, soprattutto se paragonate alle due precedenti, che hanno viaggiato sempre sul filo della mediocrità.

La parte che trovo più utile di tutto il mio walltext è però quella della celebrazione degli scartati e, quasi per karma, la maggior parte di quelli che vi avrei consigliato l’anno scorso si sono comunque fatti riconoscere: Valentina, Shady, Mike, Grace, Federico Baroni hanno tentato Amici, i Jarvis si sono sciolti, di Esposito ne parleremo più sotto. Appuntatevi dunque solo i nomi di Charlotte Cardinale, Cristiana DiscoloClaudia Cuccovillo, Irene Cavallo, Sarah Dietrich, Sara Robin, Veronica Marchi, Sofia Rollo e Lorenzo Arciero.

Dopo questa parentesi “storica” come di consueto si parte. Ma da chi si parte? Beh si parte dal vincitore!

Lorenzo Licitra

Lorenzo Licitra è un giovane ragazzo 26enne di Ragusa. Fin da giovane si interessa al canto lirico ed è proprio in veste di tenore che il pubblico impara a conoscerlo, sia in alcune esibizioni presso teatri di pregio sia ad Io Canto, quando accompagna una delle giovani partecipanti. Presentarsi alle audizioni di X-Factor non è infatti proprio la prima cosa che verrebbe in mente di fare ad una persona con questo background. Eppure lo vediamo comparire proprio lì. La sua esibizione in Like a Prayer è qualcosa di strano ma che riesce subito ad incantare il pubblico del talent di casa Sky. Fedez si aspettava la versione solista del Volo, invece è costretto subito a ricredersi. La sua versatilità è l’arma che subito lo spinge verso i bootcamp con tutti e quattro i sì. Il ragusano decide di portare Titanium, il famoso pezzo di David Guetta e Sia. Nonostante sia l’ultimo ad esibirsi viene fatto sedere al posto di Valentina Grigò. Si capisce fin da questa occasione come sia suo destino dividersi tra una serie infinita di generi, senza trovare pace, come un Ulisse della musica. Agli Home Visit Licitra tiene in scacco tutta Venezia con la sua versione di Symphony dei Clean Bandit. Di nuovo un altro genere.

Mara però rimane positivamente colpita dalle capacità vocali del ragazzone e così il futuro vincitore approda ai live show. Nella prima puntata si esibisce in una spettacolare versione di Your Song, una delle più belle canzoni di Elton John nella versione di Moulin Rouge. Il pezzo diventa arioso, potente, con sfumature orchestrali. E’ un delirio. L’esibizione fa centro nei cuori dei telespettatori, nonostante la canzone ne esca stravolta. E’ il vincitore assoluto di puntata. Si prospetta un percorso in discesa ma non sarà stranamente sempre così.

La seconda puntata lo vede clamorosamente sfociare nella banalità quando Mara gli assegna Miserere. E’ la prima volta che il pezzo di un tenore finisce sul palco di XFactor. Licitra si deve confrontare con qualcosa che lo stesso Fedez ed il pubblico a casa volevano clamorosamente evitasse. L’esibizione è pulita e perfetta ma è totalmente fuori contesto in un ambiente simile. Nonostante ciò riesce comunque ad attirare diversi voti che lo portano comunque ad una percentuale quasi bulgara, ma si fanno più forti nelle mie pagelle le perplessità che infatti, al momento, non sono ancora del tutto dissolte e penso mai lo saranno.

Il terzo live permette di tornare sul pop classico. Stavolta tocca a Tiziano Ferro ad essere affrontato con la sua Sere Nere. Questa è la classica assegnazione che non bisogna fare, una via di mezzo tra la scontatezza e il tremendamente sbagliato. Per la seconda volta di fila viene meno votato rispetto ai Maneskin. L’esibizione è vocalmente ineccepibile ma è una versione non propriamente perfetta della canzone.

La quarta puntata è ancora un altro delirio. Si passa al metal, nella sua versione più delicata portata da Nothing Else Matters, ballatona dei Metallica. Elton John, Pavarotti, Tiziano Ferro ed i Metallica. Il vincitore con il percorso più assurdo è di sicuro lui. Per quanto il pubblico a casa adori, io trovo il risultato piuttosto discutibile. La canzone non è semplicemente nelle sue corde, lui non è di certo James Hetfield ed oltre una bella voce non risalta praticamente niente da quanto visto finora. Però vola all’inedito, che quest’anno viene proposto ben prima.

Il titolo è In The Name Of Love ed è un brano in inglese, pop dance arioso ed eurovisivo, scritto da Fortunato Zampaglione, in evidente carenza di frasi in inglese funzionanti. Il testo è infatti decisamente dimenticabile e sembra la filastrocca che cantano i bimbi per imparare la lingua di Albione. Il pezzo in sè è molto orecchiabile seppur non risulti in nessun modo nella top 3 del parco-inediti. Eppure per il pubblico è così. Stavolta per la macedonia di generi si finisce con Gotye & Kimbra e la loro Somebody That You Used To Know. E’ di nuovo un personale fallimento. Non è una canzone che si adatta molto al giovane ragusano ma ormai il pubblico è innamorato del ragazzone e lo premia con l’ennesimo primo posto in puntata. Le puntate si fanno sempre meno ed Lorenzo è sempre più un probabile finalista di XFactor.

La sesta puntata è quella che consacra il ragazzo: Who Wants To Live Forever è un’apoteosi continua. Una canzone che sale verso il cielo e si libera in potenti acuti ariosi che lasciano ammutolita l’X-Factor Arena. E’ un sogno che si realizza, il momento in cui Lorenzo mette le basi per il futuro. Non discografico forse, ma ineccepibile. La seconda manche non ci bada nessuno, è Million Reasons la canzone scelta, ennesima scelta zoppicante ma ormai a chi importa? Freddie Mercury nel cielo sta ancora cantando insieme al giovane tenore.

La semifinale lo vede, dopo un’altra performance del suo inedito, esibirsi sulle note di Diamonds di Rihanna scelta dal pubblico a casa. Il suo passaggio in finale è praticamente una formalità, anche se il pezzo non è niente di più che una versione cantata bene di una canzone che una Chiara aveva coverizzato molto meglio.

In finale duetta con James Arthur oscurandolo sul suo pezzo più famoso, quella Impossible che aveva portato al successo nonostante nasca come pezzo di Shontelle. Ma è durante il medley che riesce ad incantare tutto il Forum di Assago e prendersi ufficialmente in mano il trofeo. Nessuna sbavatura, nessuna pecca, solo una scala verso il paradiso delle sette note. Il risultato finale non viene rovinato dall’inedito, è lui il vincitore di X-Factor. Meritato ma siam sicuri che avrà un futuro?

Esibizione migliore: Who Wants To Live Forever (puntata 6)

Esibizione peggiore: Somebody That You Used To Know (puntata 5)

Voto percorso (quanto le canzoni assegnate siano state giuste e se poteva fare di più): 8+

Voto vocalità: 10

Voto emotività: 9

Voto futuro discografico: 5


Maneskin

I secondi classificati sono una band di Roma formata da Damiano David, cantante e frontman 18enne, dalla bassista Victoria De Angelis (17), il chitarrista Thomas “Er Cobra” Raggi (17) e dal batterista Ethan Torchio (16). Il loro nome in danese significa “Chiaro di Luna”  ed è venuto in mente a Victoria, mezza danese di origine. Il nome è molto strano per una rockband così trasgressiva ed aggressiva però suonava così bene che decisero di tenerlo. Roma è foriera di personaggioni di grande spicco. Ad X-Factor abbiamo brevemente avuto la mia musa personale, Maria Faiola, che oltre ad essere bravissima è una dei migliori personaggi social del decennio e poi la storica Martina Dell’Ombra. Anche i Maneskin, quindi, non potevano esimersi. Una band di rocker coatti e spregiudicati che passa dal suonare nei locali della Roma bene al palco di X-Factor.

