“Alle venti” degli Audio 2: te la ricordi questa?

Alle venti Audio 2

Viaggio quotidiano nella colonna sonora della nostra memoria, tra melodie sospese nel tempo pronte a farci emozionare ancora. Oggi parliamo di “Alle venti” degli Audio 2

La musica è la nostra macchina del tempo: basta una nota, un ritornello, ed eccoci di nuovo lì, in una stagione vicina o lontana, in un’auto con i finestrini abbassati o nella cameretta della nostra infanzia. “Te la ricordi questa?” è il nostro appuntamento quotidiano per riavvolgere il nastro delle emozioni, proprio come si faceva una volta con una semplice penna e una musicassetta. Oggi l’orologio del tempo ci riporta al 1995 con “Alle venti” degli Audio 2.

Ogni giorno, alle 13:00, vi accompagneremo in un viaggio musicale alla riscoperta di queste gemme nascoste: canzoni che hanno detto tanto e che hanno ancora tanto da dire, pronte a sbloccare ricordi, evocare immagini, restituirci pezzi di passato con la potenza che solo la musica sa avere. Brani che forse oggi non passano più in radio, pezzi di artisti affermati lasciati in un angolo, o successi di nomi che il tempo ha sbiadito ma che, appena tornano nelle nostre orecchie, sanno ancora farci vibrare. Perché la musica non invecchia, si nasconde soltanto tra le pieghe del tempo, aspettando il momento giusto per colpire nel segno e farci esclamare sorpresi un: “Te la ricordi questa?”.

Ti sblocco un ricordo: “Alle venti” degli Audio 2

Nel panorama musicale italiano degli anni ’90, gli Audio 2 si sono distinti per uno stile personale, sobrio ma capace di lasciare il segno. “Alle venti“, pubblicata nel 1995 all’interno dell’album “E=mc²”, è uno dei brani che meglio sintetizza la loro poetica: fatta di osservazioni leggere solo in apparenza, riflessioni esistenziali camuffate da cronache domestiche, e un tono sospeso tra il nostalgico e l’assurdo.

Il testo è pieno di immagini enigmatiche: “l’ago che ti punge”, “le ombre riflesse sul muro”, “il profumo nella valigia che serve a celare l’odore che si ha”. Piccoli oggetti, gesti minimi, usati come simboli di un’identità che si costruisce nel dettaglio e nell’ambiguità. Il tema del doppio ritorna spesso: il rovescio della medaglia, l’incognita tremenda, la libertà delle lancette che però tornano sempre a sovrapporsi. È un modo sottile per parlare del tempo che scorre sempre uguale, ma che ognuno vive in maniera diversa.

“Alle venti” è una fotografia esistenziale in formato canzone, capace di racchiudere malinconia, ironia e una punta di poesia urbana. In un’Italia che guardava al futuro con entusiasmo e incertezza, gli Audio 2 scelsero di restare fermi per un attimo, osservare e raccontare. Con dolcezza, con intelligenza. E con la consapevolezza che, anche nel mondo che corre, c’è bellezza nel restare fermi a guardare le lancette.

Il testo di “Alle venti” degli Audio 2

Nella stazione l’orologio, il treno, il pendolino
Fretta per gli spostamenti a monte
C’è sempre un inizio in ogni cosa che si fa
C’è chi insegna quel che devi fare

Gli occhi sbarrati sul tempo futuro
Poche le ombre riflesse sul muro
Tutto è già lì a portata di mano
Ed una musica vola

È come un giro di lancette che si sa
Sovrapposte insieme ad ogni ora
Ma libere libere che
Sono le venti

Sono le venti, sono le venti e dieci sì
Noi siamo quelli che vedono ancora imperterriti il Telegiornale
Siamo contenti di rivedere i vecchi films
In bianco e nero tu puoi immaginare
A noi sembra normale che anche l’ago stia fermo lì
A portata di mano, uuh

Tutto è un’incognita tremenda, tutto è
Sempre da provare e da scoprire
Il rovescio, la medaglia, l’ago che ti punge
Si potrebbe anche essere insensibili

Nella valigia c’è sempre il profumo
Serve a celare I’odore che si ha
Ma all’occorrenza ti inventi qualcosa
Che non sia solo un’età

È come un giro di lancette che si sa
Sovrapposte insieme ad ogni ora
Ma libere libere che
Sono le venti

Sono le venti, sono le venti e dieci sì
Noi siamo quelli che vedono ancora imperterriti il Telegiornale
Siamo contenti di rivedere i vecchi films
In bianco e nero tu puoi immaginare
A noi sembra normale che anche l’ago stia fermo lì
A portata di mano, uuh

Sono le venti, sono le venti e dieci sì

Sono le venti, sono le venti e dieci sì

Scritto da Nico Donvito
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