martedì, Marzo 19, 2024

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Carlo Belmondo: “L’amore è il vero motore che muove le cose” – INTERVISTA

A tu per tu con con il poliedrico cantante calabrese, in uscita con il singolo d’esordio “Non illudermi

Il canto e la recitazione sono da sempre le due passioni più importanti di Carlo Belmondo, musicista e attore conosciuto al grande pubblico grazie alla sua partecipazione nella popolare trasmissione televisiva “Colorado”, oltre ad aver recitato nei film “Una notte agli Studios” e “Il mondo di mezzo”. Prodotto da Massimo Di Cataldo per Dicamusica e distribuito da Believe Digital, “Non illudermi” è il singolo che segna il suo debutto discografico. In occasione di questo interessante esordio, abbiamo incontrato l’artista per approfondire la sua conoscenza e scoprire il segreto grazie al quale riesce a coniugare arti diverse, riuscendo sempre a centrare l’obiettivo di arrivare al proprio interlocutore grazie al suo linguaggio semplice, comprensibile e universalmente trasversale.

Ciao Carlo, partiamo dal tuo singolo d’esordio “Non illudermi”, cosa rappresenta per te?

«Ciao! Questo, come gli altri, rappresenta una parte della mia vita. Ogni brano racconta qualcosa di noi, che abbiamo avuto, che avremmo voluto avere. In questo nello specifico ho parlato di una storia importante anche se purtroppo a senso unico, ogni volta che l’ascolto rivivo quella storia».

La tematica centrale della canzone è l’amore, descrivendo la tipica situazione del “lui ama lei, ma lei lo vede come un amico”. Secondo te, può esistere realmente l’amicizia tra uomo e donna?

«Si, può esistere. La maggior parte delle volte una delle due parti cede ma esistono anche dei rapporti di amicizia che vanno oltre la fisicità o il sentimento. Il tema del brano prende tutte le generazioni perché è, come detto nella domanda, il famoso “lui ama lei ma lei ama un altro che sicuramente amerà un’altra” e così via. Magari alla fine del giro tornerà».

Dal punto di vista delle sonorità, invece, ti sei sentito a tuo agio con questa veste e credi sia la giusta direzione su cui proseguire il tuo percorso artistico o ti piacerebbe sperimentare anche altro?

«E’ la musica giusta per questo brano, inizia tranquilla, come se volessi sussurrare una lettera, un pensiero, man mano cresce con le parole ed apre sul finale. Ogni strumento è studiato per entrare ed uscire nei punti giusti, nelle parole giuste. Sperimentare fa sempre bene ed è buono saper passare da uno stile ad un altro ma, diciamo, che questo è quello che mi rappresenta di più».

Cosa avete voluto trasmettere attraverso le immagini del videoclip diretto da Kenshi?

«La storia. Abbiamo ricreato attimi che ho vissuto realmente con la ragazza in questione. Dal vestito blu, al set cinematografico (luogo del primo incontro), le rose, le scarpe sul cruscotto o il voler fumare in macchina.. tutte le scene riprodotte vengono dalla realtà che è mia ma che è di tutti. Sono, molte le coppie che viaggiano in macchina, che cenano fuori o che vanno in una sala giochi. La storia mia ma la storia di tutti credo sia la risposta più corretta».

Facciamo un salto indietro nel tempo, quando e come hai scoperto la tua passione per la musica?

«Sin da piccolo cantavo, mi mettevo davanti allo specchio del bagno e cantavo così forte da farmi sentire dai vicini. A 15 anni l’incontro con un chitarrista, poi diventato uno dei miei più grandi amici e a cui devo molto. Mi ha regalato e insegnato a suonare la sua prima chitarra. Scrivevamo degli inediti che portavamo in giro per i locali di Reggio Calabria. A 18 anni ho mollato tutto per trasferirmi a Roma e intraprendere gli studi di recitazione, mia prima materia. Da lì ho ripreso la chitarra scrivendo canzoni comiche che mi hanno portato su palchi importanti (Colorado, Eccezionale veramente, Edicola fiore) fino alla scrittura di “Non illudermi”. Comunque negli anni la chitarra non l’ho mai abbandonata, è lo strumento che suono nei momenti belli e meno belli, mi aiuta a sfogare le mie emozioni».

Quali ascolti hanno accompagnato e influenzato il tuo percorso?

«Massimo Ranieri, Vasco Rossi, Queen, Savage Garden, Bocelli, Einaudi, Evanescence, Blink182, e tanti altri. Ascolto veramente tutto, di ogni cantante o gruppo che mi piace almeno un brano. Negli ultimi anni sicuramente Fabrizio Moro ed Ultimo, in loro vedo molto del mio modo di raccontare le storie e di metterle in musica».

Come valuti il tuo rapporto con i social network?

«Ci vivo! Quando ogni tanto vanno in down mi sento perso. Scherzi a parte credo di passarci davvero troppo tempo però ti permettono di parlare e confrontarti con davvero tanta gente. Aiutano ad avvicinarti ai tuoi “idoli”, aiutano a chiedere o a dare consigli a gente che non conosci e a volte parlare con gli sconosciuti è più facile e costruttivo di quanto non lo sia parlare con un conoscente».

Pensi che l’avvento del web abbia agevolato o raffreddato i rapporti?

«Come dicevo prima agevolato. Sicuramente si gode meno della vita reale ma hai la possibilità di conoscere gente nuova. Per i più timidi il web è uno strumento per rompere il ghiaccio sia in amicizia che in amore. Stimola la mente, la creatività. La voglia di piacere ti fa inventare post nuovi per conquistare nuove persone quindi in fondo non credo il web sia così negativo, anzi».

Per concludere, quale messaggio ti piacerebbe trasmettere a chi ascolterà “Non illudermi”?

«Fatelo e ditelo. Se vi interessa una persona fate il possibile per conquistarla. Se vi piace, diteglielo. Anche se già sapete che non cambieranno le cose. diteglielo. Non avrete rimorsi e in futuro quella persona, comunque, si ricorderà di voi. Non è da sfigati amare, anzi, credo sia il vero motore che muove le cose».

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Nico Donvito

Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica italiana e spettatore interessato di qualsiasi forma di intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.
Nico Donvito
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Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica italiana e spettatore interessato di qualsiasi forma di intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.