Fin dalle audizioni stupiscono con un convincente inedito rock chiamato Chosen che poi li accompagnerà per tutto il loro percorso. Si nota subito la personalità ed il carisma di Damiano David e la bellezza, appena accennata ai tempi, di Victoria. Tutto il resto è quasi contorno e viene spontaneo inneggiare tutti insieme a quel “follow me follow me now“. Li si segue appunto fino ai bootcamp.

I bootcamp sono il momento clou del percorso dei quattro tamarri per bene. Infatti, la canzone che scelgono di portare alle cinque sedie di XFactor è Vengo Dalla Luna, la bellissima canzone sul razzismo di Caparezza. A differenza di quanto fatto dal rapper pugliese, però, qua intervengono riff di chitarra avvelenati e batterie scroscianti. Questa rivisitazione permette ai Maneskin di prendersi il posto dei Noiserz e di non lasciarlo più, arrivando saldamente fino agli home visit. L’accoglienza per il quartetto romano però è ancora fredda, rispetto a quanto accadrà dopo.

La vera rivoluzione che scuote X-Factor arriva agli Home Visit. Viene loro assegnato il pezzo più rap di Ed Sheeran, You Need Me I Don’t Need You, che diventa una bellissima versione rock incazzata da tenersi stretti ai braccioli della poltrona. Si mette il massimo e le note suonano impetuose e vengono così trascinati ai live show.

Qua le cose iniziano a farsi interessanti. Il primo live è profetico. Infatti vede la band romana cimentarsi con Let’s Get It Started e dare quindi il via alla loro avventura. La baldanza della band è assicurata, sono ormai entrati pienamente nel loro personaggio. Vic è sempre più bella, Damiano supera i confini del sex appeal, Er Cobra è il personaggio di punta ed Ethan è silenzioso, sullo sfondo, una figura quasi mitologica. La genesi di un fenomeno, insomma. Da studiare in tutte le scuole. Ma è solo l’inizio, al televoto arrivano solo terzi. Ormai però il seme è stato piantato.

La loro ascesa vera e propria a fenomeno di costume arriva con Beggin’ dei Madcon. L’inno d’amore disperato della band norvegese diventa la hit con la quale i Maneskin possono lanciarsi verso il futuro. Grinta e personalità a non finire, permette loro di concludere da primi la puntata e di iniziare a formare il loro ego. Applausi a scroscio per questa performance e un Manuel Agnelli già visibilmente sicuro delle sue possibilità.

Ma il gioco delle provocazioni non è ancora finito. Infatti “qualcuno mi ha detto che hai un ragazzo che assomiglia ad una ragazza che mi son fatto lunedì scorso” canta Damiano reinterpretando i Killers e sfidando l’ascoltatore con sapienti giochi di sguardi. La terza puntata viaggia a ritmi più bassi della puntata precedente ma la languidità ed il sex appeal che ogni membro di questa band sembra grondare da ogni loro fibra muscolare li portano ad essere una verità irresistibile.

Improvvisamente però scatta il freno a mano. Manuel Agnelli decide che è una cosa sensata assegnare ai Maneskin Ghemon, uno dei migliori conscious rapper in Italia. E questo cosa c’entra coi Maneskin? Ecco, appunto. Un Temporale non suona male ma non è il mondo attraverso il quale loro si esprimono al loro meglio. E’ il primo di alcune piccole frenate che possono anche in parte aver influito sulla loro sconfitta finale. Il pubblico però è sovrano ed ha deciso che quella manche la devono stravincere. E’ ora di seguirli davvero, nelle lande dell’inedito.

Chosen registrata per bene è qualcosa che supera i confini della mente umana. Un pezzo rock arrogante, aggressivo, borioso ed incredibilmente figo che scuote i cuori dei telespettatori che si ritrovano a cantarla tutti insieme con l’arrogante e sexy Damiano, la bella Vic, lo smargiasso Cobra e…Ethan. “Follow me, follow me now, nannanaanan” è ormai un urlo di battaglia, più amplificato rispetto a quanto si era visto alle audition. Nella seconda manche sono i sesti ad esibirsi ma i primi a conquistare i cuori. Stavolta tocca ai Franz Ferdinand ed alla loro psichedelica Take Me Out. Non è tra le loro esibizioni di X-Factor che preferisco ma sono i Maneskin e dettano legge su quel palco.

La frenata più brusca arriva nella sesta puntata. Flow è la loro peggiore esibizione. Una performance spenta e senza appeal che però non sembra mettere particolari ostacoli alla loro vittoria finale. Arrivano secondi al televoto di quella manche ma è giusto un attimo prima che arrivi il momento più catartico della storia di X-Factor 11. Damiano decide di esagerare sulle note di Kiss This. Usa un palo da lap dance, un vestito da donna e delle scarpe col tacco per portare al massimo livello la loro esistenza nel talent di Sky Uno. Dei giornalisti che ne capiscono poco parlano di sessualità fluida ma è falso, è semplicemente la dimostrazione che non sono le nostre vesti a renderci quel che siamo. Tutti i pregiudizi che si potevano avere si dissolvono in una nuvola di fumo. Vengono anche questa volta superati da Licitra ma hanno le chiavi della semifinale in mano.

Oltre all’inedito fanno una bellissima canzone di James Arthur, You’re Nobody ‘til Somebody loves you. Un pezzo che non spicca per la sua adattabilità ma che i ragazzi riescono a rendere proprio seppur anche qua con molti difetti. Il loro percorso sta iniziando a trovare delle salite proprio verso la fine. Nonostante ciò Assago è lì, super raggiungibile. E ci arrivano, eccome se ci arrivano.

Per definire cosa siano stati i Maneskin nella finale di Assago non basterebbero pagine intere. In poche parole sono stati qualcosa di incredibile. Un qualcosa che si potrebbe replicare solo a San Siro tra anni. Energia, grinta, tenacia, arroganza, qualsiasi cosa. Prisoner con James Arthur esce in maniera intensa, rendendo il vincitore di X-Factor UK un personaggio di secondo piano. I protagonisti sono e saranno sempre loro ed il medley lo dimostra. Tutto quanto avevano dimostrato finora esplode prepotentemente in quel di Assago. Un’esibizione catalizzante, eclettica, che attrae tutti gli occhi su di loro. Dopo uno scintillante inedito sono i secondi classificati. Ma la strada davanti a loro è senza dubbio aperta.

Esibizione migliore: Somebody Told Me (terza puntata)

Esibizione peggiore: Flow (sesta puntata)

Voto percorso: 9

Voto vocalità: 7-

Voto emotività/coinvolgimento: 10

Voto futuro discografico: 9.5


Enrico Nigiotti

Il cantautore toscano è un volto già conosciuto nell’ambiente dei talent show. Trentenne livornese, inizia la sua carriera televisiva ad Amici 9, nell’edizione che consacrò vincitrice la giovane Emma Marrone. Erano ormai otto anni fa. S’innamorò di Elena D’Amario e per evitare di doverla sfidare e rischiare la sua eliminazione decide di autoescludersi dal programma, dal quale però aveva già ottenuto diverse soddisfazioni. Cinque anni dopo decide di tornare nel mondo della televisione, tentando la carta di Sanremo Giovani. La manifestazione incoronerà vincitore Giovanni Caccamo, contro il quale Enrico perderà sul filo di lana in semifinale. La sua Qualcosa Da Decidere rimarrà comunque una piacevole hit.

