venerdì 22 Novembre 2024

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Cantautori e… Lucio Battisti e Mogol, suonare per sempre con le emozioni di tutti

Un focus all’interno di alcune tematiche più care ai grandi cantautori del passato e agli astri nascenti della nostra discografia

Negli anni ’70 se non parlavi di politica non potevi nemmeno essere considerato cantautore. Negli anni ’70 c’erano delle regole ferree da rispettare, anche nella musica, ma c’è chi delle regole e delle etichette se n’è sempre fregato. C’è chi non ha mai volutamente parlato di politica e del suo paese. Chi ha parlato d’amore, di vita e di emozioni, trovando la chiave per suonare così fresco da risultare negli arrangiamenti, anche nel 2021, molto più attuale di tante proposte contemporanee. 

Quando si parla di Lucio Battisti si fa sempre fatica a definirlo cantautore, è vero Lucio non scriveva i testi, ma apparecchiava tutto il resto. La premiata ditta Battisti-Mogol può essere vista a tutti gli effetti come uno dei punti più alti della scena cantautorale italiana, per originalità, ricerca stilistica e capacità di proporre al grande pubblico brani d’amore che hanno cambiato la storia dei brani d’amore, tracciando la strada per una nuova via all’interno della musica italiana.

Lucio Battisti

Nella sua carriera Lucio Battisti ha pubblicato ben 20 album in studio, vendendo oltre 25 milioni di copie nel mondo e trovando la chiave per proporre al pubblico un discorso originale e coerente, riuscendo a mischiare elementi appartenenti al pop, al rock, al folk e addirittura alla new wave e alla disco music. Un artista visionario: compositore, interprete, arrangiatore e produttore discografico, per sé e per altri numerosi artisti. Battisti è riuscito nell’impresa di mischiare tutte le sue ispirazioni, rimodellandole e riproponendole in una nuova veste completamente inedita. Un grande lavoro di ricerca di ascolto, soprattutto guardando oltreoceano, che hanno portato il cantante laziale a diventare uno degli artisti più apprezzati e richiesti su tutto il panorama nazionale. 

Le canzoni di Battisti e Mogol non sono racconti ispirati alla società del tempo né storytelling su personaggi istrionici, sono spaccatati di vera vita quotidiana capaci di entrare dentro alle emozioni per scomporle e cantarle in un modo che sembra leggero, ma che, alla fine, risulta molto più sincero anche di tanti altri cantautori “impegnati” dell’epoca. Battisti, prima di cantarlo, l’amore lo osserva e cerca di capirlo, in tutte le sfaccettature. L’amore tra due persone, quello più classico, ma anche quello riservato agli amici e più in generale alla vita in tutte le sue forme e le sue manifestazioni. È difficile, all’interno del mondo del cantautorato italiano, trovare canzoni capaci di superare ogni gap generazione come accade con quelle dell’artista laziale.

Provate ad andare a un karaoke e mettere su la base de La canzone del sole se non ci credete, o di Emozioni, Il mio canto libero, e l’elenco potrebbe proseguire ancora a lungo. “In un mondo che non ci vuole più il mio canto libero sei tu” è l’emblema della poetica delle canzoni scritte dalla coppia Battisti-Mogol, canzoni che sembrano semplici e immediate, ma che al loro interno nascondo numerosi significati profondi e difficili da captare al primo ascolto. Battisti, tramite lo strumento canzone, propone immagini dense di colori e oggetti fisici: ci sono mani da stringere, acqua, colline, biciclette, prati di provincia e occhi. Ci sono sensazioni universali che si ripetono spesso in maniera differente, come la giovinezza che va e l’amore che sfiorisce come un fiore, trasformando la gioia in dolore.

Se dovessimo trovare una parola capace di riassumere le canzoni di Lucio Battisti potremmo certamente dire “universali”, come linguaggio e come messaggi. All’interno di tutti i suoi lavori, partendo dai primi album più “classici” e passando poi pian piano alle sperimentazioni degli ultimi lavori, le vette più alte vengono raggiunte con i brani capaci di descrivere le emozioni in maniera analitica ma mai banale. Emozioni è forse la canzone manifesto di questo tipo di analisi, con un testo capace di scardinare dall’interno il complesso circolo delle sensazioni umane.

“E guidare come un pazzo a fari spenti nella notte per vedere se poi è tanto difficile morire, e stringere le mani per fermare qualcosa che è dentro me, ma nella mente tua non c’è”