A tu per tu con il trio di youtuber in uscita con il singolo per l’estate 2019, intitolato “Che disastro”
Reduci dai positivi riscontri dei precedenti singoli “Scusate per il disagio” e “Ho anche dei difetti”, per Amedeo Preziosi, Riccardo Dose e Awed non c’è due senza tre. Si intitola “Che disastro” il brano uscito lo scorso 12 luglio, disponibile negli store digitali e su tutte le piattaforme streaming per Sony Music. In occasione del lancio di questo pezzo, prodotto da Ludwig (qui la nostra recente intervista) e da Daniele Autore, abbiamo incontrato per voi il trio più irriverente del web.
Ciao ragazzi, partiamo del vostro nuovo singolo intitolato “Che disastro”. Cosa avete voluto raccontare con questo pezzo?
«Quello che siamo. Detto in maniera concisa, se volessimo racchiudere le nostre vite in due semplici parole sarebbero queste, “Che disastro” è il nostro quotidiano in forma canzone. La nostra giornata comincia bene, poi alla fine vai a letto, ti rendi conto che è stato l’esatto contrario e pensi che domani andrà meglio».
Cosa aggiunge questo brano al vostro percorso dopo i positivi riscontri ottenuti con i precedenti “Scusate per il disagio” e “Ho anche dei difetti”?
«Forse una maggiore professionalità al tipo di brano realizzato, riascoltando i primi due brani possiamo vedere una sorta di evoluzione musicale, ci siamo affidati al nostro amico Ludwig che da un anno a questa parte sta realizzando delle belle robe simpatiche, eravamo certi che il suo modo di fare musica si sarebbe incastrato perfettamente alla nostra ignoranza musicale».
Siete indubbiamente tre webstar, l’approccio alla musica com’è arrivato?
«Per quanto riguarda Simone e Riccardo per gioco, mentre Amedeo ha sempre avuto la passione per la musica. Il progetto è nato per gioco un pomeriggio sul nostro gruppo WhatsApp, per proporre anche qualcosa durante le serate in discoteca in cui venivamo invitati. Ci siamo divertiti e, visti i positivi risultati, non siamo potuti più tornare indietro».
Cosa ne pensate dell’attuale scenario discografico?
«Non ci sentiamo di poter giudicare un genere piuttosto che un altro, perché è una questione molto personale. Ad essere sinceri, per un emergente non è facile entrare in maniera preponderante nel mercato discografico, in questi ultimi anni Spotify è entrato nella mentalità delle persone e si sta sempre di più radicando. I numeri si evolvono, anche rispetto a poco tempo fa, quando è uscito il nostro primo singolo, le classifiche sono completamente cambiate. Al di là di questo, lo facciamo per divertimento. In più, la bellezza dello streaming è che ti fa capire in tempo reale cosa ascolta la gente, un tempo si pensava che la vera hit era quella che passava in radio, mentre non è affatto così».
Parlando del rapporto tra web e musica, l’impressione è che per anni la discografia abbia un po’ ignorato la potenza di questo strumento, combattendo la pirateria ma continuando a puntare comunque sui supporti. Poi sono arrivate le varie piattaforme, da YouTube ad iTunes, da Spotify ad Apple Music. Adesso pare si sia trovato un buon compromesso, voi stessi rappresentate un po’ il ponte tra questi due mondi. Cosa ne pensate a riguardo?
«E’ corretto che ci sia una conversione, perché è il futuro, c’era l’esigenza di trovare un punto d’incontro tra discografia e web. In questo breve percorso degli ultimi tre-quattro anni, dove si stanno radicando meglio le cose, i valori e i termini sono cambiati per quanto riguarda l’attribuzione delle certificazioni, ad esempio la soglia del disco d’oro veniva raggiunta da troppe persone, quindi hanno deciso di alzare l’asticella e tuttora è in evoluzione.».
Per concludere, partecipereste mai al Festival di Sanremo?
«Se andiamo tutti e tre contemporaneamente a Sanremo a rappresentare un gruppo prenderemmo soltanto insulti, come è giusto che sia (sorridono, ndr). Gli youtuber che fanno musica sono sempre visti un po’ male, non verranno mai accettati, anche se il palco dell’Ariston andrebbe sdoganato anche in questo senso, perché ci sono degli esempi importanti a livello internazionale, non è che se una persona ha intrapreso inizialmente una determinata strada poi non possa cambiare».
Nico Donvito
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