Tutte le nostre mini-recensioni dei nuovi singoli in rotazione radiofonica
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CUORE TRA LE STELLE – Chiello
E’ un Chiello particolarmente romantico e pop quello di questo nuovo singolo che vanta un ritornello che sfrutta (a sorpresa) anche un falsetto coraggioso alla Raphael Gualazzi. Difficile credere che possa essere lui quello che nasce musicalmente nella trap degli FSK. Il pezzo non disdegna un arrangiamento che sfrutta in modo particolare la componente ritmica. Per assurdo funzionano maggiormente le strofe rispetto ad un inciso che rallenta le atmosfere non trovando un motivetto all’altezza delle aspettative. VOTO: 5
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TIK TAK – Daniele Silvestri
Daniele Silvestri torna sulle scene con un singolo che recupera un po’ la voglia di trovare un motivetto canticchiabile in una forma-canzone che si riveli piacevole all’ascolto ai più. La missione è vinta e il cantautore romano si rivela sempre una delle proposte più piacevoli da andare a scoprire rimanendo sempre curiosi a proposito di quale sia il successivo incastro di rime. Sul versante testuale non è probabilmente una delle cose più profonde uscite dalla penna di Silvestri ma ci sarà tempo per tornare al sociale per ora è bello risentire anche qualcosa di più leggero e gradevole. VOTO: 7
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DOPPIO NODO – Federica Abbate, Emis Killa e Fred de Palma
Terzetto strano sulla carta ma che, poi, si rivela funzionare all’interno di questa proposta. La Abbate sembrava aver rinunciato dal proporsi in prima persona vista la latitanza di proposte nell’ultimo periodo ma ora mostra di volerci riprovare pescando due compagni d’eccezione tra gli artisti con cui ha più volte collaborato nelle vesti di autrice. La sua voce si adatta bene a questo tipo di canzoni e l’idea d’inserirsi tra due strofe rap funziona ricalcando lo schema del duetto pop-rap che tanta fortuna ha riservato in questi anni. Peccato l’ultimo minuto veda la sola Abbate impegnata nel cantato: sarebbe stato piacevole vedere prolungato l’incastro di voci. VOTO: 7-
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CHIAGNE – Geolier, Takagi, Ketra e Lazza
Takagi & Ketra si vedono sempre meno nel panorama pop e, invece, stanno lavorando particolarmente a stretto braccio con il contesto di un certo rap che, comunque, vuole vedere al mainstream. In questo caso i nomi di Geolier e, soprattutto, di Lazza calzano a pennello. Il pacchetto per funzionare è quello giusto e c’è da scommettere che andrà così. Il pezzo ha un bel groove ed una produzione costruita con intelligenza e misura. Geolier e Lazza stanno bene insieme rendendo il pezzo accessibile ad ogni diverso tipo di pubblico. Piacevole e non settario. VOTO: 6.5
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DE DOMINICIS – Gio Evan
Lo ammette in apertura Gio Evan: “è vero sono strano” ma sottolinea di vivere in “un mondo che non sente più niente”. La cosa più bella di questo pezzo è che sotto al tutto c’è un racconto narrativo che ha un senso logico ed una compiutezza. Sul cantato Gio Evan rimane una delle proposte non sempre perfetta ma non è quella la sua missione tanto che il pezzo arriva all’ascoltatore per il messaggio che porta con sè e per un motivetto piacevole sorretto da una strumentazione reale e concreta con la chitarra in primo piano. VOTO: 6+
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HAI DELLE ISOLE NEGLI OCCHI – Loredana Errore
Il primo album di cover della carriera dell’interprete siciliana apre il proprio percorso proponendo in radio la cover del successo di Tiziano Ferro datato 2011. Loredana non ha dalla sua lo stesso swing e blues della voce di Latina per cui sceglie di trasferire lo stesso effetto mediante vezzi e guizzi vocali che ne testimoniano l’unicità timbrica ed interpretativa. Probabilmente questa scelta farà storcere il naso a chi questo brano lo ha sempre amato perchè dritto e pulito mentre, invece, farà saltare dalla sedia chi alla musica ancora chiede personalità ed estremismi. Si poteva forse scegliere meglio all’interno del repertorio di Tiziano per la voce della Errore ma lei è così sopra a tutti gli altri interpreti dei nostri giorni che le si perdona tutto. Nel disco c’è (molto) di meglio. VOTO: 7.5
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INIMAGGINABILE – Maurizio Carucci
Classicissimo questo nuovo singolo dell’ex leader degli Ex-Otago che punta su un arrangiamento che, in apertura, sfrutta soltanto l’orchestrazione sinfonica degli archi e, poi, dalla seconda strofa introduce un leggerissimo elemento ritmico che ne arricchisca la dinamica. Anche la voce evolve nel corso della canzone andando ad aggiungere un ulteriore elemento di evoluzione. Questo taglio così classico ed orchestrale se è apprezzabile per l’effetto nostalgia di cui si fa portatore non è, probabilmente, il più adatto alla timbrica e alla vocalità di Maurizio Carucci che sta troppo scomodo in abiti così rigidi. Bello il pezzo ma serviva un interprete diverso. VOTO: 6-
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FINISCE SEMPRE COSI’ – Modà
Sono dei Modà in versione più rock che pop. Nulla d’inedito tuttavia per il gruppo di Kekko Silvestre che in questi vent’anni di carriera ha spesso alternato le due anime nei propri pezzi e nelle proposte da inviare alla dimensione radiofonica. La strumentale crea qui una tensione emotiva notevole grazie ad una sezione d’archi ben presente e che si coniuga alla perfezione con la componente ritmica dell’arrangiamento. La voce di Kekko è sempre ben coniugabile con questo tipo di ambientazioni e anche qui dimostra il proprio potenziale interpretando con trasporto. Non è la canzone della svolta dopo un periodo privo di pezzi memorabili ma finalmente i Modà propongono un pezzo che, dal punto di vista della costruzione sonora, non è sempre uguale alla cosa precedente. VOTO: 6/7
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TI VA DI STARE BENE – Ultimo
Ultimo fa l’Ultimo di sempre dimostrandosi coerente con se stesso, con il proprio modo di scrivere e con l’abituale utilizzo vocale che propone ai propri fan. ‘Ti va di stare bene’ si collega bene alla precedente ed estiva ‘Vieni nel mio cuore’ per quello spirito da stadio che ha nel ritornello cantato di tutto fiato e perfetto per la cornice delle più ampie location italiane che anche la prossima estate riabbracceranno Ultimo e la propria musica. Uno spirito più rock si avverte soprattutto nella costruzione dell’arrangiamento del pezzo e la cosa non può che far piacere a chi chiede al cantautore romano di sperimentare anche soluzioni differenti. Poi, certo, tutto cambia per non far cambiare nulla ma lo sforzo può essere apprezzato. L’arrivo alla produzione di Andrea Rigonat fa ben sperare in questo senso e si sente che il suono sta maturando. Piacerà a chi è sempre piaciuto. VOTO: 8
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Ilario Luisetto
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