Beato tra le donne: ritratto di Iva Zanicchi

Beato tra le donne Iva Zanicchi

Omaggio alle voci femminili e alle signore della canzone, autentiche icone di fascino e bellezza che hanno scritto pagine di storia. A cura di Marco Fioravanti

La domenica è l’unico giorno il cui nome è di genere femminile, per questo motivo non potevamo che dedicarlo alle donne che hanno fatto grande la nostra canzone, celebrandone il talento, il coraggio e l’unicità. Iva Zanicchi

In ogni puntata di “Beato tra le Donne”, Marco Fioravanti ci accompagna alla scoperta e riscoperta delle più grandi protagoniste della scena musicale italiana e non. Attraverso un racconto appassionato e ricco di dettagli, si ripercorrono le carriere straordinarie di queste voci femminili che hanno segnato la storia della musica. L’appuntamento di oggi è dedicato ad Iva Zanicchi.

Iva Zanicchi, una voce senza tempo

Iva Zanicchi è l’esempio di una brava cantante ma con una gestione del proprio personaggio talmente ingombrante da mettere in ombra il suo innegabile talento.

Coetanea di Mina, ha compiuto gli anni proprio ieri 18 gennaio; appena ventenne iniziò a frequentare le varie manifestazioni canore che pullulavano nella penisola negli anni del boom. Venne notata a Castrocaro nel 1962 dai manager della Ri-Fi e già dall’anno successivo iniziò ad incidere dischi e tenere esibizioni live un po’ dappertutto, addirittura arrivò anche a New York al Carnagie Hall.

Proprio negli USA Iva scoprì il blues, il jazz e il soul, di cui si innamora immediatamente. Nel 1964 arrivò il primo di tanti successi, Come ti vorrei”, versione italiana di un brano di Solomon Burke. Da quel momento iniziò la vera e propria carriera della Iva nazionale, soprannominata l’aquila di Ligonchio, paesino dell’appennino emiliano che oggi non esiste più; è diventato un municipio che unendosi ad altre piccole comunità montane ha creato un nuovo comune, Ventasso. Il soprannome deriva da due motivi principali, la potenza vocale come l’aquila ed il naso importante, come il becco del pennuto in questione.

Negli anni successivi ci saranno diversi Festival di Sanremo, nel 1965 con “I tuoi anni più belli”, nel 1966 con la bellissima “La notte dell’addio, poi la sua prima vittoria, nel 1967, in coppia con Claudio Villa; il brano era “Non pensare a me, un classico motivo sanremese, che ricordava un po’ “Strangers in the night” di Frank Sinatra.

Ritornò nel 1968, fresca mamma della piccola Michela, con “Per vivere” e poi nel 1969 la seconda vittoria con “Zingara, in coppia con Bobby Solo, un brano che ormai è proprio il simbolo di Iva cantante. L’anno dopo tornerà con “L’arca di Noè, cantato da Sergio Endrigo, che ne è l’autore.

Passeranno quattro anni e nel 1974 ancora una vittoria, la sua terza, con “Ciao cara come stai? scritta da Italo Ianne e Cristiano Malgioglio. Con questa terza vittoria è record-woman di trionfi al Festival. Con due vittorie invece abbiamo Nilla Pizzi, Gigliola Cinquetti, Anna Oxa e Arisa. Con minor successo tornerà al Festival altre quattro volte, nel 1984 con “Chi (mi darà), nel 2003 con “Fossi un tango, nel 2009 con “Ti voglio senza amore e nel 2022 con “Voglio amarti.

A livello qualitativo il meglio della sua carriera Iva Zanicchi lo legherà ai lavori dei primi anni ’70 con album prestigiosi come “Caro Theodorakis… Iva”, con la famosissima “Un fiume amaro, poi “Caro Aznavour”, con i migliori brani del cantautore franco-armeno, “Shalom”, con canti della tradizione del popolo ebraico, “Io sarò la tua idea, tratto da liriche di Federico Garcia Lorca. Altri grandi successi degli anni 70 saranno “La riva bianca, la riva nera e “Testarda io“.

Nonostante in alcuni periodi la carriera di Iva sembrava appannarsi nella nostra penisola, i suoi exploit si traferirono in terra iberica e nel Sudamerica, con le versioni in lingua spagnola di molte sue canzoni, milioni di copie vendute e concerti gremitissimi in ogni parte del mondo.

Anche nella televisione italiana del tempo, dove c’era solamente la Rai Tv, la figura e il personaggio della Zanicchi iniziava a funzionare benissimo, come avvenne in “Sai che ti dico?” del 1972, uno spettacolo con Sandra Mondaini e Raimondo Vianello, dove il suo talento comico emergeva pienamente. Nel 1968 si sposò con Tonino Ansoldi, il figlio del titolare della sua casa discografica, la Ri-Fi, per poi separarsi all’inizio degli anni ’80. Dal 1985 fino al 2024, anno della sua morte, è stata legata a Fausto Pinna, produttore musicale.

Ma il tempo passava ed ormai negli anni ’80 anche il nuovo repertorio di una grande cantante come la Zanicchi stava iniziando a mostrare la corda, anche a causa del fallimento della casa discografica Ri-Fi per la quale incideva. Per una serie di strane coincidenze del destino, si ritrovò nel 1984 a partecipare ad alcune trasmissioni della neonata Fininvest e poi nel 1987 a condurre il gioco a quiz “Ok, il prezzo è giusto!” e lo farà fino al 2000.

Se la conduzione del programma le regalerà un’insperata popolarità ed una grande tranquillità economica, si rivelerà però un’arma a doppio taglio per la sua credibilità come cantante. Ci sono alcune generazioni che come cantante non l’hanno mai nemmeno conosciuta, immaginando solo che sia una presentatrice brava a cantare o addirittura che sia una signora che racconta barzellette un po’ vivaci in televisione. Nonostante ci abbia provato molte volte, cantando le sigle finali dei suoi programmi, anche con pezzi apprezzabili come “Kajal o “Forte più forte“, versione italiana di “Woman in love” di Barbra Streisand, il grande successo degli anni passati non è più tornato. 

Oltre ad “Ok il prezzo è giusto”, dal 1984 si paleserà come animale televisivo di razza, essendo richiestissima in molte trasmissioni, sia Rai che Mediaset, come ospite, cantante, opinionista, concorrente; in ogni ruolo che le veniva assegnato il personaggio Zanicchi funzionava, sempre. Dalla carriera televisiva poi approderà anche alla carriera politica, nelle file di Forza Italia, dal 1999 al 2014, riuscendo ad essere eletta per due legislature al parlamento europeo a Strasburgo. Si scoprirà anche scrittrice, con quattro romanzi scritti dal 2001 al 2022.

Alla carriera di cantante, Iva Zanicchi ha abbinato anche la carriera teatrale, fin dal 1973/74 con Walter Chiari e Tony Renis, e poi negli anni più recenti ha calcato il palcoscenico in compagnia di Corinne Cléry, Barbara Bouchet, Marisa Laurito. Anche il mondo del cinema è stato frequentato dalla Zanicchi, fin dal 1961, sia con musicarelli che con film veri e propri, come “L’ultimo capodanno” di Marco Riso del 1998. 

Una straordinaria voce quella della Zanicchi che quando è stata servita da belle canzoni ha dimostrato tutto il suo valore, purtroppo a volte in maniera saltuaria, quasi a mezzo servizio, trascurando il proprio talento a favore di un successo meno prestigioso, ma ovviamente più redditizio.

Scritto da Marco Fioravanti
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