Aiello: “Serve onestà emotiva, senza smancerie” – INTERVISTA
A tu per tu con Aiello, che si racconta in occasione dell’uscita del nuovo singolo “Sentimentale” con Levante. La nostra intervista al cantautore cosentino
Un pop che parla chiaro, senza difese e senza filtri: così Aiello torna con “Sentimentale”, il nuovo singolo inciso in duetto con Levante, disponibile dallo scorso 31 ottobre per Epic Records / Sony Music Italy, che segna l’inizio di una nuova fase del suo percorso artistico.
In questa intervista, il cantautore calabrese racconta la genesi del brano nato “sotto il cielo di Roma” e realizzato insieme a Levante, al suo fianco in un duetto che è prima di tutto un dialogo umano e autentico. “Sentimentale” è un racconto sull’amore al capolinea, sull’ultimo abbraccio prima dell’addio, ma anche sulla libertà di lasciar andare senza rancore.
Tra introspezione e misura, Aiello costruisce un pop che sa essere immediato e profondo, mescolando intensità e leggerezza, malinconia e verità. Un nuovo inizio, in vista dell’album atteso per il 2026, che l’artista definisce come “un disco sull’amore e sull’amor proprio”, dove convivono il romanticismo di sempre e la consapevolezza di chi, oggi, ha imparato a guardarsi indietro con serenità.
Aiello presenta il nuovo singolo “Sentimentale” con Levante, l’intervista
“Sentimentale” è il titolo del tuo nuovo singolo realizzato con Levante. Come sono nate rispettivamente la canzone e questa collaborazione?
«La canzone è nata sotto il cielo di Roma, al pianoforte di casa, anche se vivo a Milano da quasi due anni. È l’ultimo capitolo di una storia d’amore in cui ci si saluta senza rabbia né rancore: ci si tolgono le maschere, c’è un pianto liberatorio e un augurio nonostante il dolore. La collaborazione è arrivata perché ho conosciuto Claudia circa due anni fa e mi hanno colpito la sua umanità e l’accoglienza. Io non faccio molte collaborazioni, neanche lei: le ho scritto che la “sentivo” accanto a me in questa canzone, l’ha ascoltata, le è piaciuta ed è nato tutto».
Con Claudia vi accomuna la forte attenzione alle parole. Com’è stato confrontarti con un’artista dal mondo poetico così personale?
«Molto bello. Claudia si mette tanto in discussione, è esigentissima con se stessa. Siamo entrambi figli del Sud e, con onestà, ci diciamo che ci piace il “drama”, ma poi, nel racconto anche del dolore, cerchiamo sempre l’occasione per riemergere. La produzione è stata un ponte immaginario prima ancora di quello reale».
“Sentimentale” è il primo capitolo di una nuova fase. In che momento personale e artistico nasce ed esce questa canzone?
«Mi sento fuori dal tunnel, in una serena fase di costruzione ed evoluzione. Non è un episodio isolato ma un esercizio continuo. Il disco che ascolterete il prossimo anno, come “Sentimentale”, nasce dal mio percorso di uomo: ho voluto portare in musica le mie conquiste e le mie esperienze».
Più si è personali, più si arriva a tutti: credi nell’immedesimazione di chi ascolta? E a te è capitato da ascoltatore?
«Credo che tu stia parlando di autenticità. Io scrivo sempre di verità, di cose che vivo. Il paradosso è che più sei personale, più diventi “simile” agli altri, perché la canzone può diventare la storia di chi ascolta. È ciò che sognavo: essere, per qualcuno, quello che altri artisti sono stati per me. Da Jovanotti a Cremonini, fino al cantautorato “di lassù” e al soul/R&B: lego momenti della mia vita a quelle canzoni».
C’è un disco, una canzone o un artista che ti ha “salvato” nei momenti di down?
«Sì, più d’uno: ognuno ha rappresentato un capitolo, una sofferenza, una vittoria, un viaggio. È il potere della musica: offrirti consigli e motivazioni senza parlare direttamente con te».
In “Sentimentale” trovi un equilibrio tra malinconia e serenità. È stato difficile trovare questa misura emotiva, nelle canzoni e nella vita?
«Parla uno che la misura l’ha persa diverse volte, ed è umano. Lavoro ogni giorno per trovare equilibrio. Ho accettato il mio essere “troppo” in certe situazioni, ma voglio che arrivi nella forma più sana possibile: non voglio negarmi, però so che a volte quel troppo è troppo anche per me, quindi mi alleno a modularlo».
“Le cose dette male / non cambiano il finale”: oggi le parole arrivano spesso nel modo sbagliato, anche per colpa della velocità e dei social?
«Sì. Moltissime cose che ci diciamo sono filtrate dalla paura, che fa danni, chiude porte. Anche con le migliori intenzioni, a volte le parole mi sono uscite male perché dettate da timori. Le parole però sono fondamentali: possono far ammalare ma anche guarire. Io le peso molto e chiedo che vengano attenzionate».
Da “Romantico” a “Sentimentale”: è una tua (in)consapevole rivendicazione delle manifestazioni affettive in un’epoca che le mette alla prova?
«Sì. Non mi piace la tendenza a banalizzare romanticismo e sentimentalismo. Detesto i mielismi, ma amo il coraggio di dire: “io resto, costruisco”. Basta fughe: poi finiamo a piangere in camera. Serve onestà emotiva, senza smancerie».
Capitolo Sanremo: ti sentiresti pronto a tornare?
«Sanremo è come una grande storia d’amore: non sei mai davvero “pronto”. Se capita e ho voglia, vado. Ho canzoni speciali nel cassetto: se capiremo che è il momento, ci presenteremo; altrimenti tiferò da casa per gli amici».
Per concludere, in che direzione sta andando la tua musica? Cosa dobbiamo aspettarci dal prossimo album di Aiello?
«Un disco che parla d’amore, spesso per me stesso, nel senso sano di amor proprio. Molti brani si possono leggere come storie da dedicare, ma sono anche dialoghi con me. Musicalmente viaggio tra pop e R&B: cose immediate, con un retrogusto quasi rétro, ma contemporaneo. Non sono mai stato “una cosa sola”: vedo un dualismo tra pop e R&B che si parla alla grande».