giovedì 21 Novembre 2024

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Aguzziamo l’orecchio: i brani degli emergenti della settimana 37 del 2017

Tutte le mini-recensioni dei nuovi estratti radiofonici degli emergenti italiani

Praticamente – Simone Cecconi: Un altro pezzo appartenente alla branca dei cantautori incazzati. Sarcasmo ed ironia tagliente per un brano rock che però non decolla mai. Voto: 6-

Non dormo di notte – Borkkia Big Band: Pezzo che non sa quel che vuole, un country-rock poco convinto e con tanti difetti sia testuali che melodici mischiando anche italiano ed inglese in un pastrocchio assoluto. Voto: 4.5

Non è vero – Alessio Caraturo: Alessio torna con un pezzo dalle forti influenze alla Caccamo. Delicato nella sua interpretazione sentita ma allo stesso tempo energico nella sua tipica costruzione melodica, il brano si fa canticchiare piacevolmente. Voto: 7

Belli e dannati – Alex Guerrieri: Pezzo cantato molto bene ma molto ripetitivo e difetta di incisività. Peccato, si poteva fare di più, magari un ritornello più potente. Voto: 6

Serena – Bob Balera: Voce suadente e calda per questa band veneta. Un bel pezzo pop funky che richiama molto il passato. Voto: 7+

Soli – Bobo Rondelli: Pezzo lento e riflessivo e pieno di critica sociale per Rondelli. Se piace il genere è una perla. Voto: 8+

Chiama me – Bosco21: Il solito pezzo indie che però si abbandona in velate sfumature pop che esplodono nel ritornello melodico e pulito. Particolare, ricorda un po’ le atmosfere degli Stadio. Voto: 8-

Il paradiso su ReteQuattro – DIVA: Nuova scoperta di INRI, la casa discografica che tra le altre cose ha lanciato Levante, il pezzo è una canzone dissacrante che richiama gli anni ’80 sia nel testo che nella musica, dalle nostalgiche venature elettro pop. Un ritornello martellante e ripetitivo ed una voce particolare rendono questo pezzo già cult. Voto: 7/8

Ascoltami – Edoardo Palamara: Il pezzo è un classico cantautoriale con musica ispirata all’America anni ‘70 ma l’eccessiva ripetitività lo rende presto noioso all’ascoltatore. Avrebbe funzionato meglio senza anafore varie. Voto: 5

Looking for pain – Federico Carro: Voce suadente e rullanti di batteria carichi rendono questo pezzo un qualcosa di innovativo nella musica italiana. Peccato per il ritornello veramente poco forte e decisamente non radiofonico. Voto: 7-

Via di qui – Garage32: Stile alla Piero Pelù ma meno incazzato per questa band garage-rock, come suggerisce il nome. Possibile crack della musica italiana, ma anche in questo caso la parte peggiore è il ritornello che non parte mai in modo serio. Voto: 7.5

Sicuramente Forse – Ralph Lautrec: Rapper con talento ma non riesco a capire questa scelta di scegliere strofe in modo così basso con una base così essenziale. Lo stile lounge funziona per il ritornello ma non assolutamente per il resto del pezzo. Se la voce fosse più alta di com’è verrebbe un pezzo che assomiglia ai tanti che sentiamo del rap moderno. Così si sente un’occasione persa. Voto: 9-

Non la tocco più – Soul Pareidolia: Voce particolare che rende il pezzo caratteristico e fa in modo che venga ricordato abbinata ad una taranta soul e si sforna una bella hit. Peccato per il testo. Voto: 8

Esseri Umani – Ufo Piemontesi: Qua si sfiora la genialità. Cosa succederebbe se i Ramones cantassero Mengoni? Esce questa cover completamente rivista di uno dei migliori pezzi recenti del cantante di Ronciglione. Tra il demenziale ed il perfetto. Voto: 9.5

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.