Recensione del nuovo album d’inediti del cantautore
Scrivere canzoni non è un mestiere facile. Scriverne di nuove, poi, lo è ancor meno perchè si corre sempre più il rischio di risultare ripetitivi e poco originali verso sè stessi e verso gli altri. Quando, però , queste canzoni incontrano il valore della verità ecco che il loro valore s’innalza e si rende evidente a chiunque. E’ quello che in qualche modo è successo con Cip!, il nuovo album d’inediti di Brunori Sas pubblicato il 10 gennaio 2020 dopo essere approdato nella major discografica del gruppo Universal Music.
C’è, ovviamente, anche il richiamo alla società di oggi trovando il più alto manifesto nell’iniziale Il mondo si divide che riflette sul concetto di come per l’uomo sia da sempre vitale la catalogazione delle cose non tenendo conto delle varietà. Al rapporto con gli altri, con il Pianeta e con il sè stesso più intrigante è dedicata Fuori dal mondo che raccoglie tutta quella complessità del doversi trovare insindacabilmente a dover fare i conti con “l’altro da sè” filosofico. Su questa scia nazional-popolare dell’arrangiamento “bandistico” si collocano anche le diverse Bello appare il mondo, dedicato a chi consuma la propria vita nel porsi in antitesi a tutto e tutti, e Capita così, che invece si dedica, con un’ingannevole leggerezza musicale, al delicato tema dell’invecchiamento e della morte, da sempre mistero difficile da accettare per l’uomo.
C’è spazio, poi, per la famiglia in Mio fratello Alessandro ricordando la bellezza dell’esistente in un verso davvero intenso: “gli uomini smettono di essere buoni solo quando si sentono soli, quando perdono di vista la luce che sta in tutte le cose: nella pioggia e nel sole, nella terra e nel fiore e persino nel filo che unisce lo sguardo dell’uomo che uccide e dell’uomo che muore”. Un vero e proprio esempio della scrittura per antonomasia del cantautore calabrese che da sempre si è rivelato capace di raccontare la bellezza senza dimenticare la sua vena malinconica e, contemporaneamente, il senso della fine insieme a quella misera speranza che, in fondo al tunnel, può rivelarsi capace di salvare il tutto. A questo senso di bellezza si ricollega Anche senza di noi che si concentra proprio sul senso complessivo dell’esistente che si manifesta anche nel significato ultimo e più profondo dell’assenza.
Concludono il viaggio delle undici tracce in tracklist La canzone che hai scritto tu, che affronta il valore che la musica e le canzoni a volte assumono nel corso di una vita, Benedetto sei tu, che con cinismo racconta la sfera religiosa che invita a guardare al senso ultimo della vita piuttosto che al contenuto dogmatico di una fede piuttosto che di un’altra, e la finale Quelli che arriveranno, che sceglie di dedicarsi a chi arriverà a vivere la vita domani conservando gli echi migliori della ‘Anna e Marco’ di Lucio Dalla.
Migliori tracce | Per due che come noi / Al di là dell’amore / Capita così
Voto complessivo | 8.2/10
Tracklist |
- Il mondo si divide