venerdì 22 Novembre 2024

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Braschi: “Una volta che una canzone esce non hai più controllo di niente” – INTERVISTA

A tu per tu con il cantautore romagnolo, in uscita con il nuovo singolo intitolato “Il cane e la mia ragazza

Tempo di nuova musica per Federico Braschi, meglio conosciuto semplicemente come Braschi, artista che abbiamo conosciuto in occasione della sua partecipazione a Musicultura nel 2016 e al Festival di Sanremo nel 2017, e che ritroviamo in occasione dell’uscita del nuovo singolo “Il cane e la mia ragazza”. Approfondiamo la sua conoscenza.

Ciao e benvenuto. Partiamo dal tuo nuovo singolo “Il cane e la mia ragazza”, che sapore ha per te questo pezzo?

«È sempre complesso parlare delle proprie canzoni, ma credo sia qualcosa a cavallo tra una dimensione onirica e una domestica. La vita di tutti i giorni che si mescola con la fantasia».

C’è una frase che, secondo te, rappresenta e sintetizza al meglio il senso dell’intera canzone?

«Credo sia: “E se c’è qualcuno, che mi protegga da chi sto diventando”».

A livello musicale, che tipo di sound hai voluto abbracciare?

«Il gioco che cerco di fare è quello di prendere il cantautorato e renderlo contemporaneo. Alla fine reputo Closing Time di Waits molto più attuale di tanta musica che esce quotidianamente in Italia».

 Braschi, Il cane e la mia ragazza

Facciamo un breve salto indietro nel tempo, quando e come hai scoperto la tua passione per la musica?

«Alle scuole medie, con gli amici, in una cantina. Quando urli di gola sopra un pezzo dei Nirvana e ti senti Kurt Cobain, invece sei a Santarcangelo di Romagna, non sei Kurt Cobain e vivi una vita che può essere considerata borghese. Poi succede che alla fine del liceo inizi a scappare da tutto questo almeno con la fantasia e dopo due anni di università scappi davvero (a New York con le pezze al culo) e la musica diventa il tuo lavoro e il motivo per cui la mattina di svegli».

Quali ascolti hanno accompagnato e influenzato la tua crescita?

«De Andrè, De Gregori, Dylan, Springsteen, Waits».

Cosa ti ha lasciato di concreto l’esperienza di Sanremo Giovani del 2017?

«Di concreto? Una causa legale».

Al netto dell’attuale incertezza dovuta al particolare momento storico, quali sono i tuoi prossimi progetti in cantiere? Cosa dobbiamo aspettarci dalla nuova musica di Braschi?

«Non dovete aspettarvi assolutamente niente. Non ho particolari progetti in cantiere, non ho scadenze. Sto cercando di vivere senza progetti e senza aspettative. Voglio solo fare delle canzoni, farle uscire e cercare di costruirmi un po’ di felicità». 

Per concludere, a chi si rivolge oggi la tua musica e a chi ti piacerebbe arrivare in futuro?

«La musica si rivolge sempre a tutti, nessuno escluso. Una volta che una canzone esce non hai più controllo di niente. A cosa mi piacerebbe arrivare? Sono modesto e volo basso, a riempire San Siro».

 Braschi, Il cane e la mia ragazza

© foto di Paolo Crocenzi

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.