sabato 23 Novembre 2024

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Antonio Marino: “La musica è di tutti, ma non per tutti” – INTERVISTA

A tu per tu con il cantante campano, in uscita con il nuovo singolo intitolato “Frida

Si intitola “Frida” l’inedito che segna il ritorno musicale di Antonio Marino, artista che ricordiamo per le sue partecipazioni a X Factor, The Voice e All Together Now. In occasione di questa nuova uscita, lo abbiamo incontrato per approfondire la conoscenza della sua visione di vita e di musica.

Ciao Antonio, benvenuto. Partiamo dal tuo nuovo singolo “Frida”, quali sensazioni e quali riflessioni ti hanno accompagnato nella fase di scrittura del pezzo?

Frida nasce dopo un periodo difficile della mia vita. Avevo bisogno di parlare con me stesso e rimettermi al centro della mia vita…per poi accogliere qualcun’altro.

C’è una frase del testo che, secondo te, rappresenta e sintetizza al meglio il senso del brano? 

“Non me ne frega niente”, questa è la frase con la quale parte l’inciso. Ed è quella più rappresentativa perché nasce spontanea, sotto la doccia, come urlo liberatorio per staccarmi da un passato ingombrante.

A livello musicale, che tipo di sonorità hai voluto abbracciare?

Da qualche tempo mi sono appassionato alle sonorità degli anni 80.Ci sono dei chiari riferimenti a quel periodo nella scelta dell’arrangiamento. Insieme al mio discografico abbiamo scelto il producer belga INKA, specializzato proprio nell’uso dei sintetizzatori anni 80…ed è stata una scelta giustissima.

Dal punto di vista narrativo, cosa aggiungono le immagini del videoclip diretto da Antonio Levita?

L’idea del videoclip è di Fabio Coconuda, che lo ha anche prodotto. In accordo con lui abbiamo scelto una sequenza di primi piani soprattutto, proprio ad evidenziare questa scelta di essere il centro, il protagonista della mia vita e non più uno spettatore, evidenziando con un gioco di luci le espressioni del mio volto durante il racconto del brano.

Come e quando ti sei avvicinato alla musica?

La musica ha sempre fatto parte della mia vita. Fortunatamente nella mia famiglia si è sempre respirata musica, ma la prima volta che pensai di voler cantare fu quando ascoltai Giorgia al suo primo Festival di Sanremo cantando “E poi”.

Quali ascolti hanno accompagnato e influenzato la tua crescita?

Sono cresciuto ascoltando le grandi voci. Da Whitney Houston a Stevie Wonder, da Giorgia a Mia Martini. Ho un debole per le vocalità importanti.

Cosa ti ha lasciato l’esperienza di “All Together Now”?

E’ stata un’esperienza molto forte emotivamente durante la quale mi sono rimesso in gioco completamente a nudo e senza freni. Sono riuscito a mostrare tutta la mia umanità e le mie fragilità, e questo mi ha avvicinato alla gente.

Qual è l’aspetto che più ti affascina nella fase di composizione di una canzone?

Sicuramente la parte che riguarda la scelta dei suoni dell’arrangiamento. il vestito che scegliamo di mettere ad una canzone…è quello il momento in cui un idea embrionale diventa più a fuoco.

 

Quali sono i tuoi prossimi progetti in cantiere e/o sogni nel cassetto?

Dei progetti non posso ancora parlare perché ce ne sono di grossi, da buon napoletano sono scaramantico e quindi taccio. Di sogni ne ho ancora tanti, te ne dico uno? Un duetto con Giorgia.

Per concludere, a chi si rivolge oggi la tua musica e a chi ti piacerebbe arrivare in futuro?

La musica è di tutti, ma non per tutti. Io spero che la mia musica possa arrivare a chiunque abbia voglia di andare oltre le apparenze, tutto qui.

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.