martedì 12 Novembre 2024

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Canzone per te: dentro il testo di “Il motore del 2000” di Lucio Dalla

Entriamo dentro il testo di una canzone per comprenderla

Nuovo appuntamento con “Canzone per te”, la rubrica che ogni settimana ti porta alla scoperta di una canzone diversa, cercando di capire il significato e il messaggio che vuole trasmettere attraverso la sua musica e le sue parole.

La canzone protagonista di questa settimana è Il motore del 2000 di Lucio Dalla. Si tratta del singolo facente parte dell’album “Automobili”, pubblicato nel 1976. “Il motore del 2000” è stata scritta dall’artista bolognese in collaborazione con il poeta, paroliere e giornalista Roberto Roversi (che ha firmato anche importanti brani per gli Stadio, Paola Turci e Fabrizio Moro). Il brano affronta un tema di particolare importanza: quello del futuro. Da una parte vi è lo sviluppo tecnologico che, ogni giorno, appare sempre più poderoso e costante; dall’altra, invece, vi è l’imprevedibilità e l’incertezza che regna sul futuro dell’umanità e, in particolare, su quello dei ragazzi che vedranno la luce nel nuovo millennio.

“Il motore del 2000 sarà bello e lucente. Sarà veloce e silenzioso, sarà un motore delicato. Avrà lo scarico calibrato e un odore che non inquina. Lo potrà respirare un bambino o una bambina”: sono queste le parole con cui si apre la canzone. Emerge sin da subito la fiducia nel progresso tecnologico che, nel nuovo millennio, porterà alla nascita di un motore rivoluzionario, in grado di non inquinare e di essere “bello e lucente” e “veloce e silenzioso”. Ovviamente l’autore si riferisce allo sviluppo della società umana nella sua generalità, anche se in questo brano, che è contenuto all’interno di un album incentrato nella sua totalità sul tema dell’automobile, approfondisce unicamente lo sviluppo del settore automobilistico.

Nella seconda strofa il registro cambia totalmente. Si passa da parole caratterizzate da notevole sicurezza e fiducia nel futuro a parole piene di dubbi, perplessità e incertezze: “ma, seguendo le nostre cognizioni, nessuno ancora sa dire come sarà, cosa farà nella realtà il ragazzo del 2000, questo perché nessuno lo sa. L’ipotesi è suggestiva, ed anche urgente; ma seguendo questa prospettiva, oggi ne sappiamo poco o niente”. I riflettori, ora, vengono puntati proprio sul “ragazzo del 2000”, sul quale sembra incombere uno stato di generale incertezza. Nonostante l’inarrestabile crescita economica e le innumerevoli innovazioni e scoperte rese disponibili dalla scienza e dalla tecnica, infatti, non sembra possibile affermare con certezza “come sarà, cosa farà nella realtà” il ragazzo del 2000. L’autore si chiede pertanto il motivo per cui nessuno possa offrire una risposta chiara ed esaustiva a questo quesito. Ovviamente il suo desiderio di ottenere una spiegazione non viene soddisfatto, proprio perché, anche con tutti i mezzi possibili a disposizione, non è possibile tracciare un ritratto preciso e sistematico del nascituro del nuovo millennio.

Il narratore, infine, si rassegna all’idea di ottenere la risposta che tanto sperava di ricevere. Nella terza e ultima strofa, pertanto, è possibile ritrovare un parallelismo tra il “motore del 2000” e “il ragazzo del 2000”: “noi sappiamo tutto del motore. Questo lucente motore del futuro. Ma non riusciamo a disegnare il cuore di quel giovane uomo del futuro. Non sappiamo niente del ragazzo fermo sull’uscio ad aspettare dentro a quel ghetto del 2000. Non lo sappiamo immaginare”. La contrapposizione tra il motore e il ragazzo (ossia tra tecnologia e umanità) risulta essere tangibile. È incredibile come si possano avere tutte le informazioni e i mezzi possibili per delineare, con un certo grado di affidabilità, quali saranno le scoperte e le innovazioni del futuro, mentre non si è in grado di comprendere quale sarà la situazione politica, sociale ed economica che caratterizzerà gli anni venturi. Ovviamente l’autore non intende affatto sminuire l’importanza e il fondamentale rilievo dello sviluppo tecnico e scientifico, proprio perché il benessere dipende in larga parte anche da questo; il tema su cui però la canzone vuole porre i riflettori è che il progresso tecnologico non basta per creare una società libera ed eguale.

Nel 1992, esattamente sedici anni dopo l’uscita de “Il motore del 2000”, l’artista bolognese decise di pubblicare una raccolta che prese proprio il nome di questo brano; l’improvviso successo ottenuto dopo tutti quegli anni fu dovuto, in particolare, al fatto che la canzone fu utilizzata come colonna sonora per lo spot pubblicitario della Fiat Uno Fire, che si rivelò essere una delle automobili più vendute e apprezzate di sempre in Italia.