Baby K: “Oggi voglio raccontarmi da sola” – INTERVISTA

A tu per tu con Baby K per parlare del suo nuovo singolo “Follia mediterranea”, primo capitolo di una trilogia, disponibile in radio e in digitale da venerdì 6 giugno
Dopo aver conquistato il pubblico con hit estive diventate iconiche, superando numeri da capogiro e traguardi come il primo Disco di Diamante per una donna in Italia, Baby K è pronta a scrivere un nuovo capitolo della sua storia con un brano che celebra la libertà, la sensualità e l’autodeterminazione femminile.
“Follia mediterranea” non è solo un brano che si appresa a entrare di diritto nella colonna sonora dell’estate 2025, ma anche la prima parte di una trilogia musicale e concettuale che racconterà la sua evoluzione come artista e come donna. L’artista ci accompagna in un viaggio tra sonorità esotiche e atmosfere sensuali, mettendo in scena la sua voglia di rompere gli schemi, di raccontarsi senza filtri e di celebrare la propria identità in tutte le sue sfaccettature.
Baby K presenta il singolo “Follia mediterranea”, l’intervista
Che sapore ha per te questo brano e questo ritorno?
«Ha un sapore molto esotico, che potrebbe sembrare scontato, ma io amo queste sonorità. È un brano che, seppur vestito di leggerezza, affronta una tematica un po’ hot: se prima ballavamo e raccontavamo l’estate con un drink in mano, quest’estate si fa direttamente sesso sulla spiaggia. Ho preso un po’ le redini in mano e parlo dell’attesa che rende tutto più bello. “Follia mediterranea” racconta proprio quell’attimo prima del climax, quando si gusta tutto un po’ di più».
Questo brano segna anche un nuovo inizio per te: sui social hai cambiato immagine profilo e azzerato i post. In che fase ti senti del tuo percorso artistico?
«Mi sento assolutamente in una nuova epoca. Dopo un anno di stop ho avuto modo di riflettere su chi sono, in musica e nella vita. Ho raggiunto tanti traguardi, ma oggi sento di avere più coscienza di me stessa e di quello che voglio dire in questo panorama musicale in continua evoluzione. Dopo anni in cui sono stata raccontata dagli altri, ora voglio raccontarmi da sola. “Follia mediterranea” è il primo atto di questa trilogia fantastica».
Nel testo parli di piacere e sensualità, e anche la copertina rivendica con forza il concetto di femminilità contro gli stereotipi. Qual è stata l’ispirazione per affrontare a tuo modo questo tema?
«Per anni le donne sono state vittime di oggettificazione. Ora che se ne parla sempre di più, anche con dibattiti accesi, io dico: ben venga! Anche le donne in musica, tante mie colleghe, stanno prendendo sempre più posizione. Io desidero togliere il velo del tabù sul sesso, perché fa parte della vita e dell’identità di tutti, sia uomini che donne. Ognuno vive la propria sessualità a modo proprio. È importante parlarne con naturalezza».
Rispetto al tuo precedente disco, “Donna sulla Luna”, quali competenze artistiche senti di aver acquisito in questi anni?
«In “Donna sulla Luna” mi sono concentrata molto sulla mia identità musicale. Oggi ho voglia di raccontare di più, anche della mia condizione umana, dei difetti splendidi che tutti abbiamo. Mi occupo di pop, mi piace divertirmi e amo il ritmo, ma sento anche il desiderio di parlare di cose profonde, seppur in modo leggero».
A livello sonoro, ritroveremo il sound di “Follia mediterranea” anche nelle altre due parti della trilogia o possiamo aspettarci sperimentazioni?
«Sperimentare è stupendo e vorrei farlo di più, ma quando lo faccio sento che il pubblico prova nostalgia per quello che già conosce e che ha vissuto con me. Una cosa è certa: amo il ritmo e l’esotico. Voglio rappresentare la mia storia in musica, fatta di diverse culture che si contaminano. La mia identità è variegata, ma unica, e credo che rappresenti anche l’Italia di oggi. Questo è ciò che desidero portare nella mia musica».
Riguardo la tua carriera, non hai mai partecipato a Sanremo. È stata una scelta precisa o solo una coincidenza?
«È stata una scelta voluta. Sanremo è un palco importante, legato alla tradizione della musica italiana. Ho sempre visto le mie sonorità come diverse da quel contesto, e non mi andava di dove proporre a tutti i costi una ballad. Però, negli ultimi anni, Sanremo è cambiato e anche io ho voglia di nuove avventure. La mia partecipazione potrebbe essere una novità per tutti, sia per me che per il Festival».
Per concludere, qual è la lezione più importante che senti di aver imparato dalla musica?
«La musica ti dà tante lezioni. Quando la crei, non puoi ignorare l’aspetto umano che c’è dietro, anche se oggi si tende a renderla spesso disumana, pensando solo ai numeri e agli obiettivi. La musica mi ha insegnato che a vincere è la longevità. I numeri vanno e vengono, ma quello che resta è ciò che lascia un segno. La musica è un percorso umano, e c’è tanta profondità anche nella leggerezza, se sai accoglierla».