Con il concerto di Parma il cantautore romano chiude la parentesi estiva del suo tour, prima delle tre date di quest’inverno
Avete presente quando di un artista si dice “beh ormai ha ben poco da dire…”? Ecco, per Antonello Venditti si può comodamente dire che le cose siano all’opposto. Il cantautore infatti, al netto dei suoi settant’anni, ancora oggi si mostra come un vero e proprio fiume in piena e ce l’ha dimostrato durante l’ultima tappa outdoor del suo tour.
Tra aneddoti, canzoni e parole, ci tiene a raccontare tutto e lo fa con una lucidità incredibile, dalla droga ai rapporti con i colleghi e gli amici, passando ovviamente per l’Italia. Tutto, anche troppo a volte, dato che ad un certo punto gli organizzatori alzano la voce e lo invitano a concludere in velocità, facendogli perdere una fetta di concerto. “Devo concludere sennò staccano tutto… non mi era mai successo, mi spiace, ci vediamo a Milano o a Roma…”, tuona Antonello, un po’ incredulo e un po’ rammaricato, ma comunque senza perdere il sorriso.
E poi, va beh, poi ci sono le canzoni, e chi è che in Italia può vantare un repertorio del genere? Pochi, pochissimi, e lo stesso Venditti questo lo sa bene, talmente bene che può permettersi una scelta incredibile ma che viene fatta con cura, seppur, purtroppo, con il disguido finale che non gli permette di eseguire alcuni dei suoi brani più celebri come Amici mai o Che fantastica storia è la vita.
Poco male, il resto non è assolutamente da meno: c’è tutto l’album ‘Sotto il segno dei pesci’ suonato con la band originale, visto che il tour (nato come evento singolo) è stato voluto proprio per celebrare il quarantesimo anniversario di questa perla rara. Ci sono gli ultimi successi ma anche i brani storici che, ovviamente, scaldano il pubblico. C’è Lilly, introdotta da un lungo monologo sull’uso delle droghe, ci sono le toccanti Non so dirti quando e Stella e le ritmata In questo mondo di ladri, prima della conclusione affidata alla celebre Ricordati di me, intonata insieme a tutto il pubblico presente.
Poche storie, quando il buon Antonello si mette al pianoforte intonando il tris Compagno di scuola, Ci vorrebbe un amico e Notte prima degli esami, sulla pelle il brividino sale eccome, anche per chi, come chi scrive questo articolo o i molti giovani presenti alla serata, al tempo di quelle canzoni nemmeno era nato.
Al netto dei discorsi e delle parole, Antonello Venditti si dimostra con questo tour ancora una volta un fuoriclasse, un cantautore che ha saputo reinventarsi negli anni pur riuscendo a mantenere intatta quell’aura di romantica magia sempre presente nelle sue canzoni. Nell’arco della sua carriera ha parlato a lungo d’amore e d’amicizia ma ha saputo anche descrivere un Paese che è cambiato e che continua a farlo nelle sue incredibili contraddizioni.
Alcuni passano e si siedono, altri pensano di riuscire a non invecchiare mai, Venditti invece, ha saputo dosare magistralmente passato, presente e futuro, trovando sempre il modo di arrivare al cuore della gente… anche quando gli organizzatori mettono fretta.
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