Recensione del nuovo album d’inediti
A volte, nella carriera di un’artista arriva il momento di mettere definitivamente un punto e voltare pagina. A volte, quel punto occorre per iniziare davvero un nuovo capoverso altre, invece, quel punto serve solo per dare qualche secondo di pausa e riprendere il discorso esattamente da dove lo si era interrotto. Un punto farlocco, insomma. Anna Tatangelo con questo suo nuovo La fortuna sia con me ha deciso di metterlo questo punto ma rimarrà da capire se sia stata una scelta efficace e se, soprattutto, sia davvero riuscita a svoltare dando nuova linfa ad una carriera che, negli ultimi anni, si era un po’ adagiata su se stessa.
Non è un caso, in effetti, che nel nuovo album d’inediti della cantante, piuttosto ridotto in termini di quantità di tracce, trova spazio anche una nuova versione del sempreverde Ragazza di periferia che Lady Tata rivista, a 14 anni dalla pubblicazione, insieme alla trap di Achille Lauro. Anche se Anna si dedica con impegno e capacità a riattualizzare un grande classico della sua discografia il risultato delude per l’eccessivo impianto contemporaneo adottato nei suoni troppo condizionati dall’autotune e dalle linee guide del linguaggio trap d’oggi. Anche la scelta di rispolverare questo grande classico a fatica permette al progetto di risultare davvero un lavoro nuovo e realmente appartenente ad una nuova alba.
Nel corso dell’album si assiste a quel momento in cui “lasci il buio alle spalle, la strada si fa strada da sè” come recita Chiedere scusa, traccia che apre l’album oltre che il percorso del progetto in radio. Se il tema rimane la svolta e la ricerca di un nuovo futuro la penna di Matteo Buzzanca opta per un sound leggermente più contemporaneo che, poi, torna a riproporsi anche in La fortuna sia con me che grazie alla scrittura aggraziata di Giuseppe Anastasi riesce a mettere da parte gli errori e a guardare al futuro: “basta con le lacrime tanto adesso è inutile”.
Intervengono, poi, anche le firme dei fratelli Verrienti e Giulia Capone in Perdona, bella ballata pop in cui la voce trova una tinta meno immateriale acquistando corpo, della coppia di Federica Camba e Daniele Coro, sempre pop-traditional in La vita che vive che si trova tra le mani un inciso non esattamente ispirato, e di Rosario Canale/Rory di Benedetto che con Tutto ciò che serve s’incaricano di proporre il brano più fresco ed estivo del progetto grazie ad un arrangiamento attuale e condito di qualche buona tastiera ed un ritornello orecchiabile.
La parte conclusiva del progetto è affidata alla penna di Giovanni Caccamo che risuona (stranamente) piuttosto moderno già ne L’attesa per poi proseguire in Amami domani e nella ritmica Astronauti che spicca musicalmente rispetto alle altre creazioni un po’ impersonali. Chiude, poi, La condanna e la felicità  che non si discosta molto dalla ricetta seguita da tutto l’album pur vantando alcune delle strofe maggiormente ispirate.
Migliori tracce |Â Le nostre anime di notte
Voto complessivo |Â 6.3/10
Tracklist |
- Chiedere scusa Â
[Matteo Buzzanca] - Ragazza di periferia feat. Achille Lauro