A tu pr tu con il giovane cantautore piemontese, in uscita con il nuovo singolo intitolato “Gin“
E’ disponibile a partire dallo scorso 17 aprile il nuovo inedito di Alberto Lionetti, dal titolo “Gin”, un brano trascinante e orecchiabile sin dal primo ascolto, spensierato nell’approccio e nelle intenzioni. Composto in collaborazione con Matteo Brioschi e Tommaso Ponti, il pezzo segna il ritorno del giovane artista di Torino, a due anni di distanza dalla sua partecipazione alla quinta edizione italiana di The Voice. Approfondiamo la sua conoscenza.
Ciao Alberto, benvenuto. Partiamo dal tuo nuovo singolo “Gin”, che sapore ha per te questo pezzo?
«“Gin” ha il sapore di festa. Quando l’ho composta ho voluto dare l’idea di quanto mi sia divertito quella sera quindi si può dire che il mio brano ha il sapore del divertimento, un cocktail con gli amici sotto le stelle; “Gin” ha il sapore di giovinezza».
C’è una frase che, secondo te, rappresentata e sintetizza al meglio il significato di questa canzone?
«“Sono ad una festa con la tipa giusta” è sicuramente la frase che rappresenta l’idea che volevo dare alla gente della mia esperienza ovvero, il fatto di trovarmi in una situazione esattamente con la persona con cui volevo viverla».
Un brano orecchiabile, che ti entra subito in testa. Dal punto di vista musicale, pensi di aver trovato il sound che ti permette di esprimerti al meglio?
«Sicuramente sì, ma ci saranno nuovi brani che vi faranno scoprire dei lati completamente inediti di me. Chiaramente saranno sempre riconoscibili con quel tocco di “Lio” che non mancherà mai».
Chi ha collaborato con te alla realizzazione di questo brano?
«“Gin” è stata una coproduzione con Matteo Brioschi e tutto il team di Deplace di Monza».
A livello di narrazione, cosa aggiungono le immagini “casalinghe” del videoclip diretto e montato da Angelo Capozzi?
«Il video è stato girato completamente in modalità quarantena, ma sono stupefatto del risultato. L’idea era quella di far vedere che nonostante la distanza io e la mia “tipa giusta” riusciamo a passare del tempo insieme in attesa della fine del lockdown».
Facciamo un salto indietro nel tempo, come e quando hai scoperto la tua passione per la musica?
«Non ho un ricordo particolare o un’esperienza specifica che mi abbia portato a scegliere questa strada. Sono nato e mi sono trovato sempre in situazioni in cui la musica era il perno fondamentale della mia famiglia. Per me è sempre stato tutto molto naturale».
Quali ascolti hanno influenzato e accompagnato il tuo percorso?
«Arrivo da un background prettamente internazionale ascoltando molti brani funk, blues, R’n’B. Sicuramente da qualche anno a questa parte, Bruno Mars, Charlie Puth, Maroon 5 e i Jonas Brothers mi hanno portato ad essere l’artista che sono ora».
Nel 2018 hai partecipato a The Voice of Italy, cosa ti ha lasciato quell’esperienza?
«Tanti incontri interessanti, tante amicizie, un bagaglio di esperienza non indifferente ed un bellissimo ricordo».
Dal punto di vista personale, come stai affrontando questo difficile perio dovuto all’emergenza sanitaria Covid-19?
«Sto cercando di buttarmi a capofitto sul lavoro e sull’essere produttivo al 100%. Non voglio farmi abbattere perché prima o poi ne usciremo, ed io sarò pronto ad allietare i miei fan con la mia musica».
Al netto dell’attuale incertezza discografica, cosa puoi anticiparci sui tuoi prossimi progetti in cantiere?
«Prima dell’estate uscirà il mio nuovo singolo con un sound completamente diverso da quello che avete ascoltato fino ad adesso. Ho voglia di live».
Per concludere, a chi si rivolge oggi la tua musica e a chi ti piacerebbe arrivare in futuro?
«Mi piace pensare che ciò che faccio può essere apprezzato da tutti: dalla bambina di 8 anni fino ad una adulto di 50. Spero di poter spaziare tra generazioni e far capire che noi giovani non facciamo solo “musica con il computer” come viene definita spesso, ma sappiamo anche suonare e comporre con strumenti analogici».
Nico Donvito
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