Omaggio alle voci femminili e alle signore della canzone, autentiche icone di fascino e bellezza che hanno scritto pagine di storia. A cura di Marco Fioravanti
La domenica è l’unico giorno il cui nome è di genere femminile, per questo motivo non potevamo che dedicarlo alle donne che hanno fatto grande la nostra canzone, celebrandone il talento, il coraggio e l’unicità.
In ogni puntata di “Beato tra le Donne”, Marco Fioravanti ci accompagna alla scoperta e riscoperta delle più grandi protagoniste della scena musicale italiana e non. Attraverso un racconto appassionato e ricco di dettagli, si ripercorrono le carriere straordinarie di queste voci femminili che hanno segnato la storia della musica. L’appuntamento di oggi è dedicato ad Alice.
Alice, la classe delle sette note
Carla Bissi, oppure Alice Visconti o meglio Alice… tanti nomi prima di arrivare al successo, per poi agguantarlo nella maniera migliore e come lei certamente voleva che fosse.
Dopo i molti concorsi canori in provincia, dove tanti talenti si confrontano con i primi brividi del palcoscenico, arriva per la giovanissima Carla un momento di svolta con la vittoria a Castrocaro nel 1971 e di conseguenza l’approdo al Festival di Sanremo del 1972.
Purtroppo questa prima esperienza festivaliera non fu felice, complice forse un brano poco avvincente, “Il mio cuore se ne va” scritto da Memo Remigi. Con un altro singolo, pubblicato sempre nel 1972, “La festa mia”, scritto da Franco Califano, vinse invece la Gondola d’Argento a Venezia. L’ultimo disco col nome Carla Bissi verrà pubblicato nel 1973, “Il giorno dopo”, versione italiana di “The morning after”, vincitore dell’Oscar come brano portante del film “L’avventura del Poseidon”.
Ma nulla di significativo accadde, Carla si fermò quindi per un paio d’anni e ritornò nel 1975, con un look più maturo e con un nome nuovo, Alice Visconti. Pubblicherà due album con questo nome, “La mia poca grande età” nel 1975 e “Cosa resta… un fiore” nel 1978. In entrambi i dischi vi erano dei brani scritti dai membri dei Pooh. Stefano D’Orazio, Dodi Battaglia e altri autori nel disco del ‘75, ancora D’Orazio e l’ormai ex-Pooh Riccardo Fogli in quello del 1978. Ma neppure questo esperimento riscosse i frutti sperati.
Si arriva quindi al 1980, anno cruciale nella carriera di Carla. Approda alla EMI, il nome si accorcia diventando solo Alice e con il team di lavoro di Franco Battiato nasce il 33 giri “Capo nord”. Il singolo dell’estate sarà la bellissima Il vento caldo dell’estate, dove finalmente la voce della cantante di Forlì esprime al meglio la sua potenza ed atmosfera.
Da qui si passa al Festival di Sanremo del 1981, dove stravinse con “Per Elisa” e il nome di Alice non diventa subito conosciutissimo in Italia ma anche all’estero, specialmente in Germania. La sua immagine vincente ispirerà molte ragazze dell’epoca, capelli lunghi leggermente mossi e spettinati, foulard multicolore al collo, pantaloni da cavallerizza; look vincente e lei bellissima come non mai. Esce a breve il 33 giri con il suo nome e il 45 giri “Una notte speciale” ha un enorme successo in Germania. Lo stesso anno vince il Telegatto a Vota la voce per la migliore cantante femminile del 1981.
L’estate del 1982 la vede di nuovo protagonista delle classifiche con “Messaggio“ e nell’autunno arriva il duetto con Franco Battiato in “Chanson egocentrique“, tratti dal disco “Azimut”. Altra vittoria nel 1983 ad Azzurro nella squadra capitanata con Nada; uscirà in autunno il disco “Falsi allarmi”, il cui singolo trainante fu “Il profumo del silenzio”.
Nel 1984 Alice sarà impegnata maggiormente all’estero; in Germania con il cantautore Stefan Waggershausen con il brano Zu nah am Feuer, ebbe un trionfo da un milione e mezzo di copie, poi partecipando con Franco Battiato all’Eurofestival con “I treni di Tozeur”, classificatasi al quinto posto e divenuta poi un successo in tutta Europa. Ultima tappa del sodalizio con Battiato si avrà nel 1985 con l’album omaggio all’amico-collega “Gioielli rubati”, raccolta cover di brani del cantautore catanese e che vincerà il Premio Tenco come migliore interprete dell’anno. Il disco entrò in classifica anche in diversi paesi europei.
