A tu per tu con la personal trainer umbra, istruttrice di kick boxing ed esperta di attività sportiva
Ciao Barbara, benvenuta su RecensiamoMusica. In cosa consiste esattamente la tua attività e cosa rappresenta per te lo sport?
«Nasco come modella, successivamente ho lavorato in tv, ma lo sport mi ha sempre accompagnato nella vita. Ho iniziato a fare Kick boxing quando sono arrivata a Milano, sono stata una delle prime donne a praticare questo tipo di arte da combattimento, ho fatto tanti incontri, fino a diventare oggi un’istruttrice. Quando sono tornata in Umbria ho intrapreso una vera e propria professione, lavoro con la Virgin da diversi anni e ho inventato un format tutto mio, non faccio la classica fit boxe, insegno questa disciplina in una chiave un po’ diversa».
La musica è diventata parte integrante delle tua professione, come scegli solitamente i pezzi che compongono la playlist delle tue lezioni?
«Non scelgo la musica che utilizzano solitamente tutti gli istruttori, ma la faccio creare su commissione ad Alex J DJ, un mio amico deejay molto bravo nel suo campo. Insieme cerchiamo una musica appropriata, che segua i miei gusti musicali ma anche l’ispirazione del momento, adattandola con i bpm giusti che viaggiano intorno ai 128-130. Spazio molto a livello di generi, mi piace offrire ai miei allievi una colonna sonora giusta per il tipo di lezione diversa».
Cosa rappresenta per te, invece, la musica dal punto di vista personale?
«E’ importantissima, avendo mosso i miei primi passi nel mondo della danza come ballerina. Per me la musica è sempre stata importante, i miei gusti musicali sono molto vari, ad esempio, in questo momento ascolto parecchio Charlotte Cardin. Amo il soul e il reggaeton, ma non ho un genere particolarmente preferito, mi piace la musica che emoziona, a prescindere dal tipo. Ho allevato due bambini a ritmo della musica, sin da quando erano nella pancia, trovo che sia la colonna sonora di ogni singolo momento della mia vita, che mi accompagna dalla mattina alla sera e che ho voluto fortemente adattare anche nel mio lavoro».
In tutto questo, che ruolo hanno le canzoni di preciso?
«Assolutamente un ruolo da protagonista, le mie lezioni non sono improvvisate ma studiate nei minimi particolari. Attraverso i movimenti del corpo, con i colpi dati con gli arti superiori e inferiori, quindi pugni e calci, il ritmo diventa una sorta si spinta motivazionale, che varia a seconda della vivacità del sound, dando vita ad una sinfonia del nostro corpo».
Ci sono pezzi che utilizzi più spesso di altri?
«In realtà cerco di variare molto, di utilizzare tracce brevi ricche di cantato e di strumenti, posso partire dal tema centrale della colonna sonora di Rocky Balboa all’ultimo singolo di Caparezza, un mix un po’ caotico, proprio come sono io (ride, ndr), ma da un certo punto di vista ordinato, perché una lezione di kick detta comunque degli schemi e delle regole da seguire».
Come sono le reazioni dei tuoi allievi?
«Devo dire molto positive, mi fanno sempre tanti complimenti per la musica, capiscono il valore e il ruolo centrale che cerco di dare alle canzoni nelle mie lezioni. Questo mi soddisfa e mi ripaga, perché ci investo molto, lo considero un servizio in più, un benefit che in qualche modo rappresenta un valore aggiunto a tutto il resto. Il mio lavoro non sarebbe completo se fosse limitato all’insegnamento della tecnica, non riuscirei a dare vita ad una lezione se non ci fosse anche una parte creativa ed emozionale.
Quali sono i tuoi prossimi progetti in cantiere?
«Il 14 luglio parteciperò all’edizione italiana di Bellator, che si terrà a Roma, nella quale sarò presente in veste di intervistatrice ufficiale. Dallo scorso inverno sono diventata la ring announcer, ho seguito tutti gli step delle selezioni degli atleti e devo dire che sono bravissimi. Tra gli altri progetti, continua la mia collaborazione con Rumors, ho una rubrica all’interno della loro rivista online, dove scrivo di sport in chiave lifestyle, dall’alimentazione allo stile di vita, una sorta di blog sul come riprendere in mano il proprio tempo e dedicarlo maggiormente a noi stessi, per il nostro corpo e la nostra salute».
Per concludere Barbara, come coniughi tutte queste attività in un’unica figura professionale?
«Beh, sai, di unico in me c’è davvero poco, nel senso che ho una doppia personalità, mi reputo introversa ed estroversa, pazza e razionale, un po’ borderline (ride, ndr). Non ho un unico ruolo, principalmente sono un’istruttrice e una personal trainer, ma tendo sempre ad allargare i miei orizzonti, abbinando più cose possibili alla mia figura, dalla mental coach all’intervistatrice sportiva, cerco di fare al meglio più cose possibili, per arricchirmi e sentirmi completa. Forse il ruolo di mamma è l’unico che mi si addice con coerenza, la mia unica certezza sono i miei figli, per il resto cerco sempre di reinventarmi. Credo con determinazione nelle rinascite, in qualsiasi campo, a qualsiasi età e a qualsiasi costo».
Nico Donvito
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