A tu per tu con la giovane italo-romena, in uscita con il nuovo singolo intitolato “Occhio e testa“
Tempo di nuova musica per Cristina Aurelia Popa, meglio conosciuta con lo pseudonimo di Aura Darco, in uscita con il singolo “Occhio e testa”, disponibile in radio e sulle piattaforme digitali a partire dallo scorso 20 luglio. Il brano, prodotto da prodotto da Giordano e Graziano Tittarelli insieme a Maurizio Raimo, affronta il tema della sicurezza stradale, sottolineando l’importanza di mettersi alla guida con prudenza.
Ciao Cristina, benvenuta. Partiamo dal tuo nuovo singolo “Occhio e testa”, cosa racconta?
«Il brano “Occhio e testa” parla di sicurezza stradale, ma anche di affetti, responsabilità e condivisione. Ho provato a divertirmi e divertire nonostante la serietà del messaggio. Racconta frammenti di quotidianità in cui una giusta visione della vita, meglio se positiva, può salvarci la vita».
La sicurezza e la prudenza stradale, un tema più che mai importante. Pensi che la musica riesca a sensibilizzare più di qualsiasi altra forma di comunicazione?
«Assolutamente sì, penso che la musica sia un mezzo potentissimo e non solo.. È la lingua che tutti possono comprendere a prescindere dalla cultura di appartenenza, un linguaggio universale che oggi più che mai accompagnata dai video, riesce a trasmettere messaggi di ogni genere e tipo. Per riuscire ad arrivare ad un pubblico più vasto è l’ideale. Poi nel piccolo, la sensibilizzazione di ogni cosa deve avvenire prima di tutto attraverso il buon esempio. In questo momento purtroppo non sento di essere il miglior esempio alla guida, ma ce la metto tutta come in ogni cosa».
C’è una frase che, secondo te, rappresenta e sintetizza l’intero significato della canzone?
«Guida bene, la vita, ne vale la pena…che può essere anche :”Guida bene la vita, ne vale la pena” comprende il senso di tutto in maniera sintetica».
Dal punto di vista musicale, che tipo di sonorità avete voluto abbracciare?
«Sonorità carica e coinvolgente, allegra e radiofonica a passo coi tempi».
Che ruolo gioca la musica nel tuo quotidiano?
«La musica è la mia vita. Ruolo da protagonista! E non lo dico per dire, è musica anche la vostra di vita, tutto è generato da oscillazioni di vibrazioni e frequenze che si muovono nello spazio e si manifestano. Come una corda pizzicata produce un suono. Tutto è musica, ma starei qui dei giorni a parlarvi di tutte le mie fantasie».
Quali ascolti hanno accompagnato e influenzato il tuo percorso?
«Da piccola sono cresciuta con le canzoni della chiesa e popolari del mio paese. Ho iniziato presto a cantare in coro e ho avuto la gioia di prender parte anche ad alcune opere liriche da piccola. Dai 14 anni ho studiato il pop, a 19 ho scoperto il funky con la mia prima band e da lì si è aperto un mondo. Jazz, blues, soul, R&B, gospel, hip hop, raggae, ma anche gitana e balcanica. Ascolto di tutto, amo tutta la musica, soprattutto quella dei cartoni animati dei grandi classici dell’animazione».
Come hai vissuto il lockdown e con quale spirito stai affrontando questa ripartenza?
«Ho vissuto il lockdown in maniera serena, stando attenta, stando a casa, guardano tantissimi documentari e scrivendo tantissimo. Le ripartenze sono stimolanti, ci costringono a fare del nostro meglio, mi piacciono per questo».
Al netto dell’attuale incertezza discografica dovuta al momento, cosa dobbiamo aspettarci dai tuoi prossimi progetti in cantiere?
«Nonostante il periodo che non è tra i più positivi, scelgo di essere ottimista. In cantiere ci sono tantissimi brani, non vedo l’ora che escano tutti!!!».
Per concludere, a chi si rivolge la tua musica e a chi ti piacerebbe arrivare in futuro?
«La mia musica si rivolge a chiunque voglia ascoltarla. Posso solo sperare, che saranno sempre più persone a volerlo fare».
Nico Donvito
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