Alex Wyse: “Sanremo? Un sogno che avevo da sempre“ – INTERVISTA
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A tu per tu con Alex Wyse, in vista della sua partecipazione a Sanremo 2025 nella sezione Nuove Proposte con “Rockstar”. La nostra intervista
Alex Wyse, in gara tra le Nuove Proposte del prossimo Festival di Sanremo ci racconta in questa intervista le sue sensazioni alla vigilia del debutto sul palco del teatro Ariston in gara con “Rockstar”. Alex Wyse Sanremo INTERVISTA
Il brano esplora il concetto di libertà come un ideale fragile e sfuggente, che si intreccia alla ricerca di identità e al bisogno di liberarsi dai vincoli emotivi. La libertà, nella sua visione, è una meta ambita ma spesso dolorosa, segnata dal peso delle scelte e delle conseguenze. L’artista naviga tra l’incertezza e una nostalgia profonda per ciò che è irrimediabilmente perduto.
Proprio in questi ultimi giorni, Alex ha annunciato il suo ritorno nella sua dimensione preferita: quella live. L’artista ha svelato i primi due appuntamenti dal vivo di questo 2025, in programma il 24 maggio al Fabrique di Milano e il 26 settembre all’Atlantico di Roma.
Alex Wyse racconta “Rockstar” e il suo Sanremo 2025, l’intervista
Quello che era un sogno adesso è realtà. Quali stati d’animo ti accompagnano in questo viaggio verso il Festival?
«Beh sicuramente sono contento di tutto il percorso, sono contento della canzone. Non so, sono solo felice di poter cavalcare quel palco, comunque ambito da tantissimi colleghi. Quindi niente, sono solo contento».
Il tuo percorso a Saremo Giovani è stato il più tortuoso, nel senso che hai sfidato altre teste di serie e diciamo che ti sei guadagnato sul campo e con merito questo posto. Immagino che la soddisfazione sia enorme, no?
«Da una parte mi sono dispiaciute molto queste sfide, anche perché si tratta di persone che conosco, sia Nicol che Tancredi. Mi è dispiaciuto tantissimo per entrambi, però sì, sono anche contento dall’altra parte di aver “lottato” con due artisti che stimo. Ammirando i miei sfidanti è stata una lezione di vita, un mettermi in gioco e un cercare di domande sempre la tensione. Forse non è fierezza, è più un senso di completezza, come se questo percorso fosse più completo nella mia testa».
Hai già fatto le prove con l’orchestra a Roma? Come sono andate?
«Sì, ho fatto le prove, tra l’altro non avevo mai cantato con un’orchestra del genere, è stato fenomenale, bellissimo, il clima è stato fantastico. Non lo so, a un certo punto non ho capito più niente in realtà, non riuscivo più a trovare le persone che conoscevo dentro la sala di via Asiago».
Quali skills acquisisce secondo te il pezzo con l’orchestra?
«Secondo me, con l’orchestra ha una chiave molto più intima e molto più emotiva. Ci sono delle parti che quasi preferisco da cantare. I musicisti e gli strumenti rendono tutto ancora più speciale, ogni dettaglio si trasforma ed è come se prendesse vita, una nuova vita».
Cosa mi pensi del cast dei big di quest’anno? Ci sono degli artisti che segui e aspetti particolarmente?
«A me piace questo cast, penso ci sia molta musica, molto da ascoltare e da vedere. Io sono cresciuto ascoltando i Modà, quindi sono contento in primis ci siano loro, poi mi piace molto Francesco Gabbani, ultimamente mi piace parecchio anche Olly. Però sì, in realtà tutto il cast penso sia un ben assortito, ci siano cose interessanti e diverse».
Il tuo 2025 non si esaurisce certamente nella settimana del Festival, anzi, sono già in calendario due date, il 24 maggio al Fabrique di Milano e il 26 settembre all’Atlantico di Roma. Che appuntamenti saranno?
«Due appuntamenti importantissimi, come ho sempre detto, i live rappresentano la parte che mi piace di più del mio lavoro. Sono la motivazione principale per ciò che faccio. Sono contento di tornare al Fabrique e di tornare all’Atlantico, sono davvero contento».
Per concludere, man mano che si va avanti verso Sanremo, l’asticella si alza come negli livelli dei videogiochi. Il palco dell’Ariston, è un po’ il king dei palchi d’Italia, fa tremare le gambe anche gli artisti che ci hanno messo piede più volte. Cosa rappresenta per te concretamente l’idea di dire: “vado a Sanremo”?
«Sicuramente uno dei sogni che avevo nel cassetto da sempre, sin da bambino. E poi, non lo so, in realtà è una cosa troppo grande, penso di dover realizzare ancora bene cosa sta accadendo. È un po’ come arrivare sulla vetta più alta e guardare verso il basso, soffri di vertigini e non capisci più niente. Questa è un po’ la sensazione che ho pensando a Sanremo».