Si presenta due anni dopo ad X-Factor dove Mara Maionchi lo riconosce subito. Ai provini porta un inedito nuovo, chiamato L’Amore E’, che trascina alle lacrime tutti, nonostante sia una versione ancora da smussare. Viene fatto passare in modo unanime nonostante ci siano molti dubbi sulla sua classicità. Alla sfida delle sei sedie decide di far sognare con uno stupendo pezzo di Cremonini, Deve essere così. Il brano viene interpretato con la classicità che lo contraddistingue e colpisce al cuore. Nonostante sembri un bagnino scappato da Baywatch Enrico è qualcosa di meraviglioso. Ricky Jo deve lasciargli il posto ma nessuno piange, anzi.

Ho visto Nina Volare ed ho anche visto Enrico cantare. Un interprete magnifico e intenso, seppur da sgrezzare. I live show sono suoi senza nessun dubbio. Sappiamo che forse è finalmente il suo momento di splendere. Entra subito nella quota dei possibili vincitori.

Il primo live show lo vede interpretare La canzone dei vecchi amanti del gran maestro Battiato. L’esibizione viene criticata per la sua classicità da Fedez ed Agnelli ma a me colpisce per la sua intensità vocale e la sua voce profonda che riesce a far commuovere tutti. Per il pubblico però è ottavo, non è ancora perfettamente inquadrato eppure è un inizio da cui non si poteva chiedere di meglio.

Quelli che benpensano è di contro una rivisitazione del pezzo di Frankie Hi-Nrg che non mi convince. Enrico non si dimostra adatto alle atmosfere del pezzo, non riesce a rendere bene il brano che non è aiutato da una sonorità più pop e meno urban. La vocalità è decentrata ed il risultato è un pastrocchio senza capo nè coda. Nonostante ciò al pubblico piacerà, facendolo arrivare terzo.

Al terzo live show arriva un cambio di look ed un’inversione di rotta per il buon Enrico. Si calerà nei panni del cantautore maledetto interpretando bene e con la giusta mimica un pezzo di Daniele Silvestri, Il Mio Nemico. Riuscirà a superare in percentuale addirittura Licitra. E’ l’inizio del vero percorso del toscano che da qua in poi ci regalerà delle esibizioni veramente ottimi giocandosi la vittoria fino alla fine.

Make You Feel My Love è il momento più emozionante della carriera nigiottiana. Il ragazzo riesce a non copiare nè Adele nè Bob Dylan, rendendo il pezzo così totalmente suo e facendoci sognare grazie all’accompagnamento della chitarra. Emozionante ed intenso, mette tutto se stesso nell’interpretazione e arriva ai suoi massimi picchi del programma. Infatti è l’unica puntata in cui è il re assoluto del televoto. E’ ora di presentare l’inedito.

L’amore è nella sua versione definitiva è un ballatona radiofonica dolce e delicata, che ti strega con quel suo “credimi credimi credimi sempre“. Al primo ascolto non funziona molto e rischia di annoiare ma man mano che si va avanti riesce ad entrare nel cuore e nella testa. Anche in questo caso riesce a superare Licitra, confermandosi come cantautore ottimale. Nel secondo turno si veleggia verso la seconda stella a destra in una dolce versione dell’Isola Che Non C’è. Ormai ha segnato la sua strada e la percorre in modo delineato, accompagnato dalla sua chitarra.

Successivamente la stella continua a brillare. Mi Fido Di Te è una reinterpretazione che cambia senza stravolgere il famoso pezzo di Jovanotti. Ormai raggiunto il massimo livello di credibilità il buon Nigiotti veleggia sempre nel terzo posto delle preferenze del pubblico di X-Factor. Noi ci fidiamo di lui, apprezziamo quello che è, la sua purezza d’animo e la sua sincerità da cantante navigato. Nella seconda manche ci porta al mare con Vento D’Estate, l’immortale pezzo di Gazzè e Fabi. Dopo Silvestri chiude così il terzetto romano. E’ secondo nelle preferenze e la sua versione è una versione pura e precisa che rende giustizia al pezzo originale, senza però essere precisissima.

La semifinale lo vede reinterpretare il suo inedito e la storica Redemption Song del buon Bobba Malle. Nonostante la mancanza di esperienza e di vissuto e l’inglese da studente ripetente il pezzo viene benissimo e rimane saldo come inno immortale. Ormai la finale è perfettamente sicura e per un periodo si presuppone sia lui l’uomo che potrebbe vincere.

Say You Won’t Let Go è una prova di maturità con James Arthur e l’ultimo canto del cigno del cantautore prima di un medley che, nonostante sia emozionante, soffre rispetto all’intensità della concorrenza. Arriva terzo e vede anche questa volta il suo sogno sfumare ma saprà di sicuro lasciare la sua impronta nel mercato discografico.

Esibizione migliore: Make You Feel My Love (quarta puntata)

Esibizione peggiore: Quelli che benpensano (seconda puntata)

Voto percorso: 9+

Voto vocalità: 8

Voto emotività/coinvolgimento: 10

Voto futuro discografico: 9+


Samuel Storm

Giovane ragazzo nigeriano 19enne, emigrato in Sicilia dopo un viaggio durato nove mesi su un barcone. Conosce fin da giovane la sofferenza e le vicissitudini della vita da migrante ma non per questo si perde d’animo e decide di partecipare alle audizioni di questa undicesima edizione di X-Factor. Si presenta con un suo inedito, chiamato The Fire, cantato e suonato divinamente. Stupisce tutti i giudici e si dimostra come una delle più interessanti pedine a disposizione degli under uomini.  Alla sfida delle cinque sedie non molla mai il suo posto stupendo con una versione acerba ma sorprendente della bellissima Skinny Love. Il pezzo di Birdy potrebbe sembrare inadatto alla sua vocalità ma invece esce un qualcosa che il pubblico non può dimenticare facilmente. A causa della sua condizione da rifugiato Samuel non può presentarsi agli homevisit a Dubai. Questo però non ferma Fedez che decide di sentirlo a Lucca. Il giovane ragazzo nigeriano canta Ordinary People nella quale sembra veramente di sentire John Legend. Una classe ed eleganza che consentono al giovane migrante di accedere ai live show di X-Factor.

Nella prima puntata Fedez gli assegna Location di Khalid, un brano che in Italia conoscono in pochissimi. La sua black attitude gli permette di interpretarlo in maniera sufficiente per renderlo credibile. La performance viene bene e pare che il giovane rapper rozzanese abbia un altro super talento in mano. Per il televoto è quinto ma a causa delle regole particolari del primo live è costretto ad affrontare il rischio eliminazione. Fedez tra i suoi tre ragazzi sceglierà di salvare proprio lui, dandogli una grandissima fiducia.

Il secondo live lo vede protagonista di un pezzone degli X Ambassadors, la record seller Unsteady. Il pezzo non rende giustizia al ragazzo che ci regala un’esibizione mediocre, priva di pathos e totalmente asettica, nonostante spicchi la sua vocalità black. Non riesce di nuovo a colpire al cuore come ha sempre fatto finora. Il pubblico però non sembra condividere l’opinione con me e lo mantiene addirittura secondo al televoto, sfiorando vette mai viste.

