domenica 24 Novembre 2024

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“16 marzo”, la rassicurante emancipazione artistica di Achille Lauro – RECENSIONE

Reduce dal successo sanremese di “Me ne frego”, l’artista romano lancia il suo nuovo singolo

Quando pensi di aver finalmente capito Achille Lauro, lui ti spiazza ancora una volta. 16 marzo è il titolo del suo nuovo singolo, rassicurante e confortevole nelle intenzioni melodiche, immediato e avvolgente sin dal primo ascolto. Dopo aver nuovamente apprezzato il suo lato più eclettico sul palco dell’Ariston, l’artista romano torna in rotazione radiofonica con una ballata pop di notevole fattura, il primo tassello del suo nuovo percorso discografico con Warner Music Italy. Proprio come accaduto circa un anno fa con la splendida C’est la vie, Lauro irrompe sulle piattaforme digitali mostrando tutta la propria innata e ispirata creatività, esplorando nuovi orizzonti sonori senza restare relegato alla propria zona di comfort, sempre ammesso che ne abbia una sola.

Nella transumanza di personaggi che scappano dal pop per migrare verso l’indie o altri generi affini, commercialmente più appetibili, figli del nuovo mainstream, Achille Lauro prosegue il suo cammino di ricerca in netta controtendenza, lui che la trap l’ha praticamente italianizzata, per poi concentrarsi su nuove idee e altri percorsi sonori. Messi da parte trucchi e costumi di scena, l’artista si mostra in tutta la sua vera essenza, ripercorrendo atmosfere vicine agli anni ’90 e ai primi anni ’00. Prodotta da Gow Tribe, “16 marzo” è la consacrazione, quella che molti definirebbero “la canzone della vita”, ma in realtà siamo certi che Lauro non si fermerà qui, bensì continuerà a navigare a vele spiegate tra i generi, affinando ulteriormente la propria scrittura e la propria espressività, realizzando brani più o meno degni di nota, ma sempre all’altezza del suo profondo e versatile estro creativo.

Acquista qui il brano |

16 marzo | Audio

https://open.spotify.com/track/3nwH3HTFzpnRV5SqM9um3r?si=FtkAoBwDQGeU1GF68b7moQ

16 marzo | Testo

Te nei vai come non fosse niente
come non fossi te
te ne vai quando non c’è più niente
più niente di me
te ne vai, sbatti la porta e intanto
ho capito già te ne stai andando
dici: “tanto ormai per te non piango più… fallo te”

Che ne sai, non ti hanno mai detto di no
tu che non sai che cosa sono e non si può

Te ne vai come io fossi niente
come fosse che?
Te ne vai perché non c’è più niente da prendere
te ne vai come ci fosse un altro
come se ti stesse già aspettando
come se esistesse qualcun altro uguale a me

Che ne sai, non ti hanno mai detto di no
tu non hai mai pianto e non sai
che cosa sono e non si può
te ne freghi tanto

No, non lo sai cosa vuoi
cosa stai cercando, no
non è mai, non è noi
ti rinnamorerai a marzo
il 16 marzo, il 16 marzo

Me ne vado come fossi pazzo
sì, pazzo di te
me ne vado perché
un po’ ne ho voglia
un po’ perché
perché per te l’amore dura un anno
perché te sai solo cancellarlo
vuoi solo chi non ti sta cercando più… come me

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.