A tu per tu con il cantautore lombardo, alla scoperta del suo secondo album “Nuove sensazioni”
A un anno di distanza dalla nostra precedente intervista realizzata in occasione dell’uscita del suo disco d’esordio, intitolato “40”, ritroviamo Andrea Paone alle prese con la promozione del suo secondo album “Nuove sensazioni”, anticipato dal singolo “Merito di vivere di più”, interamente scritto ed arrangiato dallo stesso artista. In scaletta sono presenti altri dieci inediti, tra cui spiccano; la title track, “I frutti rossi”, “Ettore”, “A questa età”, “Cose belle”, “Il promoter”, “Tanto è lo stesso”, “Diversi”, “Di te” e “Invenzione”.
Ciao Andrea, bentrovato su RecensiamoMusica. Partiamo dal tuo nuovo singolo “Merito di vivere di più”, che significato ha per te?
«Ciao Nico e grazie per l’opportunità. E’ un brano che ho praticamente realizzato in autonomia e per questo lo sento particolarmente importante».
Nel testo inviti chi ti ascolta a reagire, a non mollare. Non credi anche tu che uno dei malesseri di quest’epoca sia il non riuscire a trovare la voglia di lottare, che ci si abitua e ci si arrende con estrema facilità?
«A volte basterebbe solo avere un po’ più di fiducia».
Quali sonorità hai voluto abbracciare?
«Mi piaceva l’idea di un sound trasparente, ma anche dinamico».
Cosa avete voluto trasmettere attraverso le immagini del videoclip?
«È un video pensato dal regista Andrea Della Sala, in cui ha voluto abbinare lo spirito dell’allenamento nello sport con quello della vita ».
“Merito di vivere di più” rappresenta il primo estratto dal tuo secondo album di inediti “Nuove sensazioni”. Cosa hai voluto raccontare?
«E’ il terzo estratto, ma è il singolo che ha rappresentato l’uscita del disco. Ho voluto raccontare dei punti di vista alternativi».
Chi ha collaborato con te in questo progetto?
«Il disco è stato molto suonato da me, con le batterie di Alex Poltrone ed il supporto artistico di Ettore Diliberto, che ha anche suonato delle parti. Diciamo pochi ma molto buoni».
Quali analogie e quali innovazioni contiene rispetto al tuo disco d’esordio “40”?
«”Nuove sensazioni” è un album più variegato sia sotto il profilo competitivo che degli arrangiamenti e dei mix. Rimane il contenuto della spontaneità».
C’è un incontro che reputi fondamentale per la tua carriera?
«Ce ne sono stati molti tutti determinanti come le tessere di un puzzle».
Ti senti rappresentato dall’attuale mercato e da ciò che si sente oggi in giro?
«Oggi l’offerta di musica è immensa, sta al pubblico cercare oltre la superficie».
Avendone la possibilità, rinasceresti in questa precisa epoca o c’è un particolare decennio che consideri più vicino al tuo modo di intendere la musica?
«Sicuramente gli anni ’70 e ’80 hanno avuto un contenuto di ispirazione che si è poi un po’ perduto».
Quali sono i lati del tuo mestiere che ti fanno sentire fiero di ciò che stai realizzando?
«Sono libero di esprimere i miei brani».
Nico Donvito
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