La terza puntata lo vede cadere al punto più basso mai toccato durante i live di X-Factor. Vestito come un commesso di Zara si ritrova a cantare biascicando Super Rich Kids, con parole confuse e vocalità completamente a terra. La canzone è complicata ed il ritmo è altalenante e questo si traduce in un sonoro flop. Anche in questo caso però il pubblico sembra gradire l’esibizione facendolo nuovamente arrivare secondo. I criteri di voto del pubblico dei talent sono sempre un fenomeno che incuriosisce.

Nonostante questa frenata nelle mie preferenze si prosegue verso il quarto live show. A Song For You è pulita e precisa e cantata decisamente bene, ma manca di quella radiofonicità che dovrebbe caratterizzare la popstar del secolo XXI. Un’esibizione controllata, delicata, di pregevole fattura ma che non lascia mai un marcato segno nell’ascoltatore. Le percentuali, infatti, diventano molto più basse rispetto ai suoi contendenti però il buon Samuel dimostra di piacere comunque abbastanza al pubblico.

Si arriva all’inedito e Samuel decide a sorpresa di stravolgere tutto quello che si era visto nelle audizioni e di portare The Story, una delicata ballatona sulla sua storia e sulle sue origini. Non è per niente il migliore inedito del lotto, però, tutto sommato, ha quell’anima un po’ black che ti permette di sentirlo nella pelle. Il ritornello ricorda molto lo scenario alternativo della musica anglofona, in particolare le sonorità delle canzoni di Hozier. Samuel riesce benissimo ad interpretare la canzone, che sembra veramente calzata su di lui. Sarà infatti tra gli inediti più venduti su iTunes, senza però raggiungere mai i livelli dei Maneskin o di Nigiotti. Dopo questo ritorno alla ribalta il ragazzo deve cantare nella seconda manche Rolling In The Deep, altra scelta non proprio felice. Infatti, non è la personalità adatta a cantare Adele che in bocca sua risulta fuori posto e non totalmente centrata. Ciononostante continua a raccogliere sempre più consensi.

Per la sesta puntata Fedez fa due scelte completamente diverse e decide per la prima manche di consegnargli She’s On My Mind, un pezzaccio dance di JP Cooper. Oltre a sbagliare la pronuncia il ragazzo continua a non essere più in botta, fornendo una performance che non esplode mai completamente e con un ri-arrangiamento totalmente fatto a caso. Il suo consenso a questo giro tocca quasi i minimi storici. La seconda manche invece lo riporta sulle ballatone più classiche e stavolta il pezzo per provare ad emozionarci come un tempo è Say Something degli A Great Big World. Le intenzioni sono buone ma lui decide di strafare, rovinando così il pezzo e facendolo diventare meno toccante ed intenso. Si salva dal ballottaggio per un punto e mezzo di percentuale.

La semifinale lo vede affrontare il suo primo vero ballottaggio, nonostante la sua versione di Stand By Me sia veramente un gioiello pregiato. Alcune imperfezioni vocali non impediscono al pezzo di venire bene. Coverizzato più volte, il grande classico di Ben King viene reso più intenso dalle esperienze personali del giovane italo-nigeriano. Il ragazzo riesce a superare anche a piacere ai giudici, cantando Freedom di Anthony Hamilton, pezzo sofferto ed importante. Vengono così eliminati i ROS.

In finale gli viene assegnato Naked, un pezzo meno noto di James Arthur, che lui esegue con trasporto, come tutto il suo percorso. Ma non basta e si deve arrendere, facendo concludere la sua avventura con un dignitoso quarto posto, prova però del fatto che Fedez forse non si aspettava di averlo fino alla fine. Può comunque essere orgoglioso di se stesso e della sua crescita artistica e personale.

Esibizione migliore: Ordinary People (Home Visit)

Esibizione peggiore: Super Rich Kids (terza puntata)

Voto percorso: 6.5

Voto vocalità: 8+

Voto emotività/coinvolgimento: 7 –

Voto futuro discografico: 6.5


Al quinto posto troviamo un’altra delle band di Agnelli, i ROS.

Toscani veraci (arrivano da Montepulciano, in provincia di Siena) sono formati dalla bellissima Camilla Giannelli (21 anni), Kevin Rossetti (20) e Lorenzo Peruzzi (23). Dopo tantissima gavetta la rockband dalle c aspirate decide di presentarsi sul loro primo palco importante, quello di X-Factor. Le audizioni sono il primo step e decidono di portare I put a spell on You. Camilla si dimostra fin da subito la più talentuosa a tal punto che potrebbe benissimo reggere benissimo il provino da sola. Non male i suoi due compagni come strumentisti, senza però toccare livelli veramente eccelsi. Manuel Agnelli li nota subito vedendo in loro una band con i contro-coglioni. Alla sfida delle cinque sedie dimostrano la loro natura che si porteranno dietro per tutto il programma, quella di novità punk-rock italiana. Il brano che scelgono è Svalutation, che diventerà un loro cavallo di battaglia. Io entro in modalità innamoramento con Camilla ma la band ci fa tutti gasare con il classico di Celentano che mai come ora esplode. Uno dei migliori brani che si siano mai sentiti in un bootcamp. Prendono il posto dei Deadline Induced Panic e volano quindi agli Home Visit dove decidono di tornare sul rock più classico con Believer. La band più figa di tutta la Toscana incanta Agnelli ed il pubblico. Il ri-arrangiamento è bellissimo e si dimostrano fin da subito esperti a rifare le canzoni, cosa che sarà la loro gioia ed insieme la loro rovina.

Pronti, via e si finisce al teatro Linear Ciak. L’inizio è a dir poco rovinoso. Manuel decide di vederli come una band di cover rock di pezzi che non lo sono e quindi la prima assegnazione è Battito di Ciglia. La uptempo elettronica di Francesca Michielin diventa così una schitarrata rock senza contegno. Fuori luogo come la neve ad agosto, il pubblico li lascia ballare a metà classifica. Nonostante questo scivolone loro dimostrano ancora una volta di saper suonare benissimo.

Il secondo live show li vede proseguire su questa strada ma purtroppo non va bene. Fiori d’arancio è una delle più belle canzoni di Carmen Consoli e viene di nuovo resa un teatrino rock. Le chitarre e le batterie sono tutto in regola ma il pezzo no, e vengono mandati al loro primo ballottaggio in assoluto. I giudici non riescono a decidersi dopo che la band riporta Svalutation e viene chiamato il TILT che li vede vincitori. Possono quindi approdare alla terza puntata.

Stavolta Manuel comprendendo gli errori decide di farli di nuovo salire ai grandi fasti con Supermassive Black Hole. Qua l’urlo e le chitarre possono imperversare liberamente, l’esibizione è figa e trasmettono un’onda positiva di grinta che non si vede spesso su quel palco. E’ il loro mondo, il loro ambiente. Ma al pubblico sembrano non piacere e con percentuali vergognose finiscono al secondo televoto. Tornano nel duello a quanto visto precedentemente, intonando una versione punk di Nessuno Mi Può Giudicare. Manuel implora il tilt a causa dell’affrontarsi di due componenti della sua squadra ed anche stavolta il pubblico salva loro la vita.

La quarta puntata è quella dell’apoteosi. Camilla decide di diventare un’icona sexy. Per interpretare gli Arctic Monkeys decidono di mollare il loro classico urlato e diventare intriganti e decisi, con un sound più avvolgente. Un risultato memorabile che dimostra ancora una volta la camaleonticità della band senese. Le percentuali bulgare li piazzano secondi.

