“Cara ti amo” degli Elio e le storie Tese: te la ricordi questa?

Viaggio quotidiano nella colonna sonora della nostra memoria, tra melodie sospese nel tempo pronte a farci emozionare ancora. Oggi parliamo di “Cara ti amo” degli Elio e le storie Tese
La musica è la nostra macchina del tempo: basta una nota, un ritornello, ed eccoci di nuovo lì, in una stagione vicina o lontana, in un’auto con i finestrini abbassati o nella cameretta della nostra infanzia. “Te la ricordi questa?” è il nostro appuntamento quotidiano per riavvolgere il nastro delle emozioni, proprio come si faceva una volta con una semplice penna e una musicassetta. Oggi l’orologio del tempo ci riporta al 1997 con “Cara ti amo” degli Elio e le storie Tese.
Ogni giorno, alle 13:00, vi accompagneremo in un viaggio musicale alla riscoperta di queste gemme nascoste: canzoni che hanno detto tanto e che hanno ancora tanto da dire, pronte a sbloccare ricordi, evocare immagini, restituirci pezzi di passato con la potenza che solo la musica sa avere. Brani che forse oggi non passano più in radio, pezzi di artisti affermati lasciati in un angolo, o successi di nomi che il tempo ha sbiadito ma che, appena tornano nelle nostre orecchie, sanno ancora farci vibrare. Perché la musica non invecchia, si nasconde soltanto tra le pieghe del tempo, aspettando il momento giusto per colpire nel segno e farci esclamare sorpresi un: “Te la ricordi questa?”.
Ti sblocco un ricordo: “Cara ti amo” degli Elio e le storie Tese
“Cara ti amo”, sottotitolata “significativamente risvolti psicologici nei rapporti fra giovani uomini e giovani donne”, è uno dei brani più emblematici della satira musicale degli Elio e le Storie Tese, capace di trasformare il tema delicato delle relazioni di coppia in un teatro surreale e caustico. Pubblicata nei primi anni Novanta, la canzone mette in scena, con un ironico botta e risposta, l’eterno conflitto tra uomo e donna, esasperando cliché e dinamiche tipiche dei rapporti sentimentali.
Il dialogo è affidato a Rocco Tanica (voce maschile) e a Elio (voce femminile), ribaltando già in partenza le convenzioni con l’uso di un falsetto caricaturale per la parte della donna. Il testo procede come una scenetta comica in cui i due si accusano, si contraddicono e si rincorrono in un labirinto di luoghi comuni: lui appare razionale, diretto e a tratti brutale, mentre lei è incoerente, contraddittoria e vittima di un’irrazionalità portata all’estremo.
Dietro le battute grottesche, le allusioni sessuali e i giochi linguistici, il brano mette a nudo la difficoltà di comunicazione all’interno della coppia, dove ogni tentativo di dialogo si trasforma in incomprensione. L’uso ossessivo della frase “Cara ti amo”, continuamente interrotta dalle obiezioni della controparte femminile, diventa simbolo della distanza incolmabile tra dichiarazione d’amore e realtà dei fatti.
Con “Cara ti amo”, gli Elio e le Storie Tese firmano una delle loro satire più riuscite: dietro il nonsense e la comicità irriverente si nasconde un ritratto amaro e lucidissimo della difficoltà di capirsi tra uomini e donne. Una parodia che, a distanza di anni, continua a divertire e a mettere a disagio, proprio perché così vicina alla verità.
Il testo di “Cara ti amo” degli Elio e le storie Tese
Ah… finalmente un bel piatto di tagliatelle fumanti.
Era tanto tempo che volevo mangiarle.
Ma, ma cosa vedo?
Ma no, ma me le avete condito con del sugo bollonneise,
eh… il sugo bollonneise…
Hai sbagliato…
Sai cosa ti dico? Faccio un ruttino.
BURP!
Bravo, fa ridere.
Ridete stronzi!
Applaudite, merde!
(risate dal pubblico)
Eccolo lì! Adesso ti ha fatto ridere
Ah! Ah! Ah! Sì, sì, ridi, ridi!
