Angelica Bove: “Sanremo? È davvero un’emozione assurda” – INTERVISTA

Angelica Bove

A tu per tu con la giovane artista romana, in gara tra le Nuove Proposte di Sanremo 2026 con il brano “Mattore”. La nostra intervista ad Angelica Bove

Dopo la vittoria a Sanremo Giovani 2025, Angelica Bove è pronta a calcare per la prima volta il palco dell’Ariston. In gara nella categoria Nuove Proposte del Festival di Sanremo 2026, la cantautrice porterà il brano “Mattone(Atlantic Records Italy / Warner Music Italy), già disponibile in radio e sulle piattaforme digitali, accompagnato dal videoclip ufficiale e da una bellissima versione orchestrale.

Prodotto da Federico Nardelli, autore del brano insieme a Matteo Alieno e alla stessa Angelica, “Mattone” racconta con sincerità e delicatezza la convivenza con il dolore e la fragilità dei momenti più bui, trasformandoli in forza e consapevolezza. Un racconto personale e intenso che ha conquistato pubblico e critica, raggiungendo la #1 della Viral 50 Italia di Spotify.

Con il suo timbro graffiante e profondo, Angelica Bove racconta emozioni autentiche, vissute e restituite senza filtri, riuscendo a creare un legame profondo con chi ascolta. “Mattone” segna l’inizio di un nuovo capitolo artistico per la giovane cantautrice, che porta a Sanremo una canzone nata da un anno di lavoro, introspezione e sincerità assoluta.

L’abbiamo incontrata a poche ore dalla sua vittoria a Sanremo Giovani, per parlare di emozioni, musica e di quel “mattone” che ha costruito, passo dopo passo, il suo sogno.

Sanremo 2026: Angelica Bove in gara tra le Nuove Proposte con “Mattone”, l’intervista

Angelica, direi che è andata benissimo: che momento è questo per te, dopo la vittoria a Sanremo Giovani e il pass per l’Ariston?

«È una grandissima soddisfazione, è bellissimo: è il primo risultato del progetto a cui stiamo lavorando da un anno, e per progetto intendo lavorare seriamente, con tanta testa e tanto amore. È il primo grande risultato con la mia squadra, con Matteo Alieno, Federico Nardelli, Warner e tutto l’entourage Atlantic Records che mi segue sempre. Quindi siamo tutti molto soddisfatti e molto contenti. Per me è davvero un’emozione assurda: penso che i miei fratelli siano più emozionati di me e io capirò davvero cosa è successo tra un mesetto circa».

A chi senti di dedicare questo traguardo?

«Sicuramente ai miei fratelli, perché erano con me sul palco. Ho cantato per loro e ho cantato anche il loro dolore».

Questa cavalcata è iniziata con le audizioni di via Asiago di ottobre: guardandoti indietro, pensi che “Mattone” sia arrivata alla gente come volevi? Ha mantenuto o superato le aspettative?

«Le ha decisamente superate, anche perché non avevo grandi aspettative. Partivo dal livello zero, quindi tutto quello che è arrivato è stato “pesante”, importante. È stata una bellissima sorpresa e anche una scoperta. Vedere il primo posto nella Viral 50 di Spotify e tutti i consensi di pubblico e critica è qualcosa che non mi aspettavo davvero».

Quali sono stati i commenti o i feedback sul brano che ti hanno fatto più piacere?

«Quelli in cui le persone si sono sentite libere di condividere i propri dolori. Questo mi ha fatto tantissimo piacere, perché credo che si sia aperto un portale molto bello di empatia e ho voluto “sfondare quel portone”, perché ho sentito di avere una responsabilità. Ogni giorno continuano a scrivermi cose meravigliose, al di là dei complimenti, ai quali sinceramente non mi attacco molto. Mi interessa molto di più scoprire cosa ti fa provare quella canzone, piuttosto che un semplice “brava”. È stato molto bello sentire certe storie».

Finora ti sei esibita su base registrata, ma all’Ariston ti accompagnerà l’orchestra. E ti sei portata avanti, perchè è appena uscita una versione orchestrale di “Mattone” con l’orchestra e il coro del Conservatorio “Luigi Boccherini” di Lucca. Com’è stato lavorare con il Maestro Valeriano Chiaravalle?

«È stato incredibile. A parte che è un grande, proprio come essere umano: ha una grandissima presenza e ti fa sentire molto a tuo agio. Poi, quando inizia a fare il suo lavoro, è inevitabile che si crei una dimensione surreale. È riuscito a farmi vivere un momento veramente magico».

“Mattone” è il frutto di un anno di lavoro con Matteo Alieno e Federico Nardelli. Quanto conta, per te, essere arrivata qui con un brano così autobiografico?

«Per me è tutto il fatto che questo pezzo parli di me. Anche il disco che verrà è tutto, perché l’obiettivo era proprio quello: raccontarmi. Avevo bisogno di parlare esclusivamente di me, della mia storia, anche per una questione di sincerità col pubblico. Ho bisogno di fare questa cosa per me e poi vedere chi vorrà unirsi, usando me e la mia storia come punto di partenza. Quindi sì, è tutto».

Per concludere, parafrasando un verso di “Mattone”: hai capito come ci si abitua a stare male in modo normale?

«Assolutamente no. Penso che non lo capirò mai. Avrò sempre questo senso di disagio nel mio dolore, per sempre probabilmente. Me lo porto dietro».

Scritto da Nico Donvito
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