Finalmente si va all’inedito. Ti va di fare oh oh RU MO RE! è il grido di battaglia che si propaga dai toscani. Un inedito sporco, urlato, energico, pieno, che va ad accarezzare lentamente il punk rock e dà una svolta all’ambiente. Un inedito che non mi colpisce subito ma che ingrana pian piano. Una botta di energia, non così potente come quella dei colleghi romani ma che non annoia mai. Su ITunes però non verrà mai comprato più di tanto e rimarrà sempre nei bassifondi della classifica. Passato questo scoglio è il turno di Song 2. Di nuovo il ritorno al rock fatto bene, a delle atmosfere più intense ed alla giusta carica.

Sesto live quindi, dove addirittura si esagera con i Rage Against The Machine. Camilla è una incredibile icona sexy e la band gira nel mood giusto rimanendo rock, intensi, convincenti, urlanti, incazzati. Il pubblico sembra che ormai abbia capito questo lato dei toscani, che si prendono un buon quarto posto su sette. Nella seconda manche il futuro parte piano con il pezzaccio dei The Kills. Sono sempre cattivi, anche se abbassano il livello ma vengono mandati di nuovo al ballottaggio. E’ ormai una condanna. Portano i Marta Sui Tubi (perchè non si è mai abbastanza indie) e riescono a vincere per la terza volta guadagnandosi un posto in semifinale.

La canzone scelta è qualcosa che aspettavo da anni cantassero, Acida, uno dei migliori pezzi del punk italiano. L’inno di ribellione dei Prozac+ si propaga per il teatro Linear Ciak. Le paranoie che il brano narra vengono rese in modo epocale dalla giovane Camilla che incarna nel suo spirito tutto quello che è il rock ed il punk. Ma non basta ed inesorabili cantano al ballottaggio per la quarta volta. Ormai in rotta con il pubblico che fino a prima li portava in palmo di mano, la band senese saluta X-Factor cantando i Royal Blood eliminati dai giudici senza appello. Resteranno sempre nel nostro cuore.

Esibizione migliore: Svalutation (Bootcamp)

Esibizione peggiore: Fiori d’arancio (seconda puntata)

Voto percorso: 7

Voto vocalità: 8.5

Voto emotività/coinvolgimento: 9

Voto futuro discografico: 8-


Sesto il pizzaiolo napoletano Andrea Radice

Il 26enne napoletano è un ragazzone emotivo e fan di Pino Daniele che ha deciso di andare ad X-Factor per provare a fare altro che non sia mandare avanti l’azienda di famiglia. Alle audizioni colpisce fin da subito con Back At Home, una canzone non conosciutissima ma che lui sa interpretare con deliziosa maestria. La sua voce calda ed avvolgente piacciono immediatamente. Il suo concept ricorda un po’ quello di Andrea D’Alessio e questo sarà il suo unico grande difetto.

I bootcamp lo vedono portare su quel palco Recovery. E’ un apoteosi, è il Rag’n’Bone Man italiano.  Si prende la sedia e ci rimane fino alla fine, senza più muoversi. Ormai certezza, i suoi home visit sono solo una formalità. Porta il suo idolo, Pino Daniele, e la struggentissima Quando. E’ tutto quello che si potrebbe desiderare da un cantante: intenso, preciso, intonato, commovente. Va ai live show con un dito nel naso e tutti sono convinti che sia nato un fenomeno.

Nella prima puntata canta Superstition di Stevie Wonder. L’assegnazione è banale per uno che si pone come soulman ma il ragazzo dimostra una grinta, una verve ed una capacità di stare sul pezzo che si è vista ben poche volte nel mondo di X-Factor. E’ subito magia. Non importa che cerchi di imitare uno stile già visto più volte, lo sa fare decisamente meglio degli altri. E’ quarto nelle preferenze ma è l’inizio di un grande percorso.

Nel secondo live show la scelta per lui della Maionchi cade su Make It Rain, grande ballatona del mai troppo celebrato Ed Sheeran.  Il pezzo non è esattamente adatto per lui, però la vocalità potente e precisa lo salva. Terzo per il gradimento del pubblico e il giovane napoletano convince sempre di più di non essere semplicemente una pizza.

Al terzo live la magia stanca un po’. I Need a Dollar è un brano che è perfetto per lui ma il suo percorso sembra diventato la perfetta copia di qualsiasi soulman esistente. Nonostante ciò vincerà la sua prima ed unica puntata.

Successivamente tocca al mashup tra i Daft Punk e John Newman. Lui è vestito sempre peggio ma l’attitude e la credibilità che si è costruito funzionano rendendolo un grande protagonista del serale. Sarà secondo, per l’ultima volta nella sua storia dei live.

L’inedito del pizzaiolo è il più sanremese del lotto. Una ballad cantata benissimo che esalta le capacità vocali del giovane ragazzo napoletano. Quel giusto pizzico di autotune la rende una potenziale hit che però non trova nel palco di X-Factor il luogo in cui esprimersi al meglio. Infatti la sua performance su iTunes sarà decisamente calante. Nel secondo round diventa un perfetto clone di Justin Timberlake che sembra essere salito sul palco del Linear Ciak per qualche secondo, dimostrando la sua verve e le sue capacità performative. Ormai, però, le persone sembrano non volere più bene al soulman.

Diamante è una delle canzoni più coverizzate di sempre, l’ha interpretata anche Chiara all’ultimo Festival di Sanremo. Quando finisce tra le mani di Andrea la Maionchi si dimostra geniale anche in questo campo. La versione non è di certo la miglior cover di Zucchero mai fatta però suona bene, delicata ed intensa. Ma è un canto del cigno, la seconda manche lo vede interpretare Transformer di Gnarls Barkley, concentrandosi sulla vocalità e meno sulla vivacità. Il pezzo lo manda in ballottaggio contro i ROS ed è proprio un pezzo di James Arthur (ironia della sorte) a farlo eliminare. Perdiamo così un interessante cantante dalla verve soul, con delle potenzialità nascoste incredibili.

Esibizione migliore: Quando (Home Visit)

Esibizione peggiore: Make It Rain (secondo live)

Voto percorso: 5-

Voto vocalità: 9

Voto emotività/coinvolgimento: 9

Voto futuro discografico: 7.5


Settima colei che ha ispirato tutto l’articolo, la piccola bergamasca dalla vocalità intensa, sua eccellenza Rita Bellanza.

Chi mi segue da un po’ sa della mia smodata passione per le under donna. In particolare mi ritrovo attratto (come un magnete pacchiano si attacca al frigo) da quelle under donna piccole ma grintose, quelle su cui puntano in pochissimi, quelle su cui spesso l’intero mondo si trova contro. Due anni fa misi i miei soldi sulla principessa di Pesaro, di cui vi parlai abbondantemente. L’edizione scorsa ero totalmente innamorato di Caterina Cropelli, la trentina trotterellante. E a sto giro tocca alla dama di Bergamo. Città che ultimamente è salita alla ribalta per la bellezza e la costanza di quanto costruito da Gian Piero Gasperini e dalla sua Atalanta. Ma che si è saputa imporre anche nel panorama musicale, grazie proprio a questa edizione di X-Factor.

