Riflessione sull’amore partendo dal nuovo singolo di Arisa
Bentornata Arisa. Bentornata preziosa punta di diamante nel panorama della musica leggera italiana. L’ultimo singolo “Non vado via“, uscito il 5 maggio, ci riporta all’intensità del terzo album “Amami” (2012) . Arisa sembra non vivere una carriera fatta di ‘ere’, ma ci da sempre l’impressione di regalare se stessa interamente, così come la sua anima si percepisce in quel determinato momento di vita, lasciando sfumare il confine tra artista e persona fino all’impercettibile.
Ecco perché sentiamo Arisa incondizionatamente amabile, sempre, sia quando si fa vedere dolce e intenta a ragionar d’amore sia quando sceglie di essere senza freni e disinibita nel desiderio fisico. L’Arisa un po’ Bridget Jones, nerd impacciata e timida del primo Sanremo, e quella della velata versione ‘Maja desnuda’ di Francisco Goya, con un certo richiamo alle pubblicità storiche di Dolce& Gabbana, fa di lei un’icona pop a molte sfaccettature.
Questa volta, Arisa ha scelto una ballad delicatissima e una voce in certi passaggi volutamente rotta a evidenziare che ci troviamo nel campo delle corde emotive più profonde. Per questo, la voce si intride e si ‘sporca’, risultando più vera e sincera nel trasferire un messaggio adulto e chiaro: in una storia d’amore, si può scegliere di andare avanti comunque nonostante i cambiamenti naturali e inevitabili della coppia.“È inutile guardare indietro Quando il cielo era tinto di nero Ogni sogno un profondo mistero Chiusi dentro una gabbia di vetro Anche se non ricordi com’era Quello che sentivamo e per me ora va bene così Ora va bene così”.
Anche Patty Pravo aveva cantato l’inutilità di guardarsi indietro, restando fermi al passato, ma in quel caso era lei a chiedere di “non andare via, quel che stato è stato E non conta più, va dimenticato Dimenticherai tutti i malintesi Ed i giorni spesi a spiegar perché Dimenticherai queste lunghe ore Che hanno ucciso amore e felicità” (“Non andare via”). Invece, Arisa decide di rimanere con una volontà lucida e chiara che le fa intonare, “stasera voglio dirti che Non vado via Voglio stare in questa storia E parlerò di te a tutti come fossi tua Voliamo via Soli con la nostra storia E lo sai che il tempo non ci cambierà”.
Inoltre, non troviamo in Arisa il cliché della donna innamorata e implorante, che abbiamo imparato con Mina, quando ha cantato, “ti prego non andare via Per un paio di occhi chiari Forse ora lei magari Sì, ma poi ti butta via Via dalle mie mani C’è un deserto senza fine Tornami nel cuore Che si straccia il mondo intorno a me Ruggine di vento Prigioniero dentro la mia mente Volami nel cuore Non puoi andartene via, via, via, via, via” (“Volami nel cuore”).
Arisa è una donna forte e consapevole, che sfida i luoghi comuni del “chi l’ha detto che tutto è già scritto E non vale la pena rischiare” e nel passaggio, “ti perdono il tuo gioco d’istinto Che poi un giorno non farà più male”, sa che la vita è uno scorrere incessante di eventi e di emozioni in cui bisogna lasciare fluire le energie, cercando di non perdere il contatto con le cornici affettive più importanti, con quelle persone che ci sono sempre affianco e su cui possiamo contare nella gioia e nel dolore. In fondo, dice ancora Arisa, “ma sai l’amore fa giri immensi È un girotondo di forse e perché”, ai quali è necessario abituarsi ed esercitarsi a capire quando vale la pena di dire “anch’io ritorno a te Ti porto via”; proprio come vorremmo fare noi con Arisa, rapiti dal suo bel canto, tanto vero e sincero da lasciarsi sospesi, per un attimo, in un alone di pensieroso silenzio.
Francesco Penta
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