venerdì 22 Novembre 2024

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Canzone per te: dentro il testo di “Nei giardini che nessuno sa” di Renato Zero

Entriamo dentro il testo di una canzone per comprenderla

Nuovo appuntamento con “Canzone per te”, la rubrica che ogni settimana ti porta alla scoperta di una canzone diversa, cercando di capire il significato e il messaggio che vuole trasmettere attraverso la sua musica e le sue parole.

La canzone protagonista di questa settimana è Nei giardini che nessuno sa di Renato Zero; si tratta del singolo facente parte dell’album “L’imperfetto”, pubblicato nell’agosto 1994. “Nei giardini che nessuno sa” è una vera e propria poesia rivolta agli individui più deboli e in difficoltà; tra questi possiamo annoverare i diversamente abili, gli anziani, gli emarginati o i soggetti affetti da una malattia (sia fisica che psichica).

«Senti quella pelle ruvida, un gran freddo dentro l’anima. Fa fatica anche una lacrima a scendere giù. Troppe attese dietro l’angolo, gioie che non ti appartengono. Questo tempo inconciliabile gioca contro di te.»: sono queste le parole con cui si apre il brano. Già dalla prima strofa è possibile comprendere il dolore e la sofferenza provati da questi individui, i quali avvertono un gran freddo nell’anima e non hanno più nemmeno la forza di piangere. Essi sembrano essere vittime del tempo, visto come un vero e proprio tiranno sulle vite di ciascuno.

Ed è in questi momenti che i sogni, i progetti e le speranze si infrangono contro un vetro; da un momento all’altro ci si ritrova ad essere spettatori di una vita della quale non si ha più alcun controllo. L’unica cosa che rimane e si intensifica giorno dopo giorno è il dolore: «Ecco come si finisce poi, inchiodati a una finestra noi. Spettatori malinconici di felicità impossibili. Tanti viaggi rimandati e già, valigie vuote da un’eternità. Quel dolore che non sai cos’è, solo lui non ti abbandonerà… mai, oh mai.»

Il brano poi continua con il ritornello: «Ti darei gli occhi miei per vedere ciò che non vedi. L’energia, l’allegria per strapparti ancora sorrisi. Dirti sì, sempre sì e riuscire a farti volare dove vuoi, dove sai senza più quel peso sul cuore.» Da queste parole emerge con evidenza l’amore e l’affetto dell’artista nei confronti di tutti gli individui più deboli e in difficoltà. Egli sarebbe disposto a donare i propri occhi pur di vedere queste persone nuovamente felici, spensierate e allegre. Il suo sogno è quello di offrire loro la possibilità di tornare a sognare e a “volare” liberi e senza alcun peso sul cuore.

Il ritornello poi prosegue: «Nasconderti le nuove, quell’inverno che ti fa male, curarti le ferite e poi qualche dente in più per mangiare e poi vederti ridere e poi vederti correre ancora. Dimentica, c’è chi dimentica distrattamente un fiore, una domenica. E poi silenzi, e poi silenzi, silenzi.» La manifestazione d’amore e d’affetto da parte dell’artista romano risulta sempre notevole. Il suo principale obiettivo è che questi individui possano raggiungere (o ritrovare) la felicità e che il Sole possa finalmente risplendere sul loro volto, nascondendo le nuvole che offuscano il cuore e la mente e mettendo fine all’interminabile e freddo inverno.

Non tutti però sembrano nutrire la stessa attenzione e lo stesso affetto del narratore nei confronti di questi individui. Spesso, infatti, soprattutto in una società frenetica e in continuo movimento come quella attuale, i soggetti che, per i più disparati motivi, restano indietro, rischiano di essere sopraffatti e dimenticati. Ed è proprio in quel momento che anche il più lontano e lieve barlume di speranza si spegne.

Successivamente l’autore racconta “l’aria che si respira” in questi giardini: «Nei giardini che nessuno sa si respira l’inutilità. C’è rispetto grande pulizia, è quasi follia. Non sai com’è bello stringerti, ritrovarsi qui a difenderti e vestirti e pettinarti sì e sussurrarti non arrenderti. Nei giardini che nessuno sa quanta vita si trascina qua, solo acciacchi, piccole anemie, siamo niente senza fantasie.»

L’artista è consapevole che innumerevoli individui, dal momento in cui si trovano ad attraversare un periodo di difficoltà, si sentono quasi inutili e credono di rappresentare un peso per l’intera società; ma, in realtà, essi sono una vera e propria fonte di ricchezza. Dedicare una parte del proprio tempo a queste persone non permette solamente a loro di stare meglio, ma consente anche a sé stessi di sentirsi bene. Proprio per questo motivo è bello incontrarsi nei “giardini che nessuno sa” per stare insieme e condividere momenti emozionanti ed unici.

Il narratore si riferisce poi alla società intera, invitando ciascun individuo a prendersi cura delle persone più in difficoltà e a non “relegarle” in un angolo, escludendole ed emarginandole: «Sorreggili, aiutali, ti prego non lasciarli cadere. Esili, fragili non negargli un po’ del tuo amore. Stelle che ora tacciono, ma daranno un senso al quel cielo. Gli uomini non brillano se non sono stelle anche loro.»

Il brano, infine, si conclude con parole toccanti e commoventi: «Mani che ora tremano perché il vento soffia più forte. Non lasciarli adesso no, che non li sorprenda la morte. Siamo noi gli inabili che pur avendo a volte non diamo. Dimentica, c’è chi dimentica distrattamente un fiore una domenica. E poi silenzi, e poi silenzi, silenzi.» Il narratore, in quest’ultima strofa, ribalta il concetto di “inabile”. I veri inabili, infatti, non sono le persone disabili, gli anziani o gli individui affetti da una malattia (sia fisica che psichica); i veri inabili sono tutte quelle persone che, pur vivendo una vita tranquilla e serena, si dimenticano di quei soggetti che, purtroppo, non godono della stessa fortuna.

In definitiva “Nei giardini che nessuno sa”, oltre ad essere uno dei più grandi capolavori di Renato Zero, è un brano che mette al centro dell’attenzione le persone più in difficoltà e, di conseguenza, quelle meno considerate all’interno della società. Inoltre l’artista romano trasmette un messaggio di notevole importanza e rilievo, invitando l’ascoltatore a prendersi cura di queste persone e a non abbandonarle di fronte alla loro sofferenza ed ai loro problemi.

Da segnalare anche la versione di “Nei giardini che nessuno sa” interpretata da Laura Pausini; il brano è inserito all’interno dell’album “Io canto”, nel quale sono presenti innumerevoli cover di alcuni tra i brani italiani di maggior successo (come “Il mio canto libero” di Lucio Battisti, “Stella gemella” di Eros Ramazzotti e “Strada facendo” di Claudio Baglioni).