Sophie Rita Eugenia (questo il suo nome completo) non ha vissuto esattamente una vita facile. Nata e cresciuta in Calabria è finita in provincia di Bergamo dopo aver girato tantissime famiglie affidatarie. Nonostante ciò non ha mai perso la voglia di fare musica ed è riuscita a farsi un nome nel mondo musicale, vincendo anche diverse borse di studio in merito. Si presenta sul palco di X-Factor dopo che l’avevano iscritta e decide di portare una canzone meravigliosa davanti ai giudici, Baby Can I Hold You, una poesia musicale di Tracy Chapman. Passa tendenzialmente inosservata a tutti ma io già riesco a vedere il potenziale come un segugio fiuta i tartufi. Quella esibizione mi regala sulle pelle tantissimi brividi, una pelle d’oca che non percepirò mai più per tutto il resto dei casting. Intensa, struggente, emotiva, con un timbro caldo, roco e profondo che sarà la sua gioia e la sua rovina. Giovane, fresca, carina, vestita bene, insicura ma forte allo stesso tempo, la ragazza inizia da qua il suo volo. Dissi di segnarsi il suo nome perchè ne avremmo sentito parlare a lungo e non potevo ancora sapere quanto avrei avuto ragione.

I bootcamp sono ovviamente lo step successivo e tutti sappiamo cosa succede. Rita decide di portare un pezzo di Vasco Rossi, tale Sally. Il brano è ciò che la porta definitivamente alla ribalta. Tutti iniziano a credere veramente in lei ed io ho il pizzico di orgoglio di Pippo Baudo quando vede qualsiasi soubrette televisiva a caso. In mezzo a questa serie infinita di applausi non possiamo sapere che il brano, interpretato come una grandissima cantante navigata, sarà la pietra di paragone per tutto quello che verrà dopo. Gli Home Visit la vedono interpretare Io Che Amo Solo Te e si dimostrano le capacità della bergamasca di saper emozionare fino al midollo. Fin dall’ingresso è già la concorrente più discussa dell’edizione.

La prima puntata si apre con Le Rondini, pezzo del 1990 di Lucio Dalla. L’esibizione si mantiene su standard altissimi, dimostrando il talento cristallino della ragazza che si dimostra secondo solo a Chiara nelle edizioni SKY. Un po’ sottotono rispetto alla perfezione assoluta della prima fase ma comunque capace di donarci delle vere e sincere emozioni. Il pubblico la mette seconda e sembra tutto apparecchiato per delle grandi emozioni.

I problemi, però, arrivano in fretta. Levante non coglie l’essenza di Rita e nella seconda puntata decide di farle portare Brunori Sas. La verità è che stavolta l’emozione zoppica. La canzone non è adatta a lei e non riesce a comunicare lo stesso messaggio del cantautore. Una bella voce che non è veicolata a nessun messaggio, risultando nel primo flop della giovane bergamasca. Il pubblico, però, rimane comunque stupito dalle sue bellissime doti vocali, posizionandola in una onestissima posizione.

Il problema sorge alla terza puntata. La sua giudice continua a non capirla del tutto e le dà il brano più sbagliato della storia. Lost On You è una tragedia greca. Nonostante la vocalità di LP sembrerebbe molto simile a quella di Rita il risultato finale è un disastro su tutti i fronti. Il diamante più splendente dell’universo viene seppellito sotto una quantità di cenere. Le capacità vocali della ragazza sono, però, sotto gli occhi di tutti ed è evidente che con una giusta spinta lei potrebbe fare qualsiasi cosa. Infatti, continua a risaltare tra le preferite del pubblico votante che le permette di spiccare anche questa volta. Ma il meccanismo inizia ad incepparsi.

Il successivo live show vede come ospite l’inattaccabile Gianni Morandi. Rita ci fa volare nell’iperuranio con una versione meravigliosa de La Donna Cannone, che la rivaluta finalmente e facendola tornare colei che mi aveva dato i brividi nelle audizioni. Perfetta, delicata, avvolgente, calda, emozionante ed emozionata. Ma il pubblico non sembra convinto e con estrema decisione viene tuffata nel duro inferno dei ballottaggi. Il sempiterno Gianni decide di salvarla da una fine certa permettendo a Rita di raggiungere l’inedito e causando una vergognosa bordata di fischi. Uno dei momenti più bassi toccati nella TV italiana.

L’inedito della Bellanza è semplicemente meraviglioso. Non ci sono altre parole. Aiutata da Levante e Filippelli, realizza una piccola poesia pura e semplice in cui la sua voce scivola e si incastra perfettamente in quanto costruito per lei. Rita at her best. In una spirale crescente di emozioni la canzone arriva dritta ai cuori e difatti su iTunes farà record su record, per diverse settimane. Ormai però quelli che l’avevano portata su un palmo di mano finora la stanno condannando e nel secondo round, nonostante una ecletticità nella bellissima Aguas De Março di Elis Regina, che dimostra come la ragazza sappia destreggiarsi pure nel portoghese e su uno dei più bei brani jazz della storia. Il secondo ballottaggio è una pugnalata al cuore ma la reinterpretazione delle Rondini convince appieno i giudici che, con sorpresa di Fedez, la salvano per l’ultima volta.

Il canto del cigno è In Questo Misero Show, che smaschera tutta la falsità del sistema televisivo e fa in modo che non si possa più salvare. La ricciolina è eliminata senza passare dal via, con sommo dispiacere e rammarico del sottoscritto che in lei sempre ci ha creduto e sempre ci crederà. L’esibizione era stupenda, nonostante tutto. Le ultime notizie la vedono in studio con la vocal coach di Annalisa, Danila Satragno.

Esibizione migliore: Baby Can I Hold You (provini)

Esibizione peggiore: Lost On You (terza puntata)

Voto percorso: 7.5

Voto vocalità: 10

Voto emotività/coinvolgimento: 10

Voto futuro discografico: 9+


Ottavo un volto noto, Gabriele Esposito.

Diciannovenne napoletano con la passione per la musica, si era presentato ad X-Factor già nell’edizione precedente facendo alzare in piedi diverse persone del pubblico (me compreso) che gli avevano tributato una standing ovation. Ma Arisa non aveva proprio voluto saperne e lo aveva eliminato ai bootcamp, con disperazione di Fedez. Nel 2017 decide di ripresentarsi e sarà proprio il giovane rapper ad accoglierlo sotto la sua ala protettrice. Ai provini si presenta con un suo inedito, chiamato Limits. Il pezzo è veramente bello, tocca le corde del cuore e lui si dimostra migliorato sotto ogni aspetto. Una sua eventuale vittoria finale sarebbe risultata decisamente telefonata però non avrebbe sfigurao perchè il talento del ragazzo non sembrava per niente intaccato.

Beh, mi sbagliavo. Il ragazzo decide di portare alla sfida delle sedie When We Were Young diventando nel giro di due minuti il perfetto clone di Lorenzo Fragola. Chitarrina, vocina pulita, faccino angelico e si va a rappresentare in pieno tutti gli stereotipi mai creati. Malissimo. Si prende però la sedia senza mollarla più. Agli Home Visit va ad uccidere pure gli Script con la loro Breakeven distruggendo ogni singola goccia di quello che mi era piaciuto ai provini e l’anno prima. La parabola discendente del ragazzo era però solo all’inizio.

Fedez ovviamente non perde la chance di rivalutare quanto Arisa non aveva saputo cogliere ed al primo live decide di instradarlo su una strada che non è palesemente la sua. Adam’s Song a chi non sa cosa siano i Blink è reato penale. Il tentativo di instradare il giovane napoletano sulla strada del punk rock è un fallimento epocale. Sempre fuori posto come un pulcino in una sfilata di cigni, inizia veramente malissimo il suo percorso. Il pubblico lo butta al nono posto su dodici, iniziando a coltivare un odio che serpeggerà lentamente fino alla sua eliminazione.

Il secondo live è leggermente meglio. Certo, non ci vuole neanche tantissimo. I Twenty One Pilots scorrono in maniera più pulita ma rimane sempre la certezza che Gabriele non è assolutamente nato per fare il rocker maledetto. Si dovrebbe virare su atmosfere più pop che il ragazzo saprebbe gestire benissimo. Il gradimento del pubblico però non premia questa mia considerazione.

