venerdì, Marzo 29, 2024

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Antonio Maggio con “Maggio” trova il suo posto nella canzone d’autore più ricercata – RECENSIONE

Recensione del nuovo EP del cantautore pugliese

Si è preso il suo tempo Antonio Maggio prima di tornare con un nuovo lavoro. Sono infatti trascorsi quasi nove anni dall’uscita del precedente “L’equazione“, un periodo in cui non si è comunque mai fermato tra singoli estemporanei, canzoni scritte per altri (Emma, Patty Pravo, Le Deva) e importanti progetti live come l’omaggio jazz a Lucio Dalla o il tour congiunto con Pierdavide Carone, e oggi “Maggio” – ep pubblicato lo scorso venerdì 24 marzo 2023 su etichetta Incipit Records, distribuito da Egea Music e prodotto dallo stesso artista insieme a Roberto Cardelli – sembra a tutti gli effetti il risultato delle esperienze raccolte in questi ultimi anni.

Perché “Maggio” è, senza dubbio, il progetto della maturità, capace di coniugare con estrema efficacia le due anime del cantautore salentino: quella intima con quella invece più scanzonata. Sono solamente sei tracce ma che si pongono come un vero e proprio biglietto da visita, e non è quindi un caso la scelta di utilizzare il cognome come titolo. È un progetto che ci fotografa al meglio un processo di crescita sia personale che professionale, proposto in tutte le sue diverse sfumature.

L’importanza del tempo |

Crescita subito evidente in “Una formalità“, singolo scelto per accompagnare l’uscita dell’album e che strizza l’occhio ai grandi cantastorie del passato per la profondità velata di malinconia mostrata sia nel testo che nell’interpretazione. Si riflette sul tempo e su come sia impossibile indirizzarlo verso la direzione che vogliamo a causa del destino che all’improvviso può scombinare tutti i piani (“Non si può credere al vento, che quando meno te lo aspetti cambia direzione“), ma anche della sua importanza in amore quando si ha il dono di saper aspettare l’altro: “Il tempo è solo una formalità per noi che ci siamo aspettati senza andare via, ci ha fatto male ma ora siamo qua, forse potremo anche tornare“.

È una volontà a tornare dove si è stati bene che compare in due diversi momenti del progetto. Se in “Una formalità” ci si rivolge a una persona, nella conclusiva “Quanto sei bella Lecce” il riferimento è invece alla propria città di origine. Lecce diventa così un “quadro inestimabile del mio museo del cuore“, vissuto oggi da lontano e per omaggiarlo ci si rifugia quindi nei ricordi che proprio il tempo ha contribuito a rendere ancora più teneri e genuini: quelli dell’infanzia e dell’adolescenza (“Nei vicoli di seta con l’aria luccicante d’oro, che mi intinge la camicia e arriva fino al petto, che scoppia di ricordi di quando non entravo al magistrale per goderti“).

Introspezione ma anche leggerezza |

È un autore oggi fortemente introspettivo che, come abbiamo già detto precedentemente, non dimentica comunque la sua parte più ironica e leggera. Ed è proprio la leggerezza a velare il racconto di “Malamore“, con al centro un protagonista che vive una giornata estiva in preda all’afa cittadina, senza la possibilità di andare in vacanza e distante dalla propria amata.

Il brano è quello che, grazie a un arrangiamento festoso e incalzante tra trombe e fischiettii, richiama maggiormente l’Antonio Maggio di “Mi servirebbe sapere“, vincitore di Sanremo nella sezione Nuove Proposte del 2013, riuscendo anche ad esaltare la componente più descrittiva e fuori dagli schemi della sua penna: “Senza preavviso la notte è più scura, nuvole pronte in assetto sommossa, tuoni moderni con bassi consumi, doccia dal cielo modalità relax“.

Differenti stati d’animo e sguardo alla realtà |

Maggio” è così, oltre che una commistione di svariate sfumature sonore, anche un ping pong tra diversi stati d’animo e, in questo senso, il singolo che ha anticipato il viaggio, “Stati d’animo e d’accordo“, recita il ruolo della dichiarazione d’intenti, cercando di trovare un equilibrio tra un tumulto di sentimenti che ha sullo sfondo una storia tragicomica: “E io l’amavo di nascosto perché non piacevo al padre, che la musica la odiava o forse odiava solo me“.

