A tu per tu con il cantautore napoletano, in uscita con album d’esordio “Se invece di sbattere gli occhi“
A un anno di distanza dalla nostra precedente chiacchierata, ritroviamo con piacere Vincenzo Adduci, meglio conosciuto semplicemente come Adduci, in occasione della pubblicazione di “Se invece di sbattere gli occhi“, album che segna il suo debutto discografico. Approfondiamo la sua conoscenza.
Ciao Vincenzo, bentrovato. Partiamo da “Se invece di sbattere gli occhi”, cosa hai voluto inserire in questo tuo biglietto da visita musicale?
«Con le canzoni di quest’album ho cercato di capire io per primo chi sono, così da poter presentare al pubblico una versione autentica di me. Questo anche se non si tratta di un album strettamente autobiografico: l’oggetto del mio interesse non ero io in prima persona ma io in quanto essere umano».
Quanto hai dovuto scavare per portare alla luce queste nove canzoni?
«Il mio esercizio principale è stato quello di fare attenzione ai dettagli di quanto mi succedeva, da qui il titolo “Se invece di sbattere gli occhi”. Ho invece dovuto scavare molto per trovare una quadra musicalmente. La mia testa mi portava in molte direzioni diverse, ma ho voluto prendermi tutto il tempo necessario per trovare una dimensione che fosse giusta sia per me che per queste canzoni».
A livello musicale, che tipo di sonorità hai voluto abbracciare?
«Ogni canzone è un universo a sé, ma in generale ho cercato di ottenere un suono che fosse vicino sia al cantautorato di qualche decennio fa che al nuovo cantautorato italiano di stampo indie pop».
Chi ha collaborato con te alla realizzazione del disco?
«Vorrei ringraziare ciascuna delle persone che hanno collaborato alla realizzazione, per aver impreziosito questo lavoro con il proprio contributo e per aver creduto in me e nel progetto. I produttori Lele Battista e Yuri Beretta. La saggezza di Paolo Iafelice e di Roberto Priori. I miei fratelli in musica Giuseppe Porciello (Pepz) e Mario Palladino (Myhoo). La sensibilità di Anna Palermo, Antonietta Ranni e Paolo Rame».
In un momento come questo, cosa ti piacerebbe riuscire a trasmettere a chi ascolterà le tracce di “Se invece di sbattere gli occhi”?
«Mi piacerebbe trasmettere qualche minuto di bellezza. Ho scritto queste parole mosso dal desiderio di condividere alcune delle mie prospettive, vorrei che questa operazione si trasformasse in un confronto».
Per concludere, quali elementi e quali caratteristiche ti rendono orgoglioso di questo lavoro?
«Sono orgoglioso di aver registrato queste canzoni con dei musicisti incredibili e sono orgoglioso di poterli definire amici».
© foto di Giulia Bartolini
Nico Donvito
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