martedì 10 Dicembre 2024

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“Lento violento”, l’ispirato istinto visionario dei Canova – RECENSIONE

Disponibile dallo scorso 22 novembre il nuovo singolo della band milanese, intitolato “Lento violento

Tempo di nuova musica per Matteo Mobrici, Fabio Brando, Federico Laidlaw e Gabriele Prina, alias i Canova (qui la nostra recente intervista), un’interessante realtà della nuova scena musicale, in uscita col singolo “Lento violento”, disponibile in rotazione radiofonica e sulle piattaforme digitali a partire dallo scorso 22 novembre. Il brano, prodotto da MACE e Venerus per Maciste Dischi/Artist First, suona piacevole e immediato sin dal primo ascolto, grazie all’ispirata leggerezza mista alla solita istintività che traspare dalla penna di Mobrici, abile a mescolare con ironia le vanità e le velleità dell’attuale società.

Un ritorno funzionale e in perfetto stile con quanto già proposto dalla band in passato, un sound visionario e all’avanguardia nonostante gli evidenti ed efficienti richiami vintage, sonorità ben definite che fanno da tappeto a versi che strizzano l’occhio al sarcasmo, tra il disilluso e il concreto, il vero marchio di fabbrica di uno dei gruppi musicali più ispirati e futuristi dell’attuale scena indie italiana. I Canova sono originali, fedeli al proprio stile ma al tempo stesso versatili, perché riescono sempre ad aggiungere un tassello in più al loro discorso, riprendendo una matrice già sviluppata in precedenza per trattare un determinato argomento e dirigersi verso nuovi orizzonti. Lento violento è un brano dal loop facile, che non delude le aspettative e si lascia apprezzare ascolto dopo ascolto, uhuhuhuh dopo uhuhuhuh.

Acquista qui il brano |

Lento violento | Video

Lento violento | Testo

Uhuhuhuh

Ho sognato Lana Del Rey
cenavamo e pagava lei
guardavamo insieme un video porno
ma poi il resto non me lo ricordo
mi sveglio non mi alzo mai
a 30 anni come ca**o stai?
allo specchio non mi riconosco
ma alla fine dico tutto a posto

E le donne mi vogliono bene
perché poi so farmi lasciare
gioco un po’ alla Play
ci provo con lei
e la musica è troppo veloce
e non riesce più a farmi ballare
porto fuori il cane
cado dalle scale
mi sento lento (uhuhuhuh)
mi sento lento (uhuhuhuh)
mi sento lento (uhuhuhuh)
mi sento lento (uhuhuhuh)

Un chilometro all’ora
per uscire di casa ci metto mezz’ora, nessuno lavora
mi guarda un po’ male anche quella signora, si sente un po’ sola
già mi sale la noi ogni giorno a quest’ora
come quando andavo a scuola (uhuhuhuh)
e se non metto il boost non mi sveglio mai
non mi riprendo più, finirò nei guai
mi serve un’auto blu, quanti soli hai?
mi ascolto sempre i Pooh quando te ne vai.

E le donne mi vogliono bene
perché poi so farmi lasciare
gioco un po’ alla Play
ci provo con lei
e la musica è troppo veloce
e non riesce più a farmi ballare
porto fuori il cane
cado dalle scale
mi sento lento (uhuhuhuh)
mi sento lento (uhuhuhuh)
mi sento lento (uhuhuhuh)
mi sento lento (uhuhuhuh)

E le donne mi vogliono bene
perché poi so farmi lasciare
gioco un po’ alla Play
ci provo con lei
e la musica è troppo veloce
e non riesce più a farmi ballare
porto fuori il cane
cado dalle scale
mi sento lento (uhuhuhuh)
mi sento lento (uhuhuhuh)
mi sento lento (uhuhuhuh)
mi sento lento (uhuhuhuh)

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Nico Donvito

Nato a Milano nel 1986, è un giornalista attivo in ambito musicale. Attraverso il suo impegno professionale, tra interviste e recensioni, pone sempre al centro della sua narrazione la passione per la buona musica, per la scrittura e per l’arte del racconto. Nel 2022 ha scritto il libro "Sanremo il Festival – Dall’Italia del boom al rock dei Måneskin" (edito D’idee), seguito da "Canzoni nel cassetto" (edito Volo Libero), impreziosito dalla prefazione di Vincenzo Mollica, scritto a quattro mani con Marco Rettani. L'anno seguente, sempre in coppia con Rettani, firma "Ho vinto il Festival di Sanremo" (edito La Bussola), con introduzione curata da Amadeus e il racconto di trenta vincitori della rassegna canora. Tale opera si è aggiudicata il Premio letterario Gianni Ravera 2024.