giovedì 21 Novembre 2024

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Avevamo bisogno di Andrea Bocelli e della sua “Fall on me” – RECENSIONE

Recensione del nuovo singolo pop del tenore

Forse in pochi ricordano il Festival di Sanremo 1994 quando uno sconosciuto Andrea Bocelli debuttò sul piano discografico con un’intensa Il mare calmo della sera accompagnandosi al pianoforte nella sua esibizione all’Ariston, quell’anno guidato, guarda caso, dal solito Pippo Baudo. Maggiormente ricordata sarà, forse, l’esperienza del 1995 quando gareggiò tra i big con Con te partirò, divenuto poi un classico del suo repertorio ed il trampolino di lancio della sua carriera a livello mondiale.

Ma Bocelli, non si sa per quale ragione, è oggi visto come un grande maestro della voce, un leggendario tenore ed un artista inarrivabile a prescindere dal proprio repertorio. Per lui sembra parlare quasi solo il nome, la fama e la reputazione costruita negli anni più che le canzoni e questo, forse, perchè da ben 14 anni mancava un suo album d’inediti, un disco che raccontasse al pubblico più giovane (o smemorato) che il grande tenore toscano è quello che è oggi anche, e soprattutto, grazie al suo repertorio inedito, quel repertorio che l’ha fatto affermare tra mille altre voci in tutto il mondo. Andrea Bocelli è tale anche grazie ai suoi brani oltre che alla sua voce e alle sue interpretazioni dei classici della lirica.

Fall on me, il nuovo singolo prodotto da Sugar Music e anticipo del nuovo album d’inediti in uscita ad ottobre, ha l’arduo compito di ricordare a tutti da che punto è partita la storia di questa leggendaria carriera. E non è un caso che il ritorno ai brani inediti e al repertorio pop arrivi proprio con questo brano, con un duetto che lo porta, all’età di 60 anni, a cantare insieme al giovane figlio, Matteo Bocelli.

Potremmo soffermarci sul fatto che, senza ombra di dubbio, questo Fall on me non rappresenta probabilmente l’apice della proposta musicale di Bocelli che ben altre vette ha toccato nel corso degli anni con storici brani come Vivere, in duetto con l’eterea Gerardina Trovato, o il successo mondiale di Vivo per lei. Ma l’importanza di questo pezzo sta altrove e precisamente nella necessità che noi avevamo e abbiamo di tornare ad ascoltare certi brani, certe voci, certe composizioni. Non si tratta di giudicare il brano in sè per sè ma di inchinarsi davanti a chi, ancora oggi, ha la forza ed il coraggio di portare avanti con successo e determinazione una musica pregna di valore e di significato. Una musica che risponde a dei canoni, che cerca di sviluppare un racconto, che pone il canto in risposta non solo ad un’esigenza istintiva ma anche alla capacità e alla preparazione.

Avevamo bisogno di ascoltare una voce (o meglio, due voci dato che nemmeno il figlio è da meno in questo caso) degna di essere definita “grande” in un brano che, senza troppe pretese, si “accontenta” di raccontare il sentimento di un rapporto sincero che si limita a dire “fall on me [cadi su di me], abbracciami”. Avevamo bisogno di sentire un testo che, seppur nella semplicità, avesse la forza di lasciare un messaggio, una traccia. Avevamo bisogno di una classicità che, seppur poco assimilabile dal mercato d’oggigiorno, riuscisse a ricordarci che la musica sa essere di tanti colori, di tanti suoni, di tante sfumature e talvolta è bello tornare a pensare che c’è chi riesce ad emozionare grazie alle proprie doti fatte di classe, compostezza, eternità.

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Ilario Luisetto

Creatore e direttore di "Recensiamo Musica" dal 2012. Sanremo ed il pop (esclusivamente ed orgogliosamente italiano) sono casa mia. Mia Martini è nel mio cuore sopra ogni altra/o ma sono alla costante ricerca di nuove grandi voci. Nostalgico e sognatore amo tutto quello che nella musica è vero. Meno quello che è costruito anche se perfetto. Meglio essere che apparire.