Alfa: “La musica è il mio posto nel mondo” – INTERVISTA

A tu per tu con Alfa per parlare di “Non so chi ha creato il mondo ma so che era innamorato Deluxe”, disponibile dal 30 maggio. La nostra intervista al cantautore genovese

A poco più di un anno dalla sua uscita, “Non so chi ha creato il mondo ma so che era innamorato”, già certificato disco di platino, si arricchisce di un nuovo capitolo. Il 30 maggio arriva per Artist First la versione deluxe dell’album di Alfa, contenente cinque brani inediti che ampliano e approfondiscono il viaggio intrapreso nel progetto originale: un racconto sull’amore, tra fragilità, sogni e consapevolezza.

Tra le nuove tracce spicca “A me mi piace”, sorprendente duetto con Manu Chao, che intreccia due mondi apparentemente lontani in un dialogo musicale dal sapore istintivo e internazionale. In attesa di vederlo in tour – con un’estate ricca di live e, a seguire, tappe europee e palasport, abbiamo incontrato Alfa per parlare del suo nuovo percorso artistico, della scrittura come rifugio e di quel filo rosso chiamato musica che lo ha reso l’artista che conosciamo.

Alfa racconta la versione deluxe di “Non so chi ha creato il mondo ma so che era innamorato”, l’intervista

La versione deluxe del tuo album contiene cinque nuovi brani. Cosa hai voluto aggiungere a livello narrativo a un disco già così importante per il tuo percorso?

«È stato un disco che è andato in una direzione molto folk, molto country, anche solo con il pezzo di Sanremo (“Vai”, ndr). Ma credo che la naturale evoluzione sia verso un cantautorato in chiave più pop, magari più leggera, sicuramente meno impegnata. Questa è stata un po’ la mia scommessa musicale per queste nuove canzoni. Questi inediti sono un assaggio di quello che sarà il disco nuovo».

Questo lavoro si apre con “Tante mila volte”, una ballata folk-pop che affronta il tema del rivivere le emozioni. Ce la racconti?

«Nasce da un mio amore tossico di due-tre anni fa, da cui ero completamente dipendente. Per questo nella canzone dico: “Se è uno sbaglio, lo rifarei tante mila volte”. Mi piace giocare con i neologismi. È una canzone degli errori d’amore, parla di quando vuoi ricascarci. Non è che promuovo la tossicità, però la canzone appartiene a quei momenti lì».

E poi c’è “A me mi piace” con Manu Chao, che riprende il suo grande successo “Me gustas tu”. Una doppia sfida. Come è nata l’idea?

«È nata un anno fa, dopo il suo concerto a Milano. Grazie al mio manager Claudio, siamo entrati nel backstage e abbiamo parlato di musica e di Genova, città a cui lui è molto legato per un grande concerto che aveva fatto nel 2001. Ci siamo trovati subito, anche se apparteniamo a generazioni diverse. È nato tutto in modo naturale, via WhatsApp. Il brano è stato a Stoccolma, con un freddo cane, così per scaldarci abbiamo deciso di provare a buttare giù un pezzo estivo. Non è un campionamento: lui ha rifatto le sue voci, ha cantato lo special. È stato un vero feat.».

Nel brano “Come il sole” usi una struttura originale, serrata nelle strofe e quasi sillabata nell’inciso. Stai facendo del parlato-cantato una tua cifra?

«Sicuramente provo un amore enorme verso le storie. Per raccontarle, mi servono tante parole. Ho sempre scritto molto, ma ora cerco di dare un’impronta narrativa. “Come il sole” parla di quando ti innamori e tutto sembra più bello, anche la spazzatura profuma. È volutamente elementare, come una lista della spesa delle cose belle»,

Tra i nuovi brani spicca “Anna”, che mi ha molto colpito. È un vero racconto. Ci spieghi da cosa è stato ispirato?

«L’ho scritto a 19 anni, ma ha visto la luce solo ora perché non trovavo il vestito giusto. Nasce con la chitarra, poi è passato al pianoforte. Ha un’impronta cinematografica, quasi da colonna sonora. È il brano più coraggioso del disco. Mi spaventa pubblicarlo, ma ci tengo tantissimo. Il testo è rimasto identico, anche se musicalmente è cambiato molto nel tempo. Ah, una chicca che non ho ancora svelato, il ritornello l’ho scritto insieme a Irama, che mi ha aiutato con la linea melodica».

Per concludere. In questi anni tu hai dato tanto alla musica, sacrificando anche aspetti della tua età, ma cosa ti sta dando lei in cambio?

«Mi sta dando un’occasione di crescita. Mi ha reso una persona più positiva e speranzosa. Prima non ero bravo in nulla, né banalmente a calcio né socialmente parlando. Eppure ne ho provate tante e ho fatto quasi di tutto: il mago, lo youtuber, il rapper. Ma scrivere canzoni mi fa sentire bene, come se avessi trovato il mio posto nel mondo. E questo è un dono immenso».

Scritto da Nico Donvito
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