Iniziò nel 1986 una nuova fase del lavoro di Alice. Si stacca del gruppo di lavoro formato da Franco Battiato e Angelo Carrara ed intraprende un’unione artistica e personale con Francesco Messina. Il primo lavoro di questa collaborazione fu “Park Hotel”, in cui vi sono due tra le canzoni più belle dell’artista, “Nomadi“ e “Viali di solitudine“.
Nel 1987 viene pubblicato “Elisir“, album raccolta con brani del passato rivisitati. Il disco vinse il premio della critica in Germania e parte dei brani vennero utilizzati per creare un’altra raccolta pubblicata solo in Giappone dal titolo “Kusamakura“. Nel 1988 arriva anche “Mélodie passegère“, nato dall’esperienza dal vivo della cantante con pianista Michele Fedrigotti, eseguendo composizioni di Satie, Fauré e Ravel.
Il 1989 è l’anno in cui nasce quello che per molti è l’album capolavoro di Alice, “Il sole nella pioggia”. Un lavoro molto spirituale e raffinato, dove la collaborazione con Juri Camisasca raggiunse il suo apice. Seguirà una trionfale tournée in Italia e in tutta Europa nel 1990. Nel 1992 esce “Mezzogiorno sulle Alpi”, un disco altrettanto raffinato ma più ermetico del precedente, dove la cantante interpreta anche un testo di Pasolini musicato da Mino Di Martino.
Si chiude così un ciclo di lavoro proficuo, prestigioso che ha fatto raggiungere a Carla-Alice traguardi forse mai nemmeno sperati. C’è un cambio di casa discografica, nel 1995 vede la luce “Charade“, sulla falsariga degli ultimi lavori, nel 1998 Exit dove Alice canta un brano con Skye dei Morcheeba, “Open your eyes”.
Nel 2000 a sorpresa Alice torna al Festival di Sanremo, si vociferò su pressione della casa discografica. Il brano molto bello è firmato da Juri Camisasca, “Il giorno dell’indipendenza”. Fu il Festival dove le giurie di qualità dirottarono scioccamente tutti i voti solo a favore degli Avion Travel per farli vincere ed anche il brano di Alice subì la vergogna di non venir giudicato serenamente. A ridosso del Festival venne pubblicato un disco raccolta, “Personal Juke Box”.
Da questo momento la produzione della cantautrice si fa meno sistematica. Nel 2003 per un’etichetta indipendente viene pubblicato “Viaggio in Italia”, rilettura di brani di cantautori italiani quali De Andrè, Guccini, De Gregori, Fossati, Gaber, Battisti ed ovviamente Battiato. Dopo diverse esperienze dal vivo e con artisti di varia estrazione, si arriva nel 2009 al primo disco dal vivo, “Lungo la strada live”.
Nel 2012 esce, dopo molti anni, un disco di inediti, “Samsara“, dove sono presenti anche due brani di Tiziano Ferro e sarà pubblicato anche in Germania, dove Alice, come del resto anche Milva, ha sempre riscosso quasi più successo che in Italia.
Negli anni successivi sarà impegnata in diversi progetti dal vivo, con artisti del calibro di Franco Battiato, Anhony and the Johnsons, Francesca Michielin, Tosca, Morgan, Raphael Gualazzi, affrontando diversi repertori della musica italiana. Nel 2014 un altro disco, “Weekend“, con cover e brani inediti, pubblicato dalla casa discografica fondata da Alice stessa.
Seguiranno nel 2016 una lunghissima serie di concerti con Franco Battiato e l’Ensemble Symphony Orchestra, da cui verrà tratto anche un CD/DVD Live in Roma.
Alla fine di novembre del 2022 esce “Eri con me“, rilettura di brani dell’amico fraterno Franco Battiato, ad un anno dalla sua scomparsa. Il disco vinse il Premio Tenco nel 2023 come miglior album, premio che l’artista vise anche l’anno precedente, intitolato alla carriera. Un nuovo tour è partito nell’estate del 2024 e terminerà a fine gennaio 2025, Master Songs, dove Alice è accompagnata da Carlo Guaitoli al pianoforte e tastiere, Antonello D’Urso alle chitarre e Chiara Trentin al violoncello acustico ed elettrico. Interpreta buona parte del suo repertorio e anche brani di molti cantautori italiani.
L’intera carriera di Alice è stata caratterizzata più dal sottrarre che dall’aggiungere, l’apparire non è una delle sue esigenze principali. La ricerca di un repertorio diverso, di qualità e prestigio sono stati i cardini attraverso i quali ha tenuto le redini delle sue produzioni musicali, non cedendo mai alla musica di facile ascolto. Sempre bellissima, è stato un punto di riferimento anche per il costume nazionale e non, specialmente negli anni ‘80, anni del suo successo popolare più grande.