Si vola avanti con la più grande paraculata della storia dei talent show. Gabriele ha dalla parte sua il fatto che smette di cantare il rock ma in compenso si affida ad un banalissimo Ed Sheeran con Macklemore e la sua canzone sulla paternità. In sè il suo genere sarebbe perfettamente quello ma la scelta di Fedez è sempre la solita, per farsi pubblicità e questo non sarà mai gradito. Il pubblico lo mette nella zona salvezza, di un solo posto distaccato dagli ultimi due, seppur con tre punti percentuali in più. Ormai sembra tutto nero per il giovane ragazzo chitarra-munito.

Poi arriva Hotel California. Toccare il sommo capolavoro degli Eagles è qualcosa di pericoloso e la canzone va saputa interpretare e mettere in un certo contesto. Esposito canna totalmente il brano, senza contesto, senza storia, senza vitalità, solo una buona vocalità, a cui aggiunge pure l’onta di aver sbagliato le parole nella strofa più importante. Glen Frey ha sentito fenomeni sismici che si approcciavano alla sua tomba, probabilmente. Il ballottaggio è la cosa più immediata e logica. Gabriele canta gli Script e riesce a salvarsi la pelle sulle spalle della povera Camille.

Possiamo dunque sentire il suo inedito, Limits, che non è affatto male. Il testo è un copia-incolla disperata delle canzoni d’amore inglesi ma lo stile dance si fa canticchiare. Non è di certo il migliore inedito del parco ma non è neanche il peggiore. Se lui fosse un interprete più convincente poteva essere una grandissima hit radiofonica. E’ il suo canto del cigno. Riporterà Adele al ballotaggio ma non potrà più fare niente per salvarsi da una eliminazione inesorabile. Peccato, talento sprecato.

Esibizione migliore: Limits (audizioni)

Esibizione peggiore: Hotel California (quarta puntata)

Voto percorso: 4

Voto vocalità: 7+

Voto emotività/coinvolgimento: 5

Voto futuro discografico: 8.5


Al nono posto, la giovanissima Camille Cabaltera

Diciassettenne italo-filippina è cresciuta in provincia di Siena, partecipa da giovanissima a Ti Lascio Una Canzone e vince il Festival di Castrocaro sezione junior. Già dotata quindi di uno spiccato talento musicale, decide di presentarsi ai provini di X-Factor portando un bellissimo inedito piano e voce, cantato da lei. Il brano, Worth It, è spettacolare anche se condivide decisamente troppe atmosfere con i pezzi di Demi Lovato. Nonostante ciò, la giovane ragazza impressiona e viene vista come uno dei possibili crack dell’edizione. Levante non ha nessuna esitazione nel concedergli una sedia, sottraendola alla altrettanto talentuosa Noemy Rao. L’esibizione della toscana in Out Here On My Own, direttamente da Saranno Famosi, è una pugnalata al cuore, anche se assomiglia troppo a Nikka Costa. Ma sotto ogni punto di vista è tutto perfetto.

Agli Home Visit a Tindari la ragazza decide di virare su un classico italiano, quella Meravigliosa Creatura che tanto ha dato a Gianna Nannini. Ariosa, aperta, precisa, anche senza il suo inseparabile pianoforte riesce ad impressionare e ad arrivare dritto per dritto ai live show.

La prima puntata la vede molto carica. Si butta, infatti, su un pezzo della giovane rapper Iggy Azalea, tale Team. Levante cerca di roshellizzare la sua bravissima cantante e ci riesce solo in parte. Delicata nelle parti cantate ed intensa nelle parti rap, Camille si rivela perfetta anche sotto questo aspetto, venendo penalizzata solo dal paragone con la rapper dell’edizione precedente. Sesta per il televoto, è un grandissimo inizio.

Nella seconda puntata gira totalmente diverso. Stavolta il pezzo è Chandelier e la ragazzina dimostra confrontandosi con Sia alcune importanti lacune vocali e tutti i suoi difetti. Non splende per nulla e si salva dal ballottaggio solo per pochi punti percentuali. Comunque il suo immenso talento si dimostra ancora presente sotto la cenere.

Si prosegue cambiando ancora genere. E’ Lorde quella ad essere coverizzata in questo turno, in una inaspettata veste sexy. Il cantato è meraviglioso ma il rappato non eccelle. La performance è funzionale ma il principale problema è capire chi sia veramente questa ragazza, poichè sta cambiando troppe vesti.

Non abbiamo però tempo di accorgercene, perchè l’avventura della Cabaltera si interrompe bruscamente nel quarto live. Sorry Not Sorry è, dal punto di vista prettamente cantato, un’esibizione coi fiocchi ma la ragazza ci mette la grinta di un bradipo quando cambia albero, scomparendo totalmente di fronte alle capacità performative di Demetria Lovato. Il suo ingresso in ballottaggio è purtroppo ovvio e non basta una grintosissima Bang Bang a salvarle la vita. Lascia X-Factor con tantissimi rimpianti. Speriamo possa trovare la sua giusta dimensione perchè Worth It, il suo inedito, è probabilmente il migliore tra quelli di XFactor 11.

Esibizione migliore: Out Here On My Own (bootcamp)

Esibizione peggiore: Chandelier (seconda puntata)

Voto percorso: 6-

Voto vocalità: 8+

Voto emotività/coinvolgimento: 5.5

Voto futuro discografico: 9


Decimi, gli improbabili Sem & Stenn

Salvatore Puglisi (25) e Stefano Ramara (24) sono uno dei più strani gruppi mai passati dal palco di X-Factor. Coppia sia artisticamente sia nella vita, fin da subito attraggono l’attenzione del pubblico che nota i loro look stravaganti. Ultimi pionieri dell’elettronica in Italia, i due arrivano alle auditions con The Fair, un loro inedito che lascia decisamente spiazzati. Stonati, inadatti, fuori tempo…ma hanno anche dei difetti. Sono assurdi, elettronici, sentiamo di non averne bisogno ma non riusciamo comunque a farne a meno. Incantano le folle così tanto che vanno dritti dritti alla sfida delle sei sedie. Vestiti da scolaretti reinterpretano Into You di Ariana Grande in chiave elettro-dark lasciandoci tutti basiti. Cadono braccia, volano applausi. La sedia è loro e non si rialzeranno mai più da lì. Manuel è convinto che possano fare grandi cose, nonostante i loro evidenti limiti vocali.

Gli Home Visit rappresentano una sfida nuova. Perfect Harmony dei Beloved è una signora performance. Sono pazzi, sono assurdi, sono stonati, sono senza senso ma sono anche ai live show. E’ qualcosa di follemente insensato, i loro problemi vocali ci sono e sono evidenti ma non importa a nessuno.

Nella prima puntata si inizia con il botto. Let’s Go To Bed dei The Cure è un pezzo che viene riassemblato in chiave new wave, ipnotica, psichedelica, travolgente. Guardare i due ragazzi sul palco è un continuo trip lisergico ed è impossibile non uscire a farsi coinvolgere pesantemente.

La magia prosegue con The Dope Show. Sembra che su quel palco ci siano nati e siano destinati a restarci per sempre. Magnetici di natura, sono improbabili e le loro evoluzioni vocali sfiorano l’orribile ma sono il vero concetto di fattore X. Il pubblico però continua a tenerli clamorosamente bassi, giusta posizione per dei concorrenti in un talent in cui bisogna saper cantare ma allo stesso tempo ingiusto piazzamento per i più bravi performer del programma.

Il loro canto del cigno è quella Electric Feel che permette loro di sfoderare tutto il loro animo elettronico. Noi non sappiamo di aver bisogno di loro eppure ci prendono addosso come una droga a basso costo. Finiscono al ballottaggio, il primo e l’ultimo, e concludono la loro esperienza ad X-Factor con un pezzo dei Public Image.

Andy Warhol sarebbe orgoglioso di loro.

Esibizione migliore: The Dope Show (seconda puntata)

Esibizione peggiore: Into You (bootcamp)

Voto percorso: 10

Voto vocalità: 2+

Voto emotività/coinvolgimento: 9

Voto futuro discografico: 6/7


Penultima la giovanissima Virginia Perbellini

Una veneta col sogno del canto che studia economia. Le premesse per questa ricciola veronese ventitreenne c’erano tutte. La ragazzina si presenta timida ed impacciata ai provini di X-Factor col suo piano, all’insaputa del padre, che la vorrebbe concentrarsi solo sulla carriera universitaria. La sua esibizione in Rise Up di Ambra Day è molto bella e dimostra il talento della ragazza e la sua ecletticità. Passa con quattro sì e corre subito alle cinque sedie. Davanti alla severissima Levante è la prima a riuscire finalmente a sedersi con una esibizione PERFETTA in If I ain’t got you diventando la mia seconda under donna preferita dell’anno. Espressiva come alcune cantanti più grandi di lei non riescono ad essere ed una capacità meravigliosa nel suonare, la Virgi incanta i cuori e gli animi. Improvvisamente però qualcosa si inceppa.

Agli Home Visit si trova a confrontarsi con un colosso di Rodi XFactoriano, la mitica Giudizi Universali. Lo ripeterò fino alla morte, l’esecuzione di quella canzone da parte di Ilaria Rastrelli è la cosa più bella che sia mai stata vista su quel palco da quando è passato sotto l’egida SKY. L’esibizione quindi è per forza di cosa sottotono perchè l’ombra della toscana è sempre presente ad oscurare qualsiasi tentativo di imitazione. Passa grazie alla sua bellissima voce ma questa esibizione è quasi l’interruttore che spegne il sacro fuoco dell’arte.

Thank You è quel compito in classe dove scrivi solo le cose che sai e prendi il tuo 6 pulito. Virginia canta perfettamente, ha una voce spettacolare ma al suo passaggio non lascia niente. Intonata, precisa, delicata, intimista ma niente di più, il guizzo che ti porta a farti innamorare di lei sembra non esserci più. Non è il capro espiatorio della puntata solo grazie al nuovo regolamento.

E purtroppo quella scintilla magica non la si vede nemmeno in Dog Days Are Over. Il tema c’entra l’argomento richiesto ma manca di scrittura creativa. Stessa storia, stesso copione, seppur migliore della volta precedente. Un’intonazione che tantissime cantanti si sognano ma interpretazione zero. E’ qualcosa su cui la giovane veronese dovrà lavorare se vuole avere un futuro radioso nella musica come le si augura. Al ballottaggio risfodera la magia di Rise Up ma è il primo TILT dell’undicesima edizione a condannarla definitivamente. Un’eliminazione forse ingiusta ma intuibile dalla sparizione improvvisa di quel famoso Fattore X che il titolo dello show prevede.

Esibizione migliore: If ain’t got you (bootcamp)

Esibizione peggiore: Thank You (prima puntata)

Voto percorso: 7

Voto vocalità: 9/10

Voto emotività/coinvolgimento: 4

Voto futuro discografico: 8+


Chiudiamo con Lorenzo Bonamano.

Ventenne di Bracciano, il giovane Lorenzo dimostra fin da subito un grande talento per le arti. Ragazzo solare e simpatico, arriva sul palco del talent di casa SKY cantando Stay di Rihanna di cui sogna di essere il corista. La sua voce e la sua performance sono posizionate in un segmento di puntata che non lo favorisce, oscurandone molto le potenzialità ma raggiunge ugualmente la fase dei bootcamp dove si mette in mostra con Worry di Jack Garratt. Non entra mai nelle mie corde di gradimento ma spodesta Francesco Bertoli e vola all’Home Visit. Lorenzo si dimentica le parole di Sempre e Per Sempre andando in panico più totale e riesce a riprendersi sfoderando un ottimo cantato ma non sembra il talento di cui il mondo musicale aveva bisogno. Prevedevo già un suo flop e non mi sbagliavo.

La prima puntata lo vede cadere vittima del nuovo meccanismo xFactoriano. Infatti, è un’intera squadra ad andare al ballottaggio e la sua esibizione in High Hopes dei Kodaline, noiosa, banale e poco incisiva, non riesce a portare abbastanza punti alla sua squadra. E’ undicesimo nelle preferenze, segno che sarebbe comunque finito a ricantare ma forse avrebbe potuto vivere un destino diverso in mano ai giudici. Per salvarsi decide di cantare Radioactive ma il risultato non è dei migliori ed esce di scena.

Esibizione migliore: Stay (auditions)

Esibizione peggiore: High Hopes (prima puntata)

Voto percorso: /

Voto vocalità: 6.5

Voto emotività/coinvolgimento: 3

Voto futuro discografico: 5-


Ed ora manca la mia parte preferita, quella che dona potere ai piccoli e fa sentire la voce degli umili.

I CASSATI (Chi non è entrato nel programma ma meritava di farlo)

-KLEOPATRA JASA

 

Perchè merita: E’ da mettere in quella zona di ammirazione ed idolatria dove si trova anche Maria Faiola (e se non sapete chi è sappiatelo). Oltre ad essere una cantante bravissima, suona anche bene ed è un fenomeno di costume come pochi. Super social, super indie e super simpatica, se diamo credibilità a gente come Tommaso Paradiso perchè non farlo con chi è bravo davvero?

 

NOEMI NOE’ CANNIZZARO

 

Perchè merita: Perchè è la potenziale next big thing della musica italiana. Non scherzo, sentitela suonare poi ne riparliamo.

EINAR ORTIZ

Perchè merita: Ne riparleremo con più attenzione nelle pagelle di Amici ma è attualmente primo nella classifica di gradimento generale, sia di canto sia di ballo. Ha due inediti su iTunes abbastanza interessanti e si sta ritagliando un suo spazio nel talent di Canale 5. Quindi dai, vale la pena seguirlo.

 

 

LUCA MARZANO

 

Perchè merita: Perchè ero sicuro fosse il miglior under uomo dell’anno. Ed in effetti lo è stato, solo che non è entrato.

 

LEONARDO BELLEGGIA

Perchè merita: Perchè poteva essere qualcosa di diverso nel panorama del talent.

 

 

EL CARTEL

Perchè meritano: Avanti anni luce sia come voce sia come arrangiamenti

 

 

DEADLINE INDUCED PANIC

Perchè meritano: I loro inediti sono DA PAURA

 

 

ANDREA SPIGAROLI

Perchè merita: Conoscenza musicale a pacchi.

 

 

VALERIO BIFULCO

Perchè merita: Una voce bellissima.

 

 

ANNA GIULIA PRICOCO

Perchè merita: Se tutte le ragazze della sua età cantassero così bene il mondo sarebbe un posto migliore

 

 

FRANCESCA GIANNIZZARI

 

Perchè merita: Strega, rapisce e ti porta in un altro mondo. Ha una voce stupenda che ti prende nell’anima.

 

 

ELEONORA AMY RAO

Perchè merita: Non è la migliore voce del lotto ma è una puffola grintosissima e sa trascinare con la sua energia.