E noi intanto che siamo qui
che vomitiamo fango solo per farvi ridere.
“Eravamo…” “Troppo presto!”
Eravamo fidanzati poi tu mi hai lasciato
senza addurre motivazioni plausibili.
“Non è vero,
tu non capisci l’universo femminile,
la mia spiccata sensibilità
si contrappone al tuo gretto materialismo maschilista!”
“Ciononostante…”
Cara ti amo.
“Mi sento confusa”.
Cara ti amo.
“Devo stare un pò da sola”.
Cara ti amo.
“Esco da una storia di 3 anni con un tipo”.
Cara ti amo.
“Non mi voglio sentire legata”.
Cara ti amo.
“OK sì dai ragazzi, forza”
T’amo, t’amo.
Rimani in casa.
“Voglio essere libera”.
Esci allora pure con chi ti pare.
“Non t’interessi mai di quello che faccio”.
Vorrei palparti le tette.
“Porco”.
Mai ti toccherei neanche con un fiore.
“Finocchio”.
Mi drogo, bestemmio, picchio i bambini
e specialmente non ti cago.
“Ti amo!”.
Mi faccio invece il culo 14 ore di seguito
per mantenerti e ti cago.
“E io ti lascio per un tossicomane
che non fa niente tutto il giorno,
non trova le motivazioni per andare avanti nella vita
però lui continua a vivere e io lo voglio vedere:
sì lo amo, no non l’amo,
chi se ne importa”
Mi metto il goldone.
“Ho un desiderio di maternità”.
Ho un desiderio di paternità.
“Mettiti il goldone”.
Cara ti amo.
“Mi sento confusa”.
Cara ti amo.
“Devo stare un po’ da sola”.
Cara ti amo.
“Esco da una storia di 3 anni con un tipo”.
Cara ti amo.
“Non mi voglio sentire legata. Va bene?”.
Cara ti amo.
T’amo, t’amo e t’amerò.
“Canta finché vuoi caro mio, non mi…”
Rimango in casa.
“Mi opprimi”.
Esco.
“Questa casa non è un albergo!”.
Ti passo un cubetto di ghiaccio
intinto nella pancia sul Cointreau
dopodiché ti scopo bendata.
La pancia sul cointreau?
“Non sono una troia”.
E allora in posizione canonica io sopra tu sotto.
“Che palle!”.
Disse la vacca al mulo.
“Oggi ti puzza il culo”.
Disse il mulo alla vacca.
“Ho appena fatto la malta!”.
Ah, com’è il rumore della malta?
Cara ti amo.
“Mi sento confusa”.
Cara ti amo.
“Devo stare un pò da sola”.
Cara ti amo.
“Esco da una storia di 3 anni con un tipo”.
Cara ti amo.
“Non mi voglio sentire legata,
non più, a te poi che sei un fuscello,
una canna al vento.”
E ora uniamo i nostri corpi nell’estasi suprema
che è propria dell’idillio dell’amore.
“Eh no caro mio!”
Perché no?
“Perché quando avevo 13 anni
mio cugino me l’ha fatto vedere…”
Il pene? “No, no il cazzo.”
“…e da allora sono traumatizzata,
però possiamo restare abbracciati
tutta la notte senza fare niente,
sarà bellissimo lo stesso!”.
Te lo metto nel culo?
“Non so cosa voglia dire.”
Usciresti con me domani sera?
“Sono un pò stanca
e forse c’è anche…
ho già un altro impegno…”.
Beh poco male così vedo i miei amici.
“Sssssono libera”.
Mettiamola sul sesso.
“Ho bisogno d’affetto”.
Mettiamola sull’affetto.
“Chiaviamo”.
Io sono come sono.
“E cerca di cambiare”.
Ecco sono cambiato.
“Ecco che non sei più quello di una volta”.
Tu mi appartieni.
“L’utero è mio”.
Eccoti i soldi per la pelliccia.
“Eccoti l’utero”.
Evviva l’amore.
– io ho 23 anni –
Signorina.
Ho fatto la settima più
– io ho 23 anni –
E adesso colpo di scena: cara ti odio.
Non so cos’è l’olocausto.