Le pagelle della terza serata di esibizioni
XFactor 16 arriva alla terza puntata incrementando (anche se di poco) gli ascolti rispetto alle due puntate precedenti. Giovedì 11 novembre 2022 è andata in scena la terza puntata dei live show di questa nuova edizione del talent di casa Sky Uno. Puntata libera da temi o assegnazioni obbligate ma doppia eliminazione per mettere carne sul fuoco per rispettare l’ambientazione da Hell-Factor. Passiamo, dunque, alle pagelle:
Prima manche:
- DISCO CLUB PARADISO – Laura non c’è (Nek): il gruppo del team di Dargen d’Amico rivisita il grande classico della carriera di Nek che ben racconta l’atmosfera musicale del pop italiano anni ’90. La versione pensata dai Disco Club Paradiso toglie al brano tutta la sua aurea di nostalgia e tormento amoroso per accelerarne le battute e trasportare il pezzo sul terreno dell’ironia sottile. Musicalmente sono sempre bravissimi, scenograficamente sono trascinanti ma non hanno un perchè. VOTO: 5
- JOELLE – Summertime Sadness (Lana Del Rey): ha scelto la strada della delicatezza da rendere con una chiave di contemporaneità sonora per questa sua puntata Joelle. La voce non le manca per reggere con adeguatezza un linguaggio pop d’oltreoceano che non punta quasi mai sulla potenza timbrica ma, piuttosto, su delle sfumature morbide. Non rompe lo schermo ma si manifesta per quello che è. Il problema è, sostanzialmente, l’effetto karaoke. Canta bene ma non è personale. VOTO: 6
- OMINI – Brainstorm (Arctic Monkeys): il gruppo punk-rock della formazione di Fedez continua a spingere nella propria direzione rivolgendosi a quella nicchia del pubblico di X-Factor che ha sempre apprezzato questo genere di proposte quasi mai concretizzatesi in delle possibilità discografiche di rilievo ma, piuttosto, declinate nella dimensione live. Musicalmente e tecnicamente sono impressionanti considerando la loro giovane età ma la ricetta è sempre la stessa. VOTO: 5+
- LUCREZIA – Insieme a te non ci sto più (Caterina Caselli): il passaggio da ‘Barbie Girl’ al capostipite più intenso della produzione di Caterina Caselli è difficilmente contestualizzabile. Detto questo, però, è innegabile come tra le due dimensioni sia questa, senza ombra di dubbio, la sua faccia migliore. La produzione è tutta sintetica ed elettronica e ben si adatta alla sua voce che possiede le sfumature giuste per sposarsi a questo tipo di brano e di atmosfere. Ben fatto. VOTO: 7
- DADA’ – I’Te Vurria Vasà: canto tradizionale napoletano che viene portato in scena cercando di mantenersi in equilibrio tra l’esigenza di rispettare la tradizione e quella di, invece, renderla fruibile e spendibile nell’attualità ad una platea più ampia di quella territorialmente locale. Dadà canta con un’inedita delicatezza e un’ottima capacità melodica. VOTO: 6.5
Seconda manche:
- LINDA – Still Don’t Know My Name (Labirinth): la sua è senza ombra di dubbio la voce più bella di quest’edizione ed il fatto che il pubblico abbia abbracciato la sua sensibilità così fragile e delicata è una carezza per chi dalla musica chiede ancora introspezione, profondità e dolore. Il fatto che i suoni questa volta guardino con più decisione ad un mondo sintetico e contemporaneo dimostra che Linda ha tutte le capacità per risultare credibile e spendibile anche nell’oggi discografico. VOTO: 8
- BEATRICE QUINTA – Fiori rosa, fiori di pesco (Lucio Battisti): La versione che Beatrice sceglie di portare sul palcoscenico di questo brano illustre della produzione di Battisti non ha nulla di quello che era la versione originale del brano e, probabilmente, le sue intenzioni. Beatrice ci mette tanta voce e tutta la sua capacità scenica per riempire la performance ed il palco. Scenograficamente è la più pronta ad un futuro, musicalmente non sempre è a fuoco. VOTO: 6+
- TROPEA – Luna (Verdena): esibizione potente che mostra dei Tropea completamente nuovi e assolutamente più a fuoco che mai. La canzone è quella giusta per raccontare la rabbia che sentono dentro mantenendo un suono pulito e lineare ma una vocalità assolutamente di valore e di spessore. Il pezzo arriva dritto a destinazione e dimostra che c’è della sostanza sotto la scorza. VOTO: 7.5
- SANTI FRANCESI – Ti voglio (Ornella Vanoni): non sbagliano ma nemmeno fanno centro come le due precedenti occasioni. Il problema non è l’utilizzo dell’italiano per la prima volta ma probabilmente la scelta del brano che si fatica a riconoscere per il venir meno della carica erotica e sensuale che Ornella Vanoni aveva saputo mettere. Sonoramente sono sempre ineccepibili ma è bello con loro è il poter pretendere ogni volta qualcosa di più. VOTO: 7
- MATTEO ORSI – Mi sono innamorato di te (Luigi Tenco): il brano è di quelli intoccabili e, proprio per questo, non è la scelta giusta per un ragazzo che, seppur dotato di una vocalità interessante, non ha ancora vissuto e sviluppato quell’intensità di vita di cui il pezzo racconta. A Matteo manca la sofferenza e l’inquietudine che fu di Tenco quando scrisse questo capolavoro per cui non può che cantarlo ma non viverlo. VOTO: 5.5
Giudici e conduzione:
- FRANCESCA MICHIELIN: è una puntata difficile da gestire con ben due eliminazioni, due ospiti ed il tavolo dei giudici che a momenti alterni si anima di parecchio. Lei mantiene dritta la barra del timone e conduce la nave in porto dimostrandosi ormai sicura e padrona del meccanismo del programma e riuscendo a dimostrare sempre la sua empatia. Good job. VOTO: 8
- FEDEZ: tutti contro Fedez verrebbe da dire per riassumere questa puntata. Il rapper se la cava perdendo soltanto la sua concorrente più fragile e meno spendibile discograficamente. Nei giudizi lancia qualche frecciatina risultando, comunque, sempre equilibrato ed intellettualmente onesto. Le assegnazioni sono quelle giuste per i suoi, vedremo che cosa avrà preparato per gli inediti. VOTO: 7
- AMBRA ANGIOLINI: si salva, ancora una volta, in calcio d’angolo con i suoi Tropea che finiscono al ballottaggio finale per la seconda puntata consecutiva. Non compie assurdità sul piano delle assegnazioni ed, infatti, le due esibizioni della sua squadra sono assolutamente centrate e ben lavorate. Una puntata abbastanza tranquilla. VOTO: 6
- RKOMI: non si spiega sempre al meglio Rkomi e si adagia talvolta sugli allori di chi sa di avere i papabili vincitori nella propria squadra. Attenzione, però, un passo falso potrebbe rovesciare la situazione come anche lo stare fermi e rilassati mentre intorno gli altri sgomitano per scalare la classifica. Mette del pepe nei giudizi e, finalmente, tira fuori le unghie contro gli avversari anche se, a volte, non si capisce dove voglia andare a parare. VOTO: 6.5
- DARGEN D’AMICO: più infuocato del solito e, finalmente, più nel merito musicale quando esprime i propri giudizi. Sarà anche vero che è il personaggio meno televisivo del tavolo ma questo dovrebbe essere per lui un punto di forza su cui costruire il proprio ruolo di giudice fuori dagli schemi. VOTO: 6.5
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Ilario Luisetto
Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.
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