“Al primo piano”, la paura del domani metaforizzata da Beppe Stanco – RECENSIONE
In radio e negli store digitali a partire dallo scorso 5 luglio il brano del cantautore e produttore foggiano

Come raccontatoci dallo stesso artista nel corso di una nostra recente intervista, il pezzo utilizza la metafora di un palazzo per raccontare la titubanza di una persona che decide di fermarsi al primo piano per paura di andare oltre, di affrontare le gioie e i dolori che si possono celare nella successiva rampa di scale. In effetti, viviamo in una società talmente frenetica che la reazione comune ci spinge, spesso e volentieri, ad accontentarci di quello che abbiamo, di stabilirci nella nostra zona di comfort, di non avere più la benché minima voglia di rischiare, senza renderci bene conto che, in fondo, “non siamo giovani per sempre”.
In tal senso, “Al primo piano” vuole essere un invito a riprendere in mano le redini della nostra vita, a focalizzarci sui nostri obiettivi, allontanando le “bad vibes” che ci impediscono di affrontare con naturalezza la nostra quotidianità. Forse siamo un po’ tutti schiavi dell’ansia da prestazione, dobbiamo fare più degli altri e siamo più in lotta con il mondo esterno che con noi stessi, perché ci sentiamo in dovere di dimostrare sempre qualcosa. Ottima l’analisi di Beppe Stanco, che fotografa uno dei malesseri di questo mondo 2.0 con classe e freschezza.
Al primo piano | Video
Al primo piano | Testo
Togliermi di mezzo non è stato facile
ma certo che anche tu ti sei impegnata
tutto gira intorno ad uno stato d’ansia
resto o vado via o mi invento una cazzata nuova
Non fumo neanche più le sigarette
o meglio non le ho mai fumate per davvero
mi drogo di kebab e di dirette la serie B
quest’anno mi ha preso sul serio
Io che non ho pensato mai
ad una storia vera
io che non ho pensato mai
di andare allo stadio
io che ho sempre paura di dire ti amo
io che mi fermo sempre al primo piano
al primo piano al primo piano
io che mi fermo sempre al primo piano
al primo piano, al primo piano
io che mi fermo sempre
Tutto ha sempre un senso
anche un appuntamento facile
in macchina è più scomodo
andiamo a casa
a volte non ci penso
a volte faccio un po il filosofo
cerco di scordare ma dove vuoi che vada
Non fumo neanche più le sigarette
o meglio non le ho mai fumate per davvero
mi drogo di kebab e di dirette la serie B
quest’anno mi ha preso sul serio
Io che non ho pensato mai ad una storia vera
io che non ho pensato mai di andare allo stadio
io che ho sempre paura di dire ti amo
io che mi fermo sempre al primo piano