venerdì 22 Novembre 2024

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Angelina Mango: “Formica? La mia presentazione sincera” – INTERVISTA

A tu per tu con la giovane artista lucana, in uscita con il suo nuovo singolo intitolato “Formica

A un anno di distanza dalla nostra precedente chiacchierata, ritroviamo con grande piacere Angelina Mango per parlare di Formica, l’inedito che apre la strada ad un nuovo corso, in cui suoni e linguaggio viaggiano nella stessa identica direzione: la verità. Un biglietto da visita senza filtri, fronzoli e troppi giri di parole.

Ciao Angelina, bentrovata. Partiamo da “Formica”, questo tuo nuovo singolo che rappresenta sin dal primo ascolto un ulteriore evoluzione nel tuo percorso di crescita. Com’è nato e cosa hai voluto raccontare tra le righe di un testo molto chiaro e diretto?

«Il mio lavoro precedente, intitolato “Monolocale”, raccontava di quello che stavo vivendo partendo dall’esterno, da quello che gli altri mi davano. Si parlava d’amore, di affetti e cose di questo tipo. Nell’ultimo anno e mezzo sono riuscita ad oltrepassare questo step e a non avere più paura di parlare di me, sinceramente e senza alcun tipo di maschera. “Formica”, quindi, è la mia presentazione, un brano che apre la porta ad una mia nuova fase, ad un nuovo progetto incentrato completamente su di me».

Il testo parte con rime molto taglienti, ad un certo punto diventa quasi una ninna nanna urban, ci sono tante frasi evocative, rappresentative ed epiche se vogliamo. Ma c’è un verso a cui sei particolarmente legata in cui pensi di esserti raccontata nel modo migliore?

«Credo che il punto principale della canzone sia riassunto nella coda del primo ritornello, in cui dico che avevo bisogno di raccontare la mia storia e che mi sono tolta la corona, per indossare le scarpe a punta e diventare un giullare di corte, perchè l’orfana reale si è annoiata a morte. Ecco, penso che questa sia la sintesi ideale di quello che volevo trasmettere, gridare al mondo che sono stanca di cercare qualcosa che non mi corrisponde abbastanza, smettere di pensare cosa sia giusto e cosa no, lasciando spazio soltanto a ciò che ho dentro».

Autodistruzione, sofferenza e perdita sono tre tematiche che affronti nel pezzo e che si sente che hai vissuto sulla tua pelle, perché come si suol dire non l’hai toccata piano. Si sente il coinvolgimento anche solo leggendo il testo, è come se le parole cantassero anche da sole. Quali elementi e quali caratteristiche ti rendono realmente orgogliosa di questo pezzo?

«Sicuramente il sound, perchè è abbastanza diretto, rappresenta la giusta sintesi e arriva dritto al punto, senza bisogno di alcuna spiegazione. Poi, sono molto contenta del messaggio che sta arrivando alle persone, grazie ai feedback che sto ricevendo tramite i social, devo dire che la gente ha capito quello che volevo dire e non ha colto alcuna provocazione nel testo. Mi rende orgogliosa la verità con cui è nato questo pezzo, il fatto che si tratta del primo brano che ho scritto per questo nuovo progetto. “Formica” mi ha aperto la strada a ciò che uscirà da qui in poi, grazie a questa canzone mi sono aperta ad altri tipi di tematiche, affrontandole con la stessa autenticità».

Per concludere, considerando quanto hai raccontato in questo pezzo e soprattutto il modo con cui hai tirato fuori tutta te stessa, cosa dobbiamo aspettarci dalle tue prossime produzioni? In che direzione ti stai dirigendo?

«Questo brano rappresenta un po’ l’estremo, tutte le cose che usciranno in futuro saranno di certo coerenti con “Formica”. Credo che questo sound rappresenti il modo per esprimermi al meglio, il giusto compromesso sonoro che stavo cercando. Riuscire ad unire una ballata, un pezzo piano e voce, con fortissime influenze trap è la chiave per tirare fuori ciò che ho dentro».

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.