sabato, Aprile 20, 2024

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Alexia: “Con la musica c’è sempre un rapporto di amore e odio” – INTERVISTA

Intervista alla cantante che presenta il suo primo album di cover natalizia

Ha scelto di celebrare il valore e la magia del Natale con la propria voce ed energia Alexia per il suo nuovo album intitolato “My XMAS“. A cinque anni da quello è, ad oggi, il suo ultimo album d’inediti, Quell’altra“, la voce ligure emersa con forza nel corso dei gloriosi anni ’90 sceglie di riproporsi in una dimensione musicale inedita per quello che è il suo percorso musicale ma comunque coerente con il suo sentire artistico. Un lavoro che non si esaurisce, tra l’altro, con la pubblicazione dell’album ma che prevede anche un ricco calendario di date live durante queste settimane festive.

Bentrovata Alessia, raccontaci come nasce l’dea di quest’album “My XMAS”

«Quando ho iniziato a fare questo lavoro, vedevo nei dischi di Natale dei colleghi sempre l’ombra di progetti un po’ particolari. Uscivano prima della fine di un contratto con una casa discografica oppure subito dopo un disco andato particolarmente bene o particolarmente male. Nel mio caso feci solo una versione di un brano in chiave natalizia e non ho mai pensato ad un album di Natale fino all’anno scorso quando, proprio in questo periodo, ho iniziato a lavorare a quest’idea. Ho pensato questo progetto come l’occasione di tornare a cantare delle cover, in inglese e con quell’entusiasmo di cantare dei brani che rappresentassero il mio Natale. Ecco perchè ho scelto brani che avessero passione, allegria, l’energia ed il groove che mi contraddistingue».

Leggendo le tue ultime interviste torna spesso il concetto di aver vissuto con l’obiettivo di capire chi davvero tu sia. Sei riuscita a trovare una risposta?

«Ho capito delle cose su di me: sono pigra, timida e faccio fatica a sgomitare per essere al centro dell’attenzione. In questi giorni sono molto impegnata e concentrata su questo progetto ma so di avere anche una vita che va avanti e non voglio rinunciarci. Il mio lavoro mi ha sempre un po’ spaventato quando per la gente mi sono resa conto di essere costantemente Alexia anche quando, ogni tanto, ho voluto essere semplicemente Alessia. Oggi ho capito che sono Alessia, una donna che vuole avere il proprio spazio, ma sono anche Alexia e quella X pesa tantissimo».

Musicalmente, invece, chi sei oggi?

«Sono quella che c’è nel disco disco di Natale. Mi accendo quando canto in inglese o quando canto le canzoni blues, funky, jazz e soul: il mio mondo è là. Sono attratta da quel mondo e per questo in italiano faccio fatica a proporre delle cose che non scimmiottino cose che ho già fatto. Per adesso mi godo questo bellissimo repertorio natalizio che magari, chissà, potrebbe diventare un appuntamento fisso».

A giorni parte il tuo nuovo tour che festeggerà appunto il Natale con i brani di questo tuo album e che durerà fino a gennaio. Che tipo di spettacolo sarà?

«E’ uno spettacolo in cui la musica è al centro di tutto grazie anche al fatto che questo “My XMAS” ha degli arrangiamenti fatti e pensati per essere trasportati immediatamente dal vivo. Sarà un concerto semplice perchè voglio trasmettere il mio messaggio con la musica e perchè occorre rispettare chi oggi sta soffrendo. Racconterò tanto di me, di qualche mio Natale e del perchè ho scelto queste canzoni. Metterò magari anche qualche brano di Alexia».

Oggi sta tornando in voga la passione per la dance anni ’90 anche in Italia. Di quegli anni sei stata un’indiscussa protagonista e regina: che cosa ricordi di quel tuo periodo e che cosa ti è rimasto più caro?

«Mi è rimasto forte il ricordo di una ragazzina che doveva assolutamente fare centro perchè viveva una situazione in cui aveva incanalato tutte le sue energie in quell’obbiettivo che non poteva fallire. Avevo perso da poco mio papà e pubblicato un singolo trovandomi a dover sorridere davanti al pubblico nascondendo il dolore. Ricordo questo coraggio e la voglia di sfruttare il momento. Ricordo anche la mia determinazione e la mia disciplina: per me era una missione, un lavoro. Quando ho metabolizzato la perdita di mio papà ho iniziato a rendermi conto che forse ce l’avevo fatta».

C’è stato un momento che ti ha fatto rendere conto di aver svoltato?

«Si, un sabato sera andai ospite di una trasmissione del sabato sera di Raffaella Carrà. Lei mi aveva richiesto fortemente e mi chiese di cantare, oltre ai vari singoli famosi, anche un brano che s’intitolava ‘Let the music play’. Rientrando da quella serata, in aereo, la gente continuava a salutarmi, a fermarmi: capii che per le persone ero diventata Alexia».

Un momento di svolta della tua carriera è stato sicuramente il passaggio dall’inglese all’italiano. Da cosa fu dovuto e ne sei tutt’oggi orgogliosa?

«Volevo dimostrare che non ero un’artista da studio. Quando ci fu la chance di partecipare a Sanremo su richiesta di Pippo Baudo capii che era la possibilità giusta per mostrare a tutti che ero un’artista che si era fatta la vera gavetta nelle pedane delle discoteche con le orchestre ed i gruppi. Al mio primo Sanremo, il lunedì pomeriggio dopo le prove generali i giornalisti in platea, dopo la mia esibizione, fecero esplodere il boato. Sono cose che non posso dimenticare. A posteriori oggi direi che avrei potuto continuare a cantare anche in inglese ma all’epoca la mia casa discografica non era pronta come oggi a lavorare con un artista su di un repertorio estero. Dato che oggi non si ragiona più così potrei probabilmente tornare all’inglese».

Alexia

Dopo il grande successo hai deciso di dedicarti a te stessa e alla tua famiglia per qualche tempo. Il ritorno sulle scene ti ha mostrato un sistema discografico profondamente cambiato. In che cosa lo hai visto così stravolto rispetto a quello che avevi conosciuto?

«Sono cambiate le mode oltre alle esigenze delle major: un tempo si facevano gli album, un sacco di promozioni con radio, TV ed i Festival più importanti e poi c’erano decine di firmacopie che oggi sono diventati unicamente l’occasione per un selfie con l’artista. Oggi, invece, i ragazzi lavorano prima sui social e da lì arrivano alla musica che, però, è di una tipologia che non mi appartiene perchè non so se quello che io oggi posso raccontare è quello che interessa alla discografia. Ci ho messo del tempo per capire che non ero io ad essere sbagliata ma che era cambiata la situazione. Anche se non si può mai sapere… Paola & Chiara, alle quali faccio un in bocca al lupo incredibile, tornano a Sanremo: magari faranno da spartiacque».

Che cosa ti ha insegnato la musica in questo tuo percorso?

«La disciplina. Se non si studia con grande rispetto non si arriva da nessuna parte. Oggi si pensa che sia tutto immediato ma se vuoi veramente suonare devi studiare e dedicarci moltissimo tempo. Ho capito che io e la musica abbiamo un rapporto di amore e odio: io amo profondamente la musica ma la odio anche tanto perchè, a volte, realizzi delle cose bellissime ma, non rappresentando il gusto contemporaneo, non vengono capite, recepite o accettate e allora arrivi davvero ad odiarla la musica».

Intervista ad Alexia per “My XMAS” | Podcast

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.
Ilario Luisetto
Ilario Luisetto
Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.