domenica 24 Novembre 2024

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C’è sempre una canzone (d’amore): Come me

Raccontiamo l’amore con una canzone

Nella mia vita ho avuto un cambiamento lavorativo che negli ultimi mesi mi ha portata a viaggiare spesso. Nel baule della mia macchina tengo ormai un borsone pronto e un paio di scarpe per le emergenze, insieme ad una giacca da uomo che ho riconsegnato una settimana fa. La mia app di Trenitalia mi fa i complimenti per la quantità di treni che riesco a prendere in un mese e il mio zaino diventa sempre più pesante, ma intanto si riempie quasi da solo, ormai.

Questo continuare a viaggiare mi ha fatta tornare ad ascoltare tanta musica e a riflettere guardando da un finestrino di un Frecciarossa del venerdì sera. I colli torinesi lasciano spazio alla pianura che poi passa e cede il posto ai grattacieli di Milano e poi ancora altra pianura, altre colline fino ad arrivare alla mia amata montagna.

In tutto questo passano le mie playlist come coltelli che si rigirano nella piaga e nei giorni scorsi ho ripescato un pezzo che, forse, non ho mai ascoltato così bene. Allora l’ho messo in loop e non ne sono più uscita.

Sarà che la ferita della settimana scorsa brucia ancora, ma oggi vi parlo di Achille Lauro. Abbandoniamo per un attimo “Stripper” (di cui qui la nostra recensione) e lasciamoci trasportare da “Come me”, una splendida ballata d’amore contenuta nel suo ultimo lavoro.

“Come me” è quell’amica che ti chiama quando stai male ma non hai il coraggio di chiedere aiuto, è quel tram vuoto in coda al tram che è appena passato senza neanche più un posto, è quel rimedio della nonna al quale non dai credito e invece funziona alla perfezione. È una canzone da ascoltare e riascoltare un venerdì alle sei di sera dalla carrozza 7 posto 1D del Frecciarossa Torino – Milano e poi rimetterla sul regionale Milano – Pavia e ancora sparare a volume 100 sulla macchina mentre dietro di te c’è il tramonto.

È come me
Un po’ sola e un po’ insensibile
Sì, ma come se
Come se non gli importasse
Ma lo so che lo fa
Mette il cuore in una scatola
Non è teatralità
È un incendio ad una recita

In amore gli opposti si attraggono oppure è meglio essere uguali? Io non l’ho ancora capito. Due linee parallele non si incontreranno mai, eppure sono uguali. Forse il segreto non è essere uguali, è essere compatibili, essere le due metà che formano la stessa mela. Sì, ma noi come la troviamo la nostra metà? Quale spreco sarebbe se due persone che si amano non trovassero mai il coraggio di dirselo apertamente, perché il cuore ormai è chiuso in una scatola. Una scatola di quelle dei traslochi, chiuse con tre giri di scotch da pacchi marrone. Ci ritroviamo soli e all’apparenza insensibili, ma dentro di noi scoppia un incendio.

Ma cosa vuol dire il tuo amore?
Che cosa vuol dire?
Che cosa alla fine è l’amore?
Che cos’è alla fine
Che causa alla fine ‘st’amore
Che causa alla fine
Che cosa è alla fine l’amore?

Lauro mio, sono un po’ troppe domande e io ho un po’ troppe poche risposte da darti. Ci sono amori che sembrano non dire niente, eppure dicono tutto e lo dicono piano, senza fare rumore. Amori che leggi tra le righe e che non sembrano nemmeno tali, sembrano amicizie, sembrano conversazioni tra colleghi, sembrano birre al bar e corse sulla spiaggia alle sei di mattina. E chi lo causa? Non lo sappiamo spiegare. Se sapessimo chi davvero causa questo amore, allora lo avrei già trovato e gli avrei già chiesto se quando ha deciso così era sotto effetto di stupefacenti. Non scegliamo noi di chi innamorarci, succede e basta.

È come me
Vuole solo se è impossibile
Sì, ma solo se
Solo se sa che non l’avrà mai
Fatalità
Solo quello che si immagina
Non è teatralità
Come se non gli importasse ma
Sai che se voglio, che se voglio, che se voglio
Faccio atterrare aerei
Se voglio per luglio e agosto ti prendo Via del Corso
E ci metto i camerieri

Quindi meglio essere due rette parallele oppure un groviglio di linee curve? La versione di noi stessi sia maschile che femminile potrebbe essere l’opzione giusta? Certo, non litigheremmo per vedere i film o per decidere cosa cucinare, ma di specchi in casa ne abbiamo tanti, non ce ne servirebbe uno in più. Così nascono migliaia di storie a metà, storie di amori non corrisposti o bruciati in poco tempo, racconti di chi non ha cercato abbastanza nel cuore e ha ascoltato solo il cervello. Essere uguali significa anche questo, che se entrambi ascoltano il cervello, il cuore che fine fa?

Ridi di me, io di te
Ma siamo uguali, soli e uguali
Lui non è me, nessuno è te
Ma poi siamo uguali, soli e uguali

Due persone che si amano ma non lo ammettono mai perché sono uguali, due persone ugualmente sole che passano il tempo a ridere dei loro disastri e a guardarsi negli occhi come se nient’altro al mondo importasse. Perché passiamo così tanto tempo a rovinarci i sogni, i progetti e anche un po’ lo stomaco quando forse, quello che ci serve lo abbiamo davanti agli occhi? Lui non sarà mai te e nessun’altra sarà mai me. Ma siamo così stupidi da ridere di noi due senza accorgerci che forse è tutto qui, più chiaro che mai.

In amore, quindi, gli opposti si attraggono o è meglio essere uguali? Continuo a non capirlo, ma so per certo una cosa. Finché ridiamo e ridiamo insieme, va bene così.

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