Stati d’animo che non affondano solo nel proprio io ma sanno guardare anche alla realtà esterna, con storie fortemente inerenti all’attualità. In “Sono simpatico” si tratta il tema della disoccupazione, con un piglio sagace, brillante e tutt’altro che scontato. Il protagonista è un “sognatore da tempo indeterminato” che sventola “il cartello al collo affittasi” con la speranza di riuscire a trovare un suo posto nel mondo, dovendosi però scontrare sempre con il classico “noi le faremo sapere“. La mancanza di lavoro umilia, toglie dignità, indipendenza e lo fa sentire quindi “un uomo qualunque senza un’identità“.

Serenata d’oltreoceano” (in featuring con il violinista Alessandro Quarta) richiama invece a tante storie di immigrazione con il protagonista che canta da una riva all’altra dell’oceano sperando che quelle parole arrivino alla propria amata (“Dall’altra parte di quest’infinito, io son sicuro che mi stai ascoltando“) e decidendo infine di raggiungerla a nuoto a causa di una lontananza che strazia: “Posso anche gridare sotto voce, se un’onda i piedi già mi sta bagnando, la stessa che io da qui sto spingendo, per farmi avvicinare a te“. Qui il progetto assume una dimensione quasi cinematografica, con le sonorità che sembrano richiamare un film di Federico Fellini e quella capacità di rimanere sempre in bilico tra sogno e realtà.

In conclusione |

Maggio - Antonio Maggio

Maggio” è quindi un EP che merita grande attenzione per come è in grado di far commuovere e allo stesso tempo sorridere, ma anche riflettere. Un elogio va sicuramente ai testi capaci di rendere il racconto estremamente variegato, ma anche alla scelta di registrarlo interamente con un’orchestra d’archi di 26 elementi, che rende il tutto più magico e manifesta un lavoro particolare sulla cura del suono.

Più di otto anni tra un progetto e l’altro sono tanti, forse troppi per l’epoca che stiamo vivendo incentrata sul tutto e subito, ma sono stati fondamentali per mostrarci un cantautore estremamente cresciuto e maturato, e che ha definitivamente trovato il suo posto nella canzone d’autore più ricercata e raffinata.

Miglior traccia | Una formalità

Voto complessivo | 8/10

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Tracklist e stelline |

  1. Stati d’animo e d’accordo ★★★★★★★½☆☆
    [Antonio Maggio]
  2. Una formalità ★★★★★★★★★☆
    [Antonio Maggio]
  3. Sono simpatico ★★★★★★★★☆☆
    [Antonio Maggio]
  4. Malamore ★★★★★★★½☆☆
    [Antonio Maggio]
  5. Serenata d’oltreoceano (feat. Alessandro Quarta) ★★★★★★★★½☆
    [Antonio Maggio]
  6. Quanto sei bella Lecce ★★★★★★★★½☆
    [Antonio Maggio, Roberto Cardelli]
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Nick Tara

Classe '92, ascoltatore atipico nel 2022 e boomer precoce per scelta: mi nutro di tradizione e non digerisco molte nuove tendenze, compro ancora i cd e non ho Spotify. Definito da Elettra Lamborghini "critico della sagra della salsiccia", il sogno della scrittura l'ho abbandonato per anni in un cassetto riaperto grazie a Kekko dei Modà, prima ascoltando un suo discorso, poi con la sincera stima che mi ha dimostrato.
Nick Tara
Nick Tara
Classe '92, ascoltatore atipico nel 2022 e boomer precoce per scelta: mi nutro di tradizione e non digerisco molte nuove tendenze, compro ancora i cd e non ho Spotify. Definito da Elettra Lamborghini "critico della sagra della salsiccia", il sogno della scrittura l'ho abbandonato per anni in un cassetto riaperto grazie a Kekko dei Modà, prima ascoltando un suo discorso, poi con la sincera stima che mi ha dimostrato.