Recensione del singolo che riapre la strada alla contaminazione vocale soul del cantante
Un nuovo album dal titolo “Materia” ma anche l’esigenza di tornare alla visceralità e alla concretezza delle cose raccontano, meglio di tante altre parole, il momento di Marco Mengoni ed il senso del suo nuovo singolo, Cambia un uomo. Per inaugurare il primo dei tre capitoli che comporranno questa sua nuova fatica, il cantautore di Ronciglione pare volersi riappacificare con la propria essenza. Questo avviene compiendo quel passo indietro verso la complessità e la ricerca. Elementi che, di fatto, aveva sempre più abbandonato negli ultimi anni per favorire l’estensione popolare della propria offerta musicale.
“Cambia un uomo”, coscritta con Daniele Magro e prodotta da Mace e Venerus, è, di fatto, un discreto compromesso tra l’esigenza di moderazione pop e la naturalezza di un utilizzo più articolato della vocalità. La collaborazione con l’autore siciliano riporta, dunque, Mengoni ad esplorare con più coraggio il mondo del soul . I due avevano già avuto modo di collaborare per un’intensa “Proteggiti da me” che, nel 2016, non era stata adeguatamente notata nel marasma di un album live e di un periodo particolarmente prolifico per la voce de “L’essenziale”.
Mengoni ha coraggio. Lo dimostra affidando l’apertura di un nuovo percorso discografico ad una ballad poco appiccicosa o modaiola. Ma lo fa anche rispolverando la complessità del soul e del gospel. Il tutto nel momento in cui la vocalità è sempre più minimizzata rispetto a sound, slogan e motivetti fischiettabili. E in tutto questo ci finisce anche la coraggiosa scelta di dar nuovamente voce al racconto di sentimenti interiori. Sono componenti astratte ed impalpabili, figlie di riflessioni e confessioni che ciascuno vive dentro di sé.
“Cambia un uomo” è un invito ad accettarsi, a comprendersi nell’evoluzione personale e ad amarsi anche nelle proprie imprecisioni. La voce di Marco Mengoni ora può tornare a svettare. Lo può fare perché è sicura di poggiare su di un terreno solido e di aver maturato quella tranquillità necessaria per raccontare anche l’inquieto che vive dentro di sé. Alla pulizia, all’ordine e all’etereo (anche musicale) si sostituisce un richiamo alla concretezza, alla materialità, alla polvere, al sudore, alla carnalità che Mengoni interpreta, richiama e suggerisce con un cantato che si fa veicolo e non solo espressione.
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Ilario Luisetto
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