Il nuovo featuring spiazza tutti andando oltre le generazioni e le mode
I duetti d’amore hanno spesso fatto la storia della musica leggera italiana. Da Anna Oxa e Fausto Leali su “Ti lascerò” a Minghi e Mietta per “Vattene amore” passando per Andrea Bocelli e Giorgia in “Vivo per lei” e Tiziano Ferro e Laura Pausini in “Non me lo so spiegare” tutti rimangono nella mente e nel cuore di noi ascoltatori. Una nuova fortunata pagina hanno tentato di scriverla Blanco e Mina cimentandosi in una “Un briciolo di allegria” che, ancor prima che come canzone, ha spiazzato per la strana coppia che ha coinvolto inaspettatamente.
La canzone |
Come tutti i duetti che si rispetti anche “Un briciolo di allegria” propone per lunghi tratti a confronto le voci di Blanco e Mina. Un confronto che, di fatto, sta alla base dell’intera canzone con l’obiettivo di I due artisti, separati da oltre sessant’anni di differenza, si concedono alla produzione di Michelangelo che con lo stesso artista bresciano ha scritto e composto il pezzo senza alcun coinvolgimento da parte del team produttivo della Tigre di Cremona. Un dettaglio non da poco questo se si considera come oggi i duetti spesso propongano schiere di autori e produttori per “accontentare” le esigenze di team di ambo le parti.
Il confronto è il tema anche narrativo del pezzo. L’amore è senza ombra di dubbio la chiave interpretativa per comprendere il senso unico della canzone ma è un amore fondato sulla reciproca visione della realtà. “Se non è sincero, se l’amore è vero muori dentro” ricordano saggiamente le liriche offrendo il là alle riflessioni di chi è pronto a dare la propria vita in nome di ciò che sente. Non è un caso che il confronto torni centrale a livello concettuale nel momento in cui Blanco e Mina intonano congiuntamente la felicità della “fortuna [per cui] ci siamo trovati sotto un chiaro di luna”: un trovarsi che è sinonimo d’incontro, certo, ma anche di reciproca comprensione ed accettazione. Un confronto giunto a buon fine per l’appunto. Un confronto nel quale le due parti sono riuscite a comprendersi e capirsi.
Il confronto generazionale e la logica del tempo |
Moderno e tagliente lui, soave e armonica lei. Blanco e Mina si incontrano anche vocalmente all’interno di un pezzo che esalta le caratteristiche vocali di entrambi senza, tuttavia, concedere loro gli spazi estremi della loro espressione. Se Blanco rinuncia ad un uso eccessivo dell’autotune o di strumenti sintetici, Mina fa a meno di vette vocali troppo argute e si presta ad un duetto che faccia di “Un briciolo di allegria” un canto congiunto più che un canto a due voci.
Il respiro che Mina dona alla canzone permette a Blanco di cullarsi in una forma-canzone inedita per lui tanto quanto per la Tigre di Cremona. Forse, il vero segreto di “Un briciolo di allegria” sta proprio nel fatto che non sia in pieno ascrivibile nè alle composizioni fresche ed irruente di Blanco né a quelle ariose di Mina. La voce di ‘Blu celeste’ adotta una pulizia vocale più nitida e precisa che ben rende all’interno di un sapore sonoro dalle tinte quasi pop-rock che richiama i duetti del duo Mina-Celentano rielaborandone le forme.
Alla fine un “rapapapapapapapa” unisce il vecchio ed il nuovo richiamando alla mente il canto sonoro della generazione di Blanco ma anche il virtuosismo tipico del mondo espressivo di Mina. Un incrocio d’intenti che non rappresenta solo l’oggi e che punta a scrivere una nuova pagina dei duetti d’amore senza tempo.
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Ilario Luisetto
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