Diamo tutti i voti alle esibizioni di canto della prima puntata di questa edizione
Prima puntata del serale della ventunesima edizione di Amici di Maria de Filippi. Regolamento confermata rispetto alla passata edizione come anche la giuria e gran parte del cast dei professori di danza e canto impegnati al fianco dei concorrenti nella gara. Andiamo a dare i voti alle singole esibizioni.
- ALBE – Uptown funk: Bruno Mars viene spogliato di gran parte della propria quota funk per riscriverne i versi in una chiave più italica, libertina e vicina al cantato del giovane interprete. La scrittura risulta credibile e personale. Manca, però, una verità d’intenzione nell’interpretazione che è troppo standard e troppo poco sentita per risultare credibile per davvero. VOTO: 5.5
- LUIGI – Rumore: Viene omaggiata così Raffaella Carrà che ad Amici partecipò in veste di superospite solo qualche edizione fa con un’esibizione indimenticabile. Luigi ha le doti giuste da musicista per riuscire ad entrare in uno dei classici musicali del caschetto biondo della televisione italiana facendolo proprio senza, però, snaturarlo eccessivamente. Manca “soltanto” quell’energia tipica di Raffaella. VOTO: 6.5
- CALMA e LDA – Vento d’estate: Duetto tra due dei rappresentanti canori della squadra di Rudy Zerbi. Il brano di Max Gazzè si adatta più al mood di LDA oscurando, forse, la pasta vocale e lo stile più disteso di Calma. La resa è comunque piacevole ma venendo a mancare quel brio nostalgico, facilmente accostabile alla brezza estiva, della voce dell’interprete originale tutta la canzone finisce per smontarsi. VOTO: 5
- LUIGI – My Sharona / Musica Leggerissima / The twist: Un medley di stili e generi diversi che Luigi fa propri accompagnandosi con la sua chitarra e soprattutto con il proprio taglio interpretativo sempre sicuro. Un’esibizione piacevole. VOTO: 6+
- ALBE – Millevoci: il primo inedito di questo serale è uno dei grandi successi già concretizzati di quest’edizione di Amici. Albe lo sa e probabilmente questo lo fa esibire con quella sicurezza di chi è consapevole di aver tra le mani un brano che, proprio perchè proprio, funziona. VOTO: 7.5
- ALBE – Nessuno mi può giudicare: il classico di Caterina Caselli viene chiamato in ballo anche questa volta per un’esibizione che, come ormai (purtroppo) d’abitudine, riscrive parte del testo riadattandolo al proprio racconto personale. Albe lo fa raccontando del giudizio social a proposito della fisicità di ciascuno. Convincente. VOTO: 7-
- ALEX – Sogna ragazzo sogna: ad Alex (la migliore voce maschile di quest’edizione) manca l’esperienza di vita necessaria per trasferire tutta la visceralità interpretativa che Roberto Vecchioni ha messo nella sua penna ma anche nella sua voce per rendere intramontabile questa canzone. Malgrado questa l’esibizione è una delle migliori della serata. VOTO: 7+
- LUIGI – A horse with no name: utilizza il contrabbasso questa volta Luigi per accompagnare la propria esibizione e per stupire un pubblico (ed una giuria) che, ormai sempre di più, dalle cover richiede sempre un contributo più personale. VOTO: 6.5
- CORALE SQUADRA CUCCARINI-TODARO – Don’t stop me now: scelgono di divertirsi tutti insieme sulla colonna sonora dei Queen sfruttando ugole e piedi di cantanti e ballerini. Le voci non sono quelle più adeguate a reggere questo tipo di brano. Funzionano più per la quantità che per la resa effettiva. VOTO: 5
- AISHA e SISSI – Marvin Gaye: Arriva la prima occasione per Aisha di mettere in evidenza il proprio colore timbrico votato all’universo soul. L’accostamento con Sissi funziona a livello d’incastro vocale ma trasporta il brano verso una dimensione meno black e più urbana. La resa è comunque interessante e piacevole all’ascolto. VOTO: 7
- SISSI – E non finisce mica il cielo: il classico di Mia Martini viene qui rivisitato dalla voce più tiepida, delicata e soffice di Sissi che, comunque, tira fuori anche un buon contributo delle corde vocali riuscendo a reggere ugualmente il peso di un brano che, almeno nella sua versione originale, si basava sulla forza interpretativa dirompente, disarmante e viscerale di Mimì. VOTO: 7.5
- SISSI – I am what I am: parte a cappella l’esibizione per poi arricchirsi, con progressività, di un arrangiamento completo e deciso in perfetto stile anni ’80. Sissi regge perfettamente il peso dell’esibizione dimostrandosi nuovamente a proprio agio anche con un prove vocali più impegnative a livello di range ed esplosività. Per lei una serata positiva. VOTO: 7+
- LDA – Che sarà: sfida su un grande classico della canzone italiana che LDA riscrive nelle sue strofe raccontando la vita di un migrante che riflette sulla condizione della propria esistenza e del proprio futuro. L’idea è a metà tra l’essere perfettamente funzionale e l’essere, invece, un po’ troppo furba. VOTO: 6.5
- ALEX – Che sarà: è più integralista la scelta di Alex che mantiene gran parte del testo fedele alla scrittura originale della canzone modificandone soltanto parte della seconda strofa. Se la sfida consisteva nella riscrittura questa prova è stata disattesa in quanto la personalizzazione è pressochè nulla. Ma chi l’ha detto che le canzoni vanno per forza riscritte? VOTO: 6
- LUIGI e LDA – Ho messo via: s’incastrano bene le voci dei due protagonisti di questo duetto che viene svuotato dal suono grave della timbrica tipica di Ligabue. Tra i due è Luigi a spiccare per quel timbro più sporco, deciso e scuro. VOTO: 7+
- LDA – Quello che fa male: il primo successo discografico del giovane talento partenopeo viene riproposto fin da questa prima puntata del serale raccogliendo un buon riscontro da parte del pubblico. Il cantato non è il suo forte ma dalla sua ha una scrittura credibile e ben spendibile nel contesto di un suono contemporaneo ed insieme tradizionale. VOTO: 6.5
- GIO MONTANA – La bambola: tantissime volte il classico di Patty Pravo è stato riscritto e rivisitato anche nei contesti televisivi variandone suoni e parole. Gio Montana opta per un suono che cresce ed evolve nel corso della canzone partendo soft e poi esplodendo in un complesso elettronico. Certo, il cantato non è dei più sicuri e puliti e questo penalizza l’unica esibizione fin d’ora (incredibile a dirsi per la squadra che è rimasta protagonista dell’intera serata) del ragazzo. VOTO: 6=
- GIO MONTANA – Sotto la pioggia: la canzone c’è e racconta bene l’interprete che la propone passando attraverso un’ambientazione urbana che sfrutta l’architettura rap ed un linguaggio testuale e canoro pop. Il potenziale c’è. Rimane da migliorare il contributo vocale e la presenza scenica. VOTO: 6
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Ilario Luisetto
Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.
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