“Angeli a metà” di Gerardina Trovato: te la ricordi questa?

Angeli a metà Gerardina Trovato

Viaggio quotidiano nella colonna sonora della nostra memoria, tra melodie sospese nel tempo pronte a farci emozionare ancora. Oggi parliamo di “Angeli a metà” di Gerardina Trovato

La musica è la nostra macchina del tempo: basta una nota, un ritornello, ed eccoci di nuovo lì, in una stagione vicina o lontana, in un’auto con i finestrini abbassati o nella cameretta della nostra infanzia. “Te la ricordi questa?” è il nostro appuntamento quotidiano per riavvolgere il nastro delle emozioni, proprio come si faceva una volta con una semplice penna e una musicassetta. Oggi l’orologio del tempo ci riporta al 1994 con “Angeli a metà” di Gerardina Trovato.

Ogni giorno, alle 13:00, vi accompagneremo in un viaggio musicale alla riscoperta di queste gemme nascoste: canzoni che hanno detto tanto e che hanno ancora tanto da dire, pronte a sbloccare ricordi, evocare immagini, restituirci pezzi di passato con la potenza che solo la musica sa avere. Brani che forse oggi non passano più in radio, pezzi di artisti affermati lasciati in un angolo, o successi di nomi che il tempo ha sbiadito ma che, appena tornano nelle nostre orecchie, sanno ancora farci vibrare. Perché la musica non invecchia, si nasconde soltanto tra le pieghe del tempo, aspettando il momento giusto per colpire nel segno e farci esclamare sorpresi un: “Te la ricordi questa?”.

Ti sblocco un ricordo: “Angeli a metà” di Gerardina Trovato

Nel brano “Angeli a metà”, contenuto nel secondo album “Non è un film” del 1994, Gerardina Trovato dà voce a un’umanità inquieta, dolente e ribelle. È una canzone che brucia di vita vissuta ai margini, fatta di corpi esposti, gesti estremi, desideri crudi e sogni disillusi. Un inno esistenziale che si muove sul confine tra caduta e redenzione.

Il titolo stesso è una dichiarazione di poetica e di intenti. Non siamo angeli puri, ma creature spezzate, che volano a fatica, che vivono in bilico. Il brano raccoglie immagini forti e dolorose: chiudersi in una scatola, chiedere un passaggio nudi, fare l’amore su una panchina, camminare su un muro ad occhi chiusi. Sono azioni estreme che raccontano la fame di sentirsi vivi, di toccare il fondo per capire se il cuore batte ancora.

La Trovato canta con voce ruvida e vulnerabile, incarnando i sentimenti di chi ha amato troppo, di chi è stato respinto, di chi cerca senso nell’inquietudine. Ma non c’è solo autodistruzione: c’è anche la ricerca disperata di libertà, di verità, di amore. Lo dice apertamente: “se vivi devi crederci, come ci credo io”. È un invito alla fede nel sentire, nel lottare, anche quando tutto sembra perduto.

“Angeli a metà” è una canzone scomoda, intensa, necessaria. Un manifesto di fragilità e orgoglio, un canto per chi si sente fuori posto, per chi non riesce a stare nei binari, ma non smette di cercare. Gerardina Trovato riesce a dare voce agli invisibili, a chi vive sulla soglia… tra luce e ombra, tra rabbia e speranza.

Il testo di “Angeli a metà” di Gerardina Trovato

Hai mai provato a chiuderti
dentro a una scatola
fare dei buchi per l’aria
solo per respirare
hai mai provato a spogliarti
per strada ubriaco
chiedere nudo un passaggio
per farti arrestare
dimmi se ti e successo mai
di fare l’amore su una panchinadi camminare in alto
sopra un muro ad occhi chiusi
fare finta e scivolare
restare appeso a un filo e dondolare
sopra un ponte a mille metri
senza rete per sapere
che cosa si prova se si ferma il cuore
siamo angeli a meta’
e forse siamo liberi
ci disegnamo tatuaggi sulla pelle
siamo figli delle favole
dormiamo sulle stelle
con gli occhi fatti a pezzi per un no
hai mai provato ad uscire
di notte in america
in minigonna da sola
senza la macchina
dimmi se ti e successo mai
di fare l’amore su una panchina
di camminare in altosopra un muro ad occhi chiusi
fare finta e scivolare
restare appeso a un filo e dondolare
sopra un ponte a mille metri
senza rete per sapere
che cosa si prova se si ferma il cuore
siamo angeli a meta’
e forse siamo liberi
ci disegnamo tatuaggi sulla pelle
siamo figli delle favole
dormiamo sulle stelle
con gli occhi fatti a pezzi per un no
cavalcare in mezzo al mare
col sole e il vento in faccia
e tu che stringi forte
con le braccia amore mio
se vivi devi crederci
come ci credo io
con gli occhi fatti a pezzi per un no
restare appeso a un filo e dondolare
sopra un ponte a mille metri
senza rete per sapere
che cosa si prova
a dondolare
sopra un ponte a mille metri
senza rete per sapere
che cosa si prova se si ferma il cuore
se vivi devi crederci
come ci credo io
con gli occhi fatti a pezzi per un no

Scritto da Nico Donvito
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