venerdì 22 Novembre 2024

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Adelasia: “Canto la speranza di un futuro migliore” – INTERVISTA

A tu per tu con la cantautrice classe ’95, in uscita con il suo singolo d’esordio intitolato “Controcorrente

E’ disponibile dallo scorso 13 marzo “Controcorrente”, il singolo che anticipa l’uscita del disco di debutto di Adelasia, talentuosa artista che si distingue per originalità, profondità e poliedricità. Prodotto da Pietro Paroletti per Sbaglio Dischi, il brano rappresenta un vero e proprio inno alla speranza, al saper affrontare il futuro con curiosità anziché con timore, un messaggio positivo e spensierato per la giovane cantautrice classe ’95. Approfondiamo la sua conoscenza.

Ciao Adelasia, benvenuta. Partiamo da “Controcorrente”, primo singolo che anticipa il tuo  album. Cosa hai voluto raccontare in questo tuo personale biglietto da visita musicale?

«Ho voluto raccontare la storia di una ragazza – che forse sono io, ma ho deciso di scriverla in terza persona per renderla più fruibile – che spera in un domani migliore. La sua speranza è attiva, nel senso che si adopera per fare in modo che questo accada, non rimane ferma nella passività; bisogna sempre essere in continuo movimento per arrivare ad ottenere ciò che desideriamo, a realizzare un futuro così come lo vogliamo, sicuramente migliore di come ce lo descrivono».

In un’epoca in cui vige in modo predominante il concetto di omologazione, quanto è importante per te pensare e affrontare la vita controcorrente?

«Per me è fondamentale, spero che nella canzone si capisca. Il mio desiderio era quello di lasciar trasparire quest’idea anche nel videoclip, perché ognuno di noi può essere se stesso anche mostrando la propria imperfezione, è importante che ognuno riesca a farlo senza lasciarsi omologare da stereotipi sempre più spesso sbagliati».

A livello musicale, vale lo stesso discorso perché il tuo stile è molto originale. Come riesci a non lasciarti influenzare dalle tendenze, nuotando in controcorrente rispetto alle varie onde dettate dalle mode?

«Me lo sono chiesta spesso, intanto ti ringrazio, per me è importante che qualcuno mi dica che quello che faccio è originale (sorride, ndr), perché è l’aspetto che considero più importante. Sai, all’inizio di un percorso musicale, da artista sei meno portato a soddisfare determinate esigenze di mercato, semplicemente perché non sai dove questo progetto ti porterà, inizialmente lo fai esclusivamente per te.

Trovo sia importante ascoltare i primi dischi dei musicisti o andare a vedere i primi quadri dei pittori, per capire qual è il loro vero pensiero. In questo momento mi sento libera di mostrare chi sono fondamentalmente perché nessuno si aspetta qualcosa di diverso da me, se un giorno qualcosa dovesse cambiare, me lo richiederai e ti risponderò in modo diverso, per ora mi viene abbastanza facile, spero continui così perché questo è assolutamente un bel vantaggio».

Bello e molto colorato il videoclip, cosa avete voluto trasmettere attraverso quelle immagini?

«Un po’ di leggerezza, spesso le mie canzoni sono cupe con atmosfere anche tristi, per cui desideravo che questo videoclip fosse in contrapposizione con la mia tendenza di scrittura. Insieme alle registe ho scelto di optare per colori allegri e un’estetica più leggera, perché spesso manca il divertimento nella musica,  ci si prende troppo sul serio, volevo essere controcorrente anche nel video».

Facciamo un breve salto indietro indietro nel tempo, come e quando hai incontrato la musica?

«Ho incontrato la musica relativamente da poco. Studiavo Storia dell’Arte ma sentivo l’esigenza di voler sviluppare la mia vena creativa, mi dicevano che avevo una voce abbastanza interessante così ho iniziato a studiare canto. Ho cominciato a scrivere le mie prima canzoni e le ho fatte ascoltare alla mia attuale etichetta discografica, la Sbaglio Dischi, che ringrazio per il supporto e per aver creduto in me».

Quali ascolti hanno accompagnato e influenzato il tuo percorso?

«Ascolto principalmente cantautorato femminile, sono molto girl power in questo periodo della mia vita (sorride, ndr), in particolare alcune rappresentati della scena americana, belga e francese, come ad esempio i Big Tiff e Angèle, questi sono due tra i miei principali ascolti dell’ultimo anno, quelli che maggiormente hanno influenzato la scrittura del mio disco».

Veniamo all’attualità, ovvero a quello che stiamo vivendo, una situazione inedita a livello mondiale. L’emergenza sanitaria nei confronti della diffusione del Covid-19 sta mutando la nostra quotidianità, non a caso stiamo facendo questa chiacchierata su Skype. Tu, personalmente, come stai affrontando ciò che sta accadendo?

«E’ una situazione strana, mi sono semplicemente affidata alle autorità, ho seguito le istruzioni che ci sono state date, ho rinunciato a quello a cui dovevo rinunciare, sto cercando di uscire il meno possibile. Ovviamente è faticoso, ma bisogna cercare anche il lato positivo, ad esempio mi sono potuta dedicare ad attività tipo il giardinaggio, ho dipinto e ho fatto collage, tirando fuori quella mia parte creativa che spesso dimentico perché sono presa dalle tante cose da fare. Spero che questa esperienza ci insegni che il tempo ha un valore, per poter ricominciare gestendolo sicuramente meglio».

Lo abbiamo detto all’inizio “Controcorrente” è il tuo singolo d’esordio, ma cosa dobbiamo aspettarci dal tuo prossimo futuro? 

«Praticamente il disco è pronto, dovrebbe uscire ad aprile, ma tutto dipenderà da quello che accadrà naturalmente nelle prossime settimane. Sono emozionantissima, non sto più nella pelle. Ci saranno delle sorprese, ritenendomi una persona abbastanza eclettica dall’ascolto dell’album credo lo si potrà percepire. “Controcorrente” è la traccia più pop, le altre canzoni sono tutte molto diverse tra loro, per far vedere una panoramica più completa di ciò che sono».

Per concludere, a chi si rivolge oggi la tua musica e a chi ti piacerebbe arrivare?

«Non lo so, in generale mi piacerebbe che gli ascoltatori avessero più o meno la mia età, che  ritrovassero nelle mie canzoni qualcosa di loro, qualcosa che li faccia stare meglio».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.