A tu per tu con il giovane cantautore siracusano
Abbiamo incontrato per voi AstrAle, nome d’arte di Alessandro Attolini, giovane artista originario di Siracusa ma che oggi vive a Milano. Ci siamo trovati per parlare in generale della passione per la musica che lo accompagna fin da piccolo e in particolare del suo nuovo singolo “Vetri nel cuore” uscito ieri, venerdì 15 novembre. Il giovane cantautore viaggia su uno stile musicale di base pop costruito per valorizzare al meglio la sua voce ma aperto ad assorbire e fare proprie influenze e sonorità anche differenti. Al momento ha pubblicato tre singoli dal titolo “Savana”, “Come un rewind” e “Vetri nel cuore”.
Ciao Alessandro, benvenuto su RecensiamoMusica, come stai? AstrAle è il nome d’arte che hai scelto per farti rappresentare nel mondo musicale; questo pseudonimo assume un significato particolare?
“Ciao a tutti, sto bene grazie. AstrAle è senza dubbio un termine che richiama gli astri e io sono sempre stato un ragazzo con la testa tra le nuvole. Quando mi dissero che sarebbe servito un nome d’arte non trovavo nulla che mi rispecchiasse fino al momento in cui ho riflettuto attentamente su me stesso, sulla mia natura. Quando lavoro a contatto con la musica mi immergo completamente nella materia e mi distacco da tutto il resto, come se entrassi per davvero in un’altra dimensione. Il cielo e le stelle mi hanno sempre affascinato moltissimo e in qualche modo richiamano l’idea di questa seconda realtà che mi appartiene. In secondo luogo ho voluto creare un collegamento con il mio nome reale, Alessandro Attolini, e l’ho fatto inserendo in maiuscolo le due A che rappresentano le iniziali di nome e cognome mettendole graficamente in risalto in AstrAle. Il risultato credo mi rappresenti in pieno”.
Se ti chiedessi di catalogare la tua musica all’interno di un genere cosa mi rispondi?
“La mia musica è sicuramente pop, un pop che appartiene alla nuova generazione. Io lo definisco infatti un nuovo tipo di pop, influenzato dall’indie, dalla trap e da tanti generi. Sono sempre aperto alla possibilità di accogliere nuove sonorità anche se la mia base resta il pop e da questa strada non mi allontano”.
Vetri nel cuore è la tua ultima canzone, uscita ieri, venerdì 15 novembre. Il brano è un grido al dolore che lascia grande spazio alla tua voce nel descrivere la sofferenza, ce lo racconti?
“Certo. Io sono sempre stato appassionato del cantautorato, faccio pop ma con uno sguardo fisso sui cantautori, soprattutto nella fase di scrittura. Nelle mie canzoni infatti scrivo direttamente io sia la parte testuale che quella musicale. Artisticamente sono consapevole di dover crescere ancora, soprattutto sulla parte musicale; so suonare diversi strumenti come chitarra e piano ma so di avere alcune lacune. Al momento sono più una penna e un interprete delle mie canzoni ed è chiaro che anche da un punto di vista tecnico siano questi elementi a prevalere. Vetri nel cuore racchiude alcuni momenti della nostra vita, nel dettaglio racconto momenti di fragilità. Ci sono stati momenti davvero delicati in cui mi sono sentito sgretolare come quando si rompe un vetro. Ti frantumi, vai in mille pezzi. Può succedere che non ci sia nessuno che ti venga a raccogliere e ci si senta molto soli. In ogni caso Vetri nel cuore non è né una canzone romantica né una canzone triste. Vetri nel cuore è un urlo di dolore che rappresenta quella fase transitoria in cui sei costretto a risollevarti da solo e riscopri dentro di te una forza che forse non ti aspettavi di avere”.
In “Vetri nel cuore”, ma anche in “Come un rewind” e in “Savana” metti al centro il tema dell’amore. Lo affronti certamente in modo diverso nei tre pezzi citati ma la volontà di esprimere il sentimento sembra alta. La tua musica è quindi improntata alla descrizione di questo sentimento o è casuale che esso compaia in tutte e tre i brani?
“Non è affatto casuale, dato che per carattere sono molto malinconico e molto romantico. L’amore è descritto in modo diverso nei tre brani ma come dici tu ricorre di continuo. Non vi dico il perché, lo scoprirete voi stessi più avanti quando sarà il momento e farò conoscere altro di me”.
Infine cosa cerchi di trasmettere alle persone col tuo modo di cantare e col tuo modo di fare musica?
“Cerco di trasmettere quello che sono, nel senso che quando faccio musica mi presento a cuore aperto senza nessun tipo di filtro. Con le canzoni non voglio arrivare solo ad un amico ma a tutti proprio perché mi presento in tutto il mio essere me stesso. Non sono mai riuscito per esempio a confidarmi con un amico, e lo sto facendo oggi con chiunque mi ascolti attraverso la musica raccontando la realtà della vita, eventi che mi sono realmente accaduti. Tutto ciò che scrivo è fortemente biografico. Il messaggio che voglio far trasparire è quello di non arrendersi mai. Ho avuto tanti momenti difficili ma mi sono sempre rialzato, e questa condizione mi accomuna a tantissime persone. Mi rivolgo a tutti coloro che necessitano di sentirsi capiti, che combattono e sudano per inseguire i